Antipolitica e partecipazione

ignorateci-adessoUna casta trasversale di mandarini politici ha preso in ostaggio le Istituzioni e le tiene accuratamente fuori dalla portata dei cittadini così da potervi sguazzare arraffando a mani basse.

Nelle tante aree “ben amministrate”  dalle sinistre la cosa non cambia;  cacicchi scafati tengono le redini delle buone ‘amministrazioni da decenni evitando accuratamente ogni forma di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini.

Solo loro sono gli esperti e pratici della cosa pubblica, che c’entra la gente?  Che il potere della casta non solo non si tocca ma nemmeno si discute.

E allora ecco che qualcuno, stranamente convinto che democrazia sia partecipazione, inizia ad incazzarsi  ribellarsi insomma, e a non poterne più dei privilegi e dei capricci, delle furbate e degli inciuci che migliaia di piccoli unti dal Signore sparsi per tutta l’Italia compiono quotidianamente sulla pelle dei cittadini.
Sta succedendo una cosa tanto semplice quanto esplosiva:  è nata un’opinione pubblica che non ne può più di questi illuminati aggrappati alle loro dorate poltrone a difendere se stessi. E adesso è decisa a liberarsene in ogni modo

Alle prime mosse di questi incazzati il terrore è balzato agli occhi dei nostri privilegiati, che le hanno ricacciate inventando un artificioso esorcismo semantico, una vera truffa verbale. “Antipolitica”  (vade retro!) .

E mai slogan ebbe cotanto sital successo (trasversale).  L’antipolitica? Una reazione qualunquista, un sentimento becero, le mosse mirate di opportunisti, un vomito plebeo, il latrare di cani sciolti, di chi vuole disordine e anarchia, gli ideali di chi va alle manifestazioni per spaccare vetrine e arraffare prodotti griffati.

Alla ribellione di chi non ne può più dello sfascio generale e chiede democrazia e partecipazione hanno risposto con l’inganno furbetto, come di costume. L’ennesima furbata trasmessa dal sistema trasversale dei partiti, che hanno mescolato nel loro brodo le bordate comiche di Grillo e le sottili avances Montezemolo, l’incazzatura degli studenti in piazza accuratamente massacrati dalla polizia  alle proteste degli imprenditori taglieggiati dall’assessore di turno,  le signore della borghesia bene di Milano che per eccesso di disgusto da Moratti/Berlusconi/Formigoni hanno votato Pisapia e i dipendenti pubblici martoriati da Brunetta, l’urlo disperato dei licenziati sui tetti e sulle gru al silenzio attonito e rassegnato dei giovani privi di futuro.

I politici hanno cercato di tagliar fuori la ribellione di questi cittadini e la richiesta di partecipazione inventando una parola, antipolitica,  in realtà definendo con essa loro propria identità.

E la vediamo questa ribellione nell’aumento delle schede bianche, nulle e dell’astensionismo. Lo vediamo a Roma, dove il Pdl, pur vincendo le ultime elezioni comunali, ottiene la fiducia esplicita di appena un italiano su 7.

E poi alle ultime amministrative dello scorso maggio, dove ovunque hanno sfondato gli outsider,  una nuova generazione di politici fuori dai partiti e dagli schemi che tutti davano per perdenti fino al giorno prima. Ragazzi giovani e sfrontati come il cagliaritano Zedda e meno giovani ma slegati dalla casta come Pisapia.  La bandiera di questa inedita ondata di popolo è Napoli, dove al ballottaggio un cittadino su 2 non va a votare e il 65% dei votanti sceglie un uomo fuori da tutti i partiti: De Magistris.

E subito dopo la ribellione viene bissata ai referendum. Dopo che per 14 anni e  24 consultazioni non si era mai raggiunto il quorum, dopo che l’aumento preoccupante dell’astensionismo alle elezioni appena trascorse,  i 4 referendum raggiungono il 55% di partecipazione.  E lo raggiungono nonostante il rifiuto d’accorparli alle amministrative (con un costo altissimo), che ci costringe a votare 3 volte in 4 settimane, e in tempo di mare e vacanze,  nonostante il silenzio delle tv e dei politici che in parecchi invitano pure ad andarci al mare.

Cittadini insomma che non ne possono più degli sprechi e dei privilegi della casta vanesia di Lorsignori.

A questi non hanno più intenzione di delegare nulla; non li rappresentano più e non ne possono più di una classe dirigente incapace e disonesta che mostra da 20 anni le stesse facce, trasversalmente da partito a partito, loro sempre quelli in sigle partitiche sempre nuove a lanciare gli stessi slogan.  Gentaglia che nel primo decennio del 2000 ci hanno recato in dono la crescita più bassa d’Europa. Non si fida più nessuno di questi, che hanno perso credibilità.

Vogliono (ri)cominciare a contare, a partecipare alla democrazia diretta;  non c’è più fiducia verso chi li ha rappresentati sin’ora nei vari partiti e poi nei Palazzi.  Ora c’è una nuova voglia di decidere e di partecipare, di contare finalmente e di impadronirsi del futuro.  Vorremmo rafforzare il referendum abbattendo il quorum,  e poi affiancargli  quello propositivo facendo finalmente passare leggi dal basso. E poi aggiungere efficaci strumenti di controllo sugli eletti ed inserire la revoca anticipata del mandato.

L’opinione pubblica deve tornare a contare. Il sale delle democrazie moderne è la parte critica e costruttiva dell’opinione pubblica, che deve avere le condizioni per essere ascoltata. Parole d’ordine come il dimezzamento dei parlamentari e dei loro salari ed emolumenti, delle province, di tutti gli enti, e poi l’esclusione degli inquisiti e condannati, l’abolizione dei doppi incarichi e dei doppi salari, non possono più essere ignorate.

Un popolo dormiente da decenni che finalmente si è svegliato e che sta liberando energie represse troppo a lungo che esprime domande d’eguaglianza e di ricambio, di legalità e di semplificazione dei labirinti pubblici nei quali spadroneggiano ed arraffano i professionisti trasversali del consenso.

E’ una ribellione forte e convinta e la casta ne è terrorizzata.  Per tentare di esorcizzare il mostro, l’hanno subito  chiamato “antipolitica“, ma si sbagliano di grosso:  questa che finalmente ribolle nella società italiana è energia politica pulita, voglia di partecipazione, che la vera antipolitica è la loro, ora tutti goffamente  indaffarati a cercare di convincerci che a parole sono d’accordo con noi, salvo proporre soluzioni che consentono loro di continuare indisturbati la spoliazione del Paese.

Ora è il momento di muoversi invece, di partecipare,  che come diciamo sempre democrazia è partecipazione.  E di entrare nelle loro viscide stanze dei bottoni a dire la nostra, senza più delegare nessuno dei loro squallidi partiti.  I cittadini al potere e non più i partiti,  … anche formando liste civiche, belle ed autonome, e ruspanti.  :mrgreen:


Commenti
Sono stati scritti 6 commenti sin'ora »
  1. avatarcarmengueye - 31 agosto 2011

    Spero che in autunno si muova qualcosa. Vorrei però far notare che cambiare non vuol dire azzerare. O sì? Abbiamo un patrimonio di valori  e relative norme, che va salvato. Oppure, le nostre generazioni (dai 40 in su, diciamo) sono pronte ad autoeliminarsi ( politicamente) per lasciare spazio ai giovani? Cioè, basta parlare con i vecchi linguaggi, il che significa che uno che ha, poniamo, 26  o 33 anni, non vuol sapere nulla di leggi 104 0 1204,  aspettativa, pari opportunità, rispetto identità etc. Queste parole non gli dicono niente e noi perderemo tutto. Pronti? Perché una rivoluzione, questo comporta.

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  2. avatarAndrez - 1 settembre 2011

    Uno che ha, poniamo, 26  o 33 anni, non vuol sapere nulla di leggi 104 0 1204,  aspettativa, pari opportunità, rispetto identità etc. … va mandato a vangare (o al limite in fonderia).  Come dovrebbero andarci tutti i buzzurri semianalfabeti di 26-33 anni con cui la Lega ha riempito i Consigli Comunali della padania.

    Lasciamo spazio ai giovani,   mica agli stupidi.  😉

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  3. avatarZeitgeist - 1 settembre 2011

    Credo anche io che l’opinione pubblica debba ricominciare a contare, e partecipare alla democrazia più direttamente.
    Gli squallidi esempi degli uomini di partito e della politica che ci hanno dato sia di destra che di sinistra ci impongono, giovani e meno giovani, di iniziare la rivoluzione della partecipazione entrando nelle stanze dei bottoni a tutti i livelli istituzionali per (ri) assemblare i circuiti malati senza azzerare, cara Carmen, ma tenendo quanto di buono ci può ancora essere come valori e norme salvabili.
    Vista la mia tendenza a fare poche chiacchiere ma fare fatti, vorrei qui portare un esempio di come si può effettivamente cambiare o aggiustare le cose in una comunità come in una Circoscrizione, un Paese, una Città, una Regione, o una Nazione e dimostrare che è possibilissimo entrare nelle stanze dei bottoni, anche Grillo a suo modo l’ha fatto, senza appartenere a partiti più o meno corrotti.
    A Persiceto, nel lontano 1980 le cose nel Paese a livello sportivo andavano malino, c’erano tanti nuovi impianti sportivi ma erano gestiti dall’Assessorato allo Sport, allora PSI, in modo clientelare e che favoriva solo le Società Sportive vicine a quel Partito e non costruendo niente per lo sviluppo dello sport per tutti e la crescita sana del corpo e della mente per le giovani e giovanissime generazioni in età scolare.
    Bene, un giovane allora trentenne organizzatore e praticante di Sport in genere, ma che aveva alcuni sogni da realizzare, vedendo delle anomalie in questa Amministrazione Comunale, si presentò come Indipendente di Sinistra nelle liste dell’allora PC, Partito maggiore della Giunta Social-Comunista.
    C’è da ricordare che allora non erano tanto di moda le Liste Civiche e se volevi realizzare qualche sogno, dovevi farti conoscere da un Partito e se i tuoi progetti erano a beneficio della Comunità, ti aprivano le porte per poterli realizzare.
    Bene, quel trentenne fece ben due legislature, 10 anni, quanto bastano per realizzare progetti e sogni, ridimensionò le Società di calcio che volevano farla da padrone dando spazio ad altri Sport e realizzò ancora:
    – Percorsi Vita nei parchi per tutti i cittadini.
    – Installò nelle aree verdi pubbliche tavoli da ping-pong, reti per la pallavolo e canestri per il basket invece che porte per il calcio, che c’erano già.
    – Aprì gratuitamente le palestre pubbliche ai cittadini allora feudo indiscusso delle Società Sportive.
    – E per finire, in collaborazione con un Professore di Educazione Fisica e la Scuola Elementare e Materna, istituì un sistema di trasporti con i pulmini del Comune che portavano gli scolari nelle Palestre, allora si praticava la ginnastica tra i banchi della classe e il Professore era il Maestro che non aveva nessuna nozione di crescita armonica e corretta del bambino, e a fare cosa nelle Palestre? La Psicomotricità, così si chiamava allora il progetto.
    Poi quel trentenne, diventato quarantenne, tornò a vita privata, ma molti dei sogni che aveva nel cassetto li realizzò e tanti di questi progetti sono tutt’oggi ancora presenti nel Paese.
    Morale: “Se vuoi che il tuo Paese cambi e vedi che quelli che ti stanno governando stanno sbagliando e/o rubando, e hai delle idee, dei sogni, dei progetti per correggerlo e migliorarlo, partecipa anche in prima persona affinchè qualcosa cambi o rimarrai vittima inerte di nefasti destini imposti dagli altri”.
    Ora, sicuramente non è tutto facile e semplice fare tutto ciò, non è facile e semplice buttarsi nella mischia, bisogna avere spirito di sacrificio e preparazione almeno sul tema che vuoi svolgere, ma si può fare e forse è giunta l’ora che questa Classe Politica supponente, ignorante e ladrona, sia spazzata via e solo i cittadini fuori dalle caste e dalle lobbies e al di sopra di ogni sospetto possono farlo e allora vanno bene tutti i movimenti che incazzati sono contro come Grillo, Il Popolo Viola, l’ Onda degli Universitari, Internet e altri.
    Ma alla fine bisogna che poi qualcuno si impegni veramente in prima persona per entrare nelle stanze dei bottoni, altrimenti rimarrà una protesta sì giusta, ma inconcludente e tutto rimarrà come prima …  😈
     
     
     

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  4. avatarcarmengueye - 1 settembre 2011

    Gli stupidi sono tanti, anche tra i giovani, ma il mio timore è che l’età mi impedisca di capire che la stupidità può essere un passaggio e anche uno stupido può capire.

    Ma chi era mai quel trentenne lì????

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  5. avatarAntipolitica e partecipazione | Informare per Resistere - 1 settembre 2011

    […] http://www.andrez.cotti.biz/antipolitica-e-partecipazione-7521.html   […]

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  6. avatarZeitgeist - 6 settembre 2011

    “Ma chi era quel trentenne lì”?  :roll:
    Mistero …  😉

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