A. Schopenhauer vs L. Lusi

In questi giorni di caldo afoso, mi leggevo “Il giudizio degli altri” di Arthur Schopenhauer.

L’onore civile, l’onore borghese, l’onore della funzione, l’onore sessuale e l’onore cavalleresco o point d’honneur del tutto diverso dagli altri, ma a tratti rapportabile ai giorni d’oggi, “si può trovare nel fatto che i giudizi offensivi possono essere ritirati e, se è necessario, possono dar luogo ad un risarcimento; dopo di che è come se non fossero mai stati pronunciati“.

Insomma tradotto: esce una notizia clamorosa su i Penati, i D’alema, Lusi, dopo di chè invece di perseguirla ed incrementarne gli svolgimenti, stranamente, si annebbia tutto, si diluisce l’inchiesta, e magari si trova un qualche paragrafo sul Puttaniere che (fa sempre moda).
Mi hanno incuriosito alcune frasi di A.Schopenhauer che vi scrivo: L’esame del concetto di onore, –onore è la coscienza esterna, e coscienza è l’onore interiore – forse, a qualcuno, quella definizione potrebbe anche piacere; ma sarebbe più una formula brillante, che un’illustrazione chiara e profonda.
Perciò dico, invece, che l’onore è, oggettivamente, l’altrui opinione sul nostro valore, e, soggettivamente, il nostro timore di quell’opinione.
Sotto quest’ultimo aspetto esso esercita spesso un’influenza salutare, anche se non si tratta in alcun modo di un contributo propriamente morale, e ciò nell’uomo d’onore.
La mia domanda, perchè io purtroppo mi pongo domande, e la pongo anche ai vari esponenti locali del grandissimo Partito Democratico: ma l’onorevole Lusi che a fronte di un’ammanco di 13 milioni di euro nostri, ci dice che si (AUTOSOSPENDE) quale tipo di onore riveste, ed un partito democratico che non sa’ mai niente, fino a che… (qualcosa non tornava), che tipo di coscienza ha ?


Commenti
Sono stati scritti 3 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 5 febbraio 2012

    In effetti sarebbe interessante leggere l’opinione dei dirigenti locali PD sul caso Lusi.

    Da parte nostra dobbiamo però prendere atto che il caso è uscito a seguito di precise azioni di personaggi come Parisi, dopo lunghi tentativi di fare invano chiarezza dall’interno.

    Parisi:
    “Innanzitutto il tradimento del referendum radicale del 1993 col raggiro del divieto di finanziamento ai partiti fatto passare per rimborso elettorale. Poi l’impennata dei finanziamenti ai partiti introdotta dalla normativa successiva. Lo dissi subito quando nel luglio del 2002 denunciai impotente il rischio che finissimo sommersi dalla valanga di soldi. Mi ricordo che ci fu chi mi disse: “Se le risorse non vuoi usarle tu, le usiamo noi”. Non voglio dire che il denaro sia “lo sterco del diavolo”, ma quando è troppo il denaro ai partiti qualcuno può finirci dentro”.

    Dopo la fusione a freddo tra Margherita e PDS, visti proprio questi precedenti, il PD di Veltroni ha deciso di far certificare i bilanci. (Primo caso in Italia per una formazione politica – Veltroni ha dato lincarico a Pricewaterhouselîoopers). Hanno capito quindi che qualcosa non andava in Margherita e han preso provvedimenti.

    Ovviamente non sembra vero ai vari detrattori di poter sparare di nuovo sul Pd; usano a man bassa questa ghiotta occasione e si guardano bene dal citare quest’aspetto.

    Poi possiamo certamente mettere in discussione il finanziamento ai partiti e i rimborsi elettorali e i costi della politica (e delle caste) in genere.

     

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  2. avatarLauro De Bosis - 5 febbraio 2012

    Giusto il distinguo tra ds e margherita e tutta la mia stima a Parisi, un po’ meno a Veltroni, (questione di pelle), ci andrei piano però con le tabelle dove tutti fanno, tutti sono al corrente o peggio ancora il parlare della solita “casta”.
    Qui il problema è solamente del pd, ma non date retta a me che sono un muratore, ascoltiamo voci più autorevoli, tipo Salvatore Veca, che ho conosciuto personalmente (semplicemente un grande!), filosofo di riferimento della sinistra moderata, inventore della parola “migliorista”.
    Veca, con questa inchiesta su Lusi parla di capitale di fiducia che si stà dissipando e di un problema di sistema nel rapporto tra pd e potere economico.
    L’unione dei partiti di sinistra dice Veca non porta ad un obbiettivo comune, in tempi di crisi, invece di unirsi e far fronte comune contro le tempeste, si dividono.
    Non c’è mobilità sociale, in Italia e lo stesso capita nel partito democratico: è un luogo di densità, non si fà strada con facilità se non si ha dietro una storia, il problema profondo è che non si riesce ad avere un ORIZZONTE COMUNE e aggiungo io (anche un semplice dibattito comune, se i temi portano al mettersi in discussione).
    Questo provoca mancanza di fiducia da chi stà fuori.
    Sul caso Penati, sempre Veca dice: …ecco..Bersani è un ottimo uomo di governo, però a quei livelli è possibile che non avesse sentore,conoscenza? Drammatico. IN POLITICA GIRANO O SOLDI O FIDUCIA , SE DILAPIDI QUELLA, E’ UNA CATASTROFE.
    Insomma le mie misere considerazioni di mezzacazzuola sono che :
    1- il pd paga il giustizialismo che ha sostenuto, in questi anni contro Berlusconi.
    2- il pd avrà il saldo alle prossime elezioni quando il pdl vincerà, confermandosi sì un partito di briganti, ma con la scusante che comunque gli Italiani lo hanno sempre saputo. Berluusconi 2004 ” se le tasse sono troppo alte è legittimo evaderle”, vincerà la sincerità?

    Io mio malgrado ho perso la fiducia proprio nel 2010 a Poppi quando Sandra Bonsanti ci raccontava:
    Nel 92 era estenuante la nostra richiesta ai partiti di sinistra per contrastare Berlusconi, falciandolo proprio sul “conflitto di interesse”, la risposta secca e padronale che ebbe da Luigi Berlinguer fu, (tu non capisci un cazzo di politica, il Berlusca, cadrà, proprio su questo!). Ora qualcuno potrebbe pensare che abbiano fatto male i conti i partiti di sinistra, oppure qualcuno potrebbe pensare che, il Berlusca è pur sempre un uomo antropologicamente creato dalla sinistra socialista?

    Nb. la minuscola nella sigla dei partiti è esplicitamente voluta; come dice G. Zagry parlando del berlusconismo, “andiamoci piano l’ismo và meritato”    

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  3. avatarAndrea Cotti - 6 febbraio 2012

    Eh bè, … condivido praticamente quasi in toto la tua osservazione.

    … il mio era solo un tentativo di fare l’avvocato del diavolo,  giusto per mettere lì argomenti da valutare  :mrgreen:

    Così, per dire, il Pd (come da tabella pubblicata su) ha dichiarato spese per 18,4 milioni di €. “solo” per la campagna elettorale 2008.
    Se ci pensiamo, è una cifra enorme; qualcosa come un centinaio di appartamenti medi; 18.400 mensilità di un lavoratore medio/generico. Il lavoro di 1.500 operai per 1 anno.

    Ma grazie alle leggi anche da lui confezionate, in barba/spregio al verdetto referendario, ne ha incassati 180,2 di milioni. Dieci volte tanto. Circa mille appartamenti (una piccola città); circa 185 mila mensilità di un lavoratore medio-generico. Il lavoro di 15.000 operai per 1 anno.
    La spesa totale a carico dei cittadini solo di questo bel giochino e solo per le elezioni 2008 è di oltre 500 milioni di €.
    E questi soldi sono sottratti ai cittadini (anche con i sistemi alla Equitalia) per pagare stuoli di inutili funzionari di partito, indaffarati a sostenere i vaneggiamenti di stuoli di leaderini tutti indaffarati a combattersi tra loro per la supremazia delle loro varie correnti, potentati locali e sottogoverni/clientele varie.

    Per quale motivo dovremmo rassegnarci a questa porcheria?

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