Alla scoperta degli impianti a biomassa

Ciao a tutti ed eccomi a commentare il secondo articolo apparso in CARTA  BIANCA newsa pag. 7 dal titolo: “Viaggio nelle biomasse prima puntata: Alla scoperta degli impianti di energie alternative”.

L’articolo è scritto dal Sig. Nicola Vallese al quale devo solo fare qualche appunto:

Ma di quali biomasse sta parlando? Dall’articolo si evince che stia parlando delle biomasse che vogliamo anche noi ma che non sono quelle che si stanno insediando nel nostro territorio a nostra insaputa.

Infatti quando asserisce che, e trascrivo testuali parole:” La direttiva 28 del 2009 del Consiglio europeo indica le biomasse come”la funzione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dalla agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonchè la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”. Generalmente si tratta quindi di scarti dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’industria.

Lei fa ottime affermazioni, caro Nicola, ma che non collimano assolutamente con le biomasse che sono già costruite e operanti alla Biancolina e alle Budrie più le altre due in località Amola e Decima che sono ancora sospese per la rivolta dei cittadini che aspettano l’aiuto del proprio Sindaco affinchè non si raddoppi lo scempio.

Caro Nicola, ma dove vive lei? Non si è accorto, girando per le campagne persicetane, che la maggior parte dei terreni agricoli sono coltivati a Mais, Sorgo e altro?

Come mai non ha evidenziato nel suo articolo che le nostre biomasse, e non quelle descritte da Lei, funzionano principalmente con il frutto di colture dedicate per ben 400 ettari a biomassa e solo marginalmente usano gli scarti dell’agricoltura.

Come mai non ha evidenziato che dove sorgono queste biomasse, vi è un incremento di traffico di pesanti mezzi che emettono CO2 e che distruggono le le strade che dovremo poi pagare noi cittadini.

Come mai non ha evidenziato che le abitazioni vicine alle nostre biomasse, si sono svalutate del 50%.

Come mai non ha evidenziato che il digestato cosparso poi nelle campagne inquina la terra e le falde acquifere.

Certo, Lei ha evidenziato che fanno puzza e forse si può sopportarla per una giusta causa.

Ma quale è la giusta causa? Quelle che ha elencato le annovererei alle biomasse virtuose che vogliamo anche noi, ma queste biomasse Lei lo sa quale giusta causa assicurano? Assicurano la speculazione di pochi privati che sfruttano gli incentivi, soldi nostri, solo per fare profitti inquinando la terra, l’aria e l’acqua, si anche l’aria, perchè non è solo un problema di puzza e basta, dentro a quella puzza è stato provato che ci sono sostanze tossiche e polveri sottili.

Concludo anche io la prima puntata, come dice Lei nel titolo, e la attendo per la seconda che delle cose ce ne sono ancora tante da dire a favore delle biomasse virtuose e contro a quelle che si sono insediate nel nostro territorio come funghi.

Comunque, arricchisco il mio scritto con questo intervento fatto in Regione dal consigliere Favia del M5S e spero in una sua maggiore meditazione e riflessione…


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