150 anni di Italia unita

Terzigno, Italia?Dal 1861 al 2011 sono esattamente 150 anni dall’Unità d’Italia, e l’Italia tutta si appresta a festeggiare questo importante avvenimento, protesa verso il futuro per eliminare quelle differenze di cultura, di economia, di stile di vita, che in qualche “raro” caso appaiono nella nostra terra felice.

Ecco, forse a qualcuno piacerebbe poter sentire parole di tal fatta, ma appare sempre più difficile, ormai solo pochi uomini dello istituzioni, con un certo senso dello Stato, si mostrano rispettosi dell’unità e dell’esigenza di “fare gli italiani” dopo aver fatto l’Italia. Da ogni dove spuntano regionalismi e localismi che tendono a spaccare l’Italia e a dividerla in due parti, forse anche di più.
Ci sarebbero tantissimi episodi da ricordare come sintomatici in tal senso, ma uno su tutti appare più eclatante, perché rischia di incendiare letteralmente una intera regione, e cioè l’emergenza dei rifiuti in Campania che, oggi, esplode in tutta la sua virulenza nella zona vesuviana, dopo le recenti prese di posizione del governo che, dopo aver promesso di non voler aprire la discarica di cava Vitiello, la più grande d’Europa, in una regione già strapiena di invasi destinati a rifiuti, più o meno legali, promessa ribadita anche alla commissione europea che ha opportunamente visionato il luogo al fine di rendersi conto della situazione e ha deciso di bloccare i fondi europei finché la situazione non fosse risolta, criticando le scelte del governo in merito.

Parliamo di gente che difende la sua terra pesantemente inquinata da rifiuti di ogni tipo, anche tossici, e in parte provenienti dalle industrie del nord, gente che difende la propria vita e quella dei propri figli, che da anni, e non da oggi, protesta in maniera pacifica, gente che viene, però, puntualmente snobbata dai mass media impegnati a interessarsi di avvenimenti molto più importanti, come la morte del polpo Paul. Interessanti le parole in difesa dei vesuviani del più famoso dei padri comboniani, cioè padre Alex Zanotelli che ricorda l’aumento enorme dei tumori nella zona, e accusa la politica di volere inceneritori e discariche per gli enormi guadagni che consentono, indifferenti alla salute dei cittadini, e per questo impongono alla Campania un numero enorme di discariche ed inceneritori, numero senz’altro sovradimensionato rispetto alla quantità di
rifiuti prodotti dalla Campania, con l’evidente necessità di dover importare rifiuti (come accade da 20 anni) dalle altre regioni, per non determinare perdite economiche per le aziende private che gestiscono il ciclo dei rifiuti.

E questi cittadini italiani, invece di essere ascoltati dallo Stato, invece di essere difesi dallo Stato (ricordiamo che solo dopo le proteste di questi giorni hanno ottenuto un controllo sanitario sul territorio, cosa che dovrebbe essere prevista per ogni località adibita a discarica, in pratica dopo la protesta i vesuviani ottengono quello che gli spetta di diritto!), vengono tacciati dai mass media di essere dei fiancheggiatori dei camorristi, di essere loro stessi camorristi, come se la camorra avesse interesse a bloccare il suo più redditizio business, cioè appunto la gestione dei rifiuti. E dal canto suo il ministro Maroni invoca lo stop alle violenze, altrimenti minaccia l’uso della forza , come se fin’ora le manganellate ai manifestanti fossero stato altro!
I vesuviani che protestano per i loro diritti, per il diritto alla salute, ad una vita dignitosa, vengono manganellati e minacciati dallo Stato, trattati come briganti.

Certo fa pensare che proprio il partito del ministro degli interni, che oggi tuona contro le proteste di italiani manganellati, accorse a salvare gli allevatori padani che bloccarono il nord d’Italia per lungo tempo, provocando disagi enormi lungo tutto l’asse Milano-Venezia, invadendo le strade.
Per comprendere la vicenda dobbiamo ricordare che tempo addietro l’Europa decise di imporre delle quote nella produzione del latte a tutti i paesi, in modo da evitare eccessi di produzione che avrebbero danneggiato i produttori di tutta Europa. All’Italia toccò una quota molto bassa, forse per incapacità del negoziatore dell’epoca, disse qualcuno, ma secondo altri il motivo fu ben diverso. E cioè, l’Europa ci assegnò le quote che gli italiani dichiaravano di produrre, in quanto il resto era prodotto in nero!
E per questo la quota italiana, molto bassa, veniva sforata sempre, e tale situazione provocò l’applicazione di sanzioni dall’Europa. Gli allevatori, in un tale quadro, si dichiararono vittime, protestarono bloccando strade soggette a traffico intenso (mentre i vesuviani bloccano solo la rotonda che porta alla discarica) e ottennero rimborsi e sovvenzionamenti per 2 miliardi e 700 milioni. In sostanza, come accadeva da 20 anni e passa, furono gli altri italiani a pagare al posto degli allevatori, i padani se la cavarono, venne condonato ogni loro imbroglio a spese del fisco, e nessuno li accusò di essere delinquenti, mafiosi o briganti. E per giunta i soldi utilizzati furono sottratti alla quote FAS destinate al meridione, come confessato da Roberto Castelli in una puntata di Exit in onda su La7: “una volta tanto i fondi Fas sono tornati al Nord, ovvero a chi li ha pagati”.

Al nord i manifestanti che bloccano strade e paralizzano mezza regione invadendola con i loro mezzi vengono premiati, al sud i manifestanti che bloccano una sola strada che conduce ad una discarica inquinata, vengono manganellati e tacciati di essere camorristi.
Si celebrano i 150 anni di unità d’Italia!


Commenti
Sono stati scritti 4 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrez - 28 ottobre 2010

    Questo della ricorrenza dell”Unità d’Italia è un argomento che dovremo sviluppare bene, e nei prossimi mesi ne avremo senz’altro l’occasione.

    …per eliminare quelle differenze di cultura, di economia, di stile di vita, che in qualche “raro” caso appaiono nella nostra terra felice

    .

    Premesso che quelle differenze di cultura e stile di vita, per me sono una risorsa, altro che da eliminare,  scopro sempre più che siamo cresciuti istruiti nel mito e sull’eroismo dei Garibaldi e Cavour, Mazzini e Vittorio Emanuele III che hanno strappato il sud povero ed incivile dall’occupazione borbonica, creando l’Italia.

    Ma non è andata proprio così.

    Ci attende u’ampia e meticolosa opera informativa, per noi stessi innanzitutto.  :mrgreen:

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  2. avatarBsaett - 28 ottobre 2010

    Beh, avrei dovuto precisare meglio che il riferimento era alle differenze di partenza in merito alla cultura, all’economia, ecc…., tra nord e sud. 😀

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  3. avatarTiziana Bisogno - 29 ottobre 2010

    Ieri sera Castelli ci ha dato un saggio di come il sud sia considerato, come ha detto riguardo alle proteste di chi difende il territorio dalla devastazione continua?  “il solito piagnisteo”.  Alla precaria della scuola che chiedeva conto dell’operato del governo disse ” E’ giovane, carina… di che si lamenta?”

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  4. avatarBsaett - 30 ottobre 2010

    Castelli pratica la politica dell’appartenenza. Se appartieni alla loro fazione meriti, altrimenti…..
    Per capire come ragiona la Lega basta ricordare Malpensa!

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