25 Aprile : giorni impegnativi per D’artagnan


Ancora una volta il partigiano D’artagnan è presente in occasione dei vari appuntamenti per la ricorrenza della festa di liberazione.

Il 23 Aprile racconta la sua storia e dibatte con gli alunni delle terze medie nell’auditorium della scuola “Guercino” di Renazzo.

Il 24, nella biblioteca di Cento, presenta al pubblico la sua autobiografia “il partigiano D’artagnan“, narrando anche particolari non scritti.

Il 25, partecipa alle commemorazioni a San Matteo della Decima e a San Giovanni in Persiceto.


Commenti
Sono stati scritti 15 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 25 aprile 2012

    E bravo il nostro Dartagnan.  :)

    Che ancora una volta celebra il 25 aprile di libertà e democrazia, quella che ci ha consegnato anni fa e che  così a fatica riusciamo a difendere.

    E che ancora una volta porta la sua testimonianza ai bambini delle scuole di Cento e Renazzo.

    A Persiceto no;… evidentemente hanno interessi differenti.

     

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  2. avatarFausto Cotti - 25 aprile 2012

    Si, in effetti anche io mi sono chiesto come mai solo a Cento e Renazzo. Parlando con i professori di queste scuole, mi hanno detto che da anni non vedevano l’ora di farlo ma erano ostacolati dalle giunte di destra che in passato hanno gestito il comune di Cento. Questa mattina alla commemorazione a Persiceto, mi ha detto una signora che dipende molto dai Presidi e professori. Dipende quasi esclusivamente da loro dare disponibilità e organizzare gli incontri con le classi.

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  3. avatarAndrea Cotti - 25 aprile 2012

    Questa cosa è gravissima.

    Dopo vent’anni di berlusconismo, la Resistenza e quindi la Liberazione a scuola non si insegnano più. Nemmeno nei Licei più prestigiosi.

    Salò in Basilicata, repubblichini in Africa
    Ecco il senso del 25 aprile per gli studenti

    Parini di Milano, Mamiani di Roma, Pansini di Napoli. Tra gli alunni di tre licei tra i più prestigiosi della penisola, dove la Liberazione diventa “lotta contro gli austriaci”. O festa ebraica contro i nazisti.

     

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  4. avatarFausto Cotti - 25 aprile 2012

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  5. avatarAndrea Cotti - 25 aprile 2012

    Davvero una bella cosa. A Cento e Renazzo  :)

    (A Persiceto niente :( )

    Se hai altre immagini pubblicale, che facciamo una slide show  😉

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  6. avatarFausto Cotti - 25 aprile 2012

    E’ tutta colpa di tua cugina Antonella, è lei che organizza tutto

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  7. avatarAndrea Cotti - 25 aprile 2012

    Ma ne ho io delle cugine Antonelle?

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  8. avatarFausto Cotti - 25 aprile 2012

    La figlia della Laura figlia dell’Anna

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  9. avatarFausto Cotti - 25 aprile 2012

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  10. avatarFausto Cotti - 25 aprile 2012

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  11. avatarAndrea Cotti - 25 aprile 2012

    Ah, la figlia di Laura!

    Certo avra’ letto nel libro di Dartagnan quando parla di suo nonno:

     

    Avendo ormai preso la mia decisione, nel pomeriggio del giorno successivo andai a salutare, fra gli altri un caro amico che frequentavo fin dall’infanzia, quando mi trovavo a Persiceto: era l’allora brigadiere dei carabinieri Vittorino Bussolari.
    Egli, come appartenente all’arma preposta all’ordine pubblico e quindi di polizia, era rimasto in servizio anche dopo l’otto settembre. Di lui mi fidavo in modo assoluto e parecchie sere ci incontravamo, quando la mia attività mi lasciava il tempo, oppure le circostanze lo permettevano, poichè lui prestava servizio alla caserma Magarotti di Bologna tutte le sere veniva presso la sua famiglia e vi pernottava. Andai quindi a salutarlo; era ancora giorno, i suoi genitori appena mi videro dimostrarono imbarazzo, titubanza. – Cosa c’era? – Mi chiesi.

    Poi si decisero, mi accompagnarono nel fienile, da un cumulo di balle di paglia ne estrassero una e dall’apertura che si era formata ne uscì il brigadiere.

    Restai di stucco.
    Ma che faceva il mio amico là sotto nascosto?
    – Ma che fai? – Gli chiesi, appena fu uscito, mentre mi stringeva la mano.
    – Sono riuscito a scappare – Rispose.
    – Come riuscito? (sapevo che tutte le sere era a casa!)
    – Egli allora mi raccontò che la sera prima tutti i militari furono consegnati in caserma, sospese le uscite, nessuno poteva andar fuori neanche per servizio.

    Verso mezzanotte un milite suo amico lo chiamò
    – Vieni a vedere!
    – Tutta la caserma era circondata dai tedeschi, ad ogni angolo avevano piazzato delle mitragliatrici.
    Capirono subito che cosa li attendeva.

        Tedeschi
    Entrambi si affrettarono, senza prendere nulla, a portarsi all’ultimo piano proprio sotto i tetti e qui con mezzi rudimentali praticarono un buco fra le tegole, vi si infilarono uno dopo l’altro, poi alla men peggio riuscirono a tamponare il buco fatto.
    Dai tetti poterono osservare lo svolgersi dell’operazione.
    Con mitra spianati i nazisti, urlando, avevano concentrato tutti i carabinieri nel cortile, dopo averli disarmati, poi alcuni gruppi perlustrarono i vani della caserma ed anche il soffitto.
    Da sopra i tetti, immobili, sentivano che stavano rovistando dappertutto e se trovavano qualcuno a calci lo portavano nel cortile assieme agli altri.
    Ormai avevano cercato in ogni angolo e quasi tutti erano nel cortile in attesa dei mezzi che li avrebbero caricati e deportati in Germania.
    Stava intanto albeggiando e per paura che dalle abitazioni vicine i due fuggiaschi fossero visti e segnalati decisero di tentare l’uscita; per una scaletta secondaria, si portarono ad una porticina che dava sulla strada, da questa spiarono, un nazista faceva la spola di guardia a quel tratto. Trattenendo il respiro ascoltarono quando la sentinella era passata e quindi avrebbe voltato loro le spalle. Aprirono la porta, in mutande e maglietta, di corsa, attraversarono la strada nascondendosi prima dietro le colonne del portico, poi entro un portone.
    La famiglia che vi abitava fornì loro vestiti borghesi che permisero di arrivare alle rispettive case.
    Tutti gli altri carabinieri furono deportati in Germania.
    Arrivato a casa, il mio amico, siccome abitava nella proprietà Zambonelli (Seniore della milizia), dovette non farsi vedere, ecco perchè aveva cercato rifugio sotto quelle balle di paglia e chissà quanto avrebbe dovuto restarci.
    Ciò anche perchè i tedeschi avevano in mano l’organico della caserma e non figurando lui fra gli arrestati, ci si aspettava che lo avrebbero cercato a casa; da qui il suo nascondersi.

    – Vieni con me – dissi – vado in montagna con i ribelli, almeno se dovrò morire lo farò con un mitra in mano!
    – Non venne, era ancora troppo scosso dagli ultimi avvenimenti o
    forse, valutando la vita terribile del ribelle, decise di restare.
    Una stretta di mano ed un abbraccio, unitamente a reciproci auguri, conclusero il nostro incontro.

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  12. avatarFausto Cotti - 25 aprile 2012

    Se lo sta promuovendo in tutte le scuole di Cento e dintorni, vuoi che non l’abbia letto? …segue anche questo blog

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  13. avatarAndrea Cotti - 25 aprile 2012

    Torino, il nonno di Antonella, era una persona davvero fantastica.

    Circa 40 anni fa mi chiamo’ a casa sua e mi mostro’ 4-5 mitra MAB che teneva sotto al letto dicendomi di prenderli, che probabilmente ne avremmo avuto presto bisogno.

    Allora ero Segretario Comunale del PCI ed il periodo era davvero preoccupante in quanto si susseguivano tentativi di colpo di stato, dal Borghese a quello di Sogno, e la democrazia era in pericolo.  Non li presi e lo ringraziai, dicendogli che certo lui avrebbe saputo come utilizzarli al meglio.  

    Era un tipo così zio Torino.

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  14. avatarGabriele Tesini - 26 aprile 2012

    Belle cose ragazzi Zii e Dartagnan, un po di uomini che non si arrendono mai e duri, di quelli che non ce ne sono più e che di duro anno solo il cervello, sì di cemento e con l’osso spesso…  😕

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  15. avatarAndrea Cotti - 17 maggio 2012

    ” Abbiamo perso una guerra per la democrazia. Molti l’hanno combattuta per noi nel dopoguerra e sono stati ammazzati per questo. L’elenco è interminabile, da Impastato a Ambrosoli, da Puglisi a Borsellino a Vassallo. La guerra civile non è finita nel 1946, è continuata fino ad oggi, ha prodotto migliaia di morti, decine di stragi, l’occupazione del potere da parte della P2, la fine della sovranità dello Stato nelle regioni dove regna la criminalità organizzata.

    … Non è tollerabile che un cittadino muoia di povertà, di debiti, di solitudine. O ce la facciamo tutti insieme o il Paese si disgregherà in mille egoismi. Una nuova dittatura è possibile.
    Il cittadino deve sentirsi protetto dallo Stato (e non lo è), uguale di fronte alla legge (e non lo è, dipende dal reddito e dallo studio legale che può permettersi), rispettato come contribuente (non preso per il culo da una serie infinita di condoni e dallo Scudo Fiscale). I cittadini devono potersi riconoscere nello Stato. Deve essere il nostro specchio. Noi siamo lo Stato. Il tempo dei pannicelli caldi, delle dichiarazioni ad effetto, delle mascherate televisive è giunto al termine. “

    Beppe GrilloOggi.

    Che quando spara cazzate va sputtanato senza pietà.

    Ma quando scrive pezzi come questo … sia dato a Beppe quel che è di Beppe.  :mrgreen:

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