Alitalia ai francesi; ma allora…?

cordata-per-alitaliaRicordiamo tutti la vicenda Alitalia vero?

Il vettore aereo nazionale a fine 2007 aveva debiti per 1,5 miliardi di €. (4 volte il patrimonio) e perdeva circa 500 milioni di €./anno. Presentava un enorme numero di esuberi tra i dipendenti che godevano di incredibili quanto costosi privilegi.

E aerei che volavano vuoti per destinazioni assurde.

Arrivati al collasso, si aprì l’ipotesi della fusione di Alitalia con AirFrance e KLM, strategia seguita da anni dalle maggiori compagnie aeree. L’operazione prevedeva la copertura dei debiti, una ricapitalizzazione di 750 milioni e l’eliminazione di un contenuto numero di esuberi ed ebbe l’assenso del Governo Prodi.

Senonchè, visto che il Cavaliere stava subdorando la caduta di Prodi ed il suo arrivo alla Presidenza del Consiglio, si fece in quattro per presentare e sostenere la famosa cordata italiana, capace di un’offerta ancora più vantaggiosa di AirFrance. Questo bloccò la trattativa in corso e l’operazione AirFrance, che poi si estinse definitivamente con l’arrivo di Berlusconi al Governo.

Ma per bloccare e far fallire l’operazione, l’offerta migliore di quella di Airfrance doveva essere documentata e certificata, e così Berlusconi la presentò. Senonchè poi non successe nulla e la famosa cordata scomparve,  per apparire quasi un anno dopo, a situazione Alitalia oramai drammatica e prendersi tutto pagando nulla.

I giornali dell’Utilizzatore Finale si batterono ferocemente contro l’offerta di AirFrance al grido di Alitalia deve restare italiana! e appena occupato il Governo è lo stesso Berlusconi che gestisce il lauto affare; ridotta ai minimi termini Malpensa, dove si erano appena investiti 20 miliardi,  tutti i debiti di Alitalia allo Stato (cioè 3 miliardi di €. aumentati al debito pubblico),  incassato dalla ‘vendita’ di fatto ZERO, licenziando oltre 10.000 dipendenti,  e ‘regalando’ tutto l’affare e capitale agli amici e a proprie aziende; vediamole:

Gruppo Riva tramite Riva Fire S.p.A.
Gruppo Benetton tramite Atlantia S.p.A.
Intesa San Paolo S.p.A.
Roberto Colaninno tramite Immsi S.p.A.
Antonio Angelucci tramite Th S.A.
Carlo Toto tramite Toto Costruzioni Generali S.p.A.
Gruppo Ligresti tramite Fondiaria SAI S.p.A.
Salvatore Mancuso tramite Equinoxe S.a.r.l.
Gaetano Carbonelli – D’Angelo tramite G&C Holding
Achille D’Avanzo tramite Solido Holding
Antonio Orsero tramite Gf Group
Marco Tronchetti Provera con Pirelli & C. S.p.A.
Gruppo Gavio tramite Finanziaria di Partecipazioni e Investimenti S.p.A.
Francesco Caltagirone Bellavista tramite Acqua Marcia Finanziaria S.p.A.
Gruppo Fratini tramite Fingen S.p.A.
Maurizio Traglio tramite MPA S.r.l.
Edoarda Crociani tramite Vitrociset
Davide Maccagnani tramite Macca S.r.l.
Giuseppe Fontana tramite Loris Fontana&C. S.A.p.A.
Vincenzo Manes tramite Fondo I2 Capital Portfolio S.p.A.
Steno Marcegaglia tramite Marcegaglia S.p.A.
Salvatore Mancuso tramite Equinox Two S.C.A.
Intesa Sanpaolo tramite Ottobre 2008 S.r.l.
Francesco Caltagirone Bellavista tramite Società dell’Acqua Pia Antica Marcia

E naturalmente, azionista di maggioranza con il 25% … AirFrance. :mrgreen:

Ma come mai la famosa prima cordata (poi dissolta) presentata da Berlusconi che prometteva di offrire garanzie e vantaggi ben maggiori di AirFrance, fu considerata credibile al punto di far fallire l’accordo con AirFrance?

Ebbene, leggiamo oggi che la Procura di Roma ha chiesto il rinvio del presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre, già presidente anche della Rai, nella sua veste di rappresentante di una cordata che aveva presentato una proposta di acquisto della compagnia di bandiera. Un caso sollevato dalla trasmissione rai “Report”.

baldassarreSecondo i magistrati della procura, Baldassarre “era al corrente della falsità dei documenti per esserne stato informato da responsabili della banca Ubs nel novembre 2007 (e quindi in epoca antecedente alla presentazione della suindicata offerta)” e li avrebbe “deliberatamente utilizzati allo scopo di accreditare falsamente la consistenza del gruppo e di riproporlo come partecipe della competizione, superando la decisione assunta dal cda Alitalia il 7 novembre 2007 di escludere il gruppo stesso dalla procedura utilizzata all’acquisizione delle quote delle azioni” della compagnia di bandiera detenute dal ministro dell’Economia.

Tale comportamento – si legge nel capo di imputazione – “si inseriva nel contesto di una complessiva condotta posta in essere dagli indagati e caratterizzata dalla reiterata diffusione agli organi di informazione di notizie prive di fondamento sulla consistenza economica della cordata, sulla disponibilità dei partners autorevoli e sulla serietà e credibilità dell’offerta di acquisto“. Per chi indaga “tali illecite condotte intervenivano in una fase nella quale si stavano decidendo le sorti di Alitalia ed erano idonee a condizionare tempi e modalità di svolgimento della programmata operazione di cessione delle azioni detenute dal ministero dell’Economia“.

Ciliegina finale sulla torta, visto che CAI (la nuova Alitalia) continua a perdere circa 180 milioni/anno, a breve sarà ceduta definitivamente ad AirFrance, alla faccia del  “Alitalia deve restare italiana” e di Castelli.

Ma pensa te, … e chi l’avrebbe mai detto.  :mrgreen:


Commenti
Sono stati scritti 3 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrez - 31 dicembre 2010

    Dopo Baldassarre, ecco che anche lo stesso Berlusconi viene indagato.

    Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Lecce per l’operazione di acquisto dell’Alitalia e gli atti sarebbero stati già trasmessi per competenza alla Procura di Roma. Lo riferisce in una nota l’avvocato Giovanni D’Agata, componente del dipartimento tematico “Tutela del consumatore” dell’Idv e fondatore dello “Sportello dei diritti”. “No comment” sull’indiscrezione da parte del procuratore di Lecce, Cataldo Motta.

    Berlusconi sarebbe stato iscritto come indagato, aggiunge D’Agata, con numero di registro generale 13360/2010.

    D’Agata, che difende alcuni ex azionisti Alitalia, sottolinea che tempo fa un azionista Alitalia, l’avvocato Francesco Toto, nell’interesse di altri azionisti, obbligazionisti e creditori Alitalia “aveva depositato presso la Procura della Repubblica di Lecce un dettagliatissimo esposto sulla sciagurata operazione che aveva riguardato l’ex compagnia di Stato e sulla condotta tenuta dall’onorevole Berlusconi, allora candidato in pectore, e dal ministro dell’Economia e Finanze”.

    Il tutto, spiega Toto, per tutelare l’interesse suo (che tra il 2007 e il 2008 aveva acquistato 380.000 azioni della compagni aerea di Stato e per quest’operazione al momento ci ha rimesso 500mila euro), degli altri azionisti di minoranza, degli obbligazionisti, dei creditori e di tutti quei soggetti danneggiati dalla vicenda Alitalia. La storia è partita agli inizi del novembre 2009, quando l’avvocato Francesco Toto ha presentato al Tribunale di Lecce un’azione civile di risarcimento a cui, in brevissimo tempo, avrebbero aderito tantissimi altri azionisti di minoranza della compagnia. Anche perchè i rimborsi promessi dal governo per risarcire chi era stato privato delle azioni, non più scambiabili in borsa dopo il passaggio del controllo a Cai, non sono mai arrivati.

    L’accusa dell’avvocato Toto sarebbe di aggiotaggio, insider trading, truffa.

    L’indagine della Procura salentina, conclude D’Agata, seguirebbe l’azione civile già avviata presso il competente tribunale di Lecce.

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  2. avatarAndrez - 7 febbraio 2011

    Alitalia, Antonio Baldassarre rinviato a giudizio
    E’ accusato di aggiotaggio per la tentata scalata

    Sarà processato il presidente emerito della Corte Costituzionale. Le udienze inizieranno il 10 maggio a Roma. Continua l’inchiesta nei confronti di Giancarlo Elia Valori e altri due indagati

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  3. avatarAndrez - 9 giugno 2011

    Cronaca di un processo di ristrutturazione disastroso.

    Secondo il Messaggero,  Alitalia è pronta a trasferirsi a Parigi diventando parte di una super-holding controllata dal duo Air France-Klm.

    Una domanda, però, sorge spontanea: non sarebbe stato preferibile percorrere la stessa strada anni fa quando l’accordo, che sembrava cosa fatta, fu stoppato con la scusa della necessità strategica della compagnia di bandiera in “solide” mani italiane?

    Nel marzo del 2008, quando il governo Prodi era già sfiduciato ma ancora in carica, Air France presentò la sua offerta: 1,7 miliardi di euro per acquisire l’intera compagnia e i suoi debiti. Ma la campagna elettorale era infuocata e Berlusconi fu il primo a opporsi, invocando l’intervento dell’imprenditoria italiana. Detto fatto. Le ipotesi di cordata si materializzano da lì a poco.

    E il nuovo governo decise che la parte malsana del gruppo dovesse essere scaricata sullo Stato e quindi sui cittadini. Quella buona, minoritaria, è invece finita pasto al mercato. “Ma la compagnia è e resta italiana”, esultava il premier.

     

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