Persiceto; e le piste ciclabili?

  In questo bel topic Franco Gambuzzi ci chiede: “…a San Giovanni come siamo messi con le piste ciclabili… ? “

Già, … come siamo messi?

E’ un argomento che abbiamo trattato più volte, ad esempio in aprile 2012 trattando di città intelligenti:

Una mobilità intelligente si ottiene con un sistema di trasporti non invasivo e sostenibile, innovativo e sicuro, capace di stimolare una viabilità interna ciclabile e quella verso/da i paesi limitrofi mirata all’uso di servizi pubblici elettrici agevolati,  ma anche offrendo ai cittadini reti di infrastrutture (Information and Communication Technologies -ICT),  cioè la diffusione capillare di coperture per l’informatica e le tecnologie digitali.

Al momento la viabilità interna ciclabile di Persiceto è ridotta ai viali della circonvallazione con raccordo per la stazione/polo scolastico e V. Crevalcore/V. Cento;  al percorso che raggiunge la zona commerciale del Poggio e a pochi ulteriori spezzoni, come V. Carbonara e V. Sasso per la Bora, malamente collegati tra loro. Anche se i progetti ed i proclami non mancano di certo:

Il progetto “Il territorio e i suoi prodotti” – Obiettivi specifici dell’Asse 3
(Piano Locale di Sviluppo Rurale integrato)

Obiettivo di questo lavoro è stato, da un lato, creare opportunità per la fruizione del territorio rurale attraverso la creazione di una rete di percorsi ciclopedonali e la valorizzazione delle peculiarità agricole, artistiche, storiche e ambientali e, dall’altro, promuovere forme di commercializzazione alternative dei prodotti agricoli come la vendita diretta in azienda. Partendo dal centro di ogni Comune, in sella ad una bicicletta o a piedi per i buoni camminatori, frecce indicatrici guideranno i visitatori attraverso il territorio toccando i siti più rilevanti sul piano storico-territoriale (chiese, edifici
storici) e paesaggistico-ambientale (maceri, fiumi, canali, siepi).

Il percorso è attrezzato con aree di sosta dotate di panche e tavoli in legno, targhe di descrizione delle realtà storiche incontrate (chiese, castelli, ville, ecc.), bacheche naturalistiche che descrivono le emergenze naturalistiche (maceri, vasche, siepi ecc.) e gli interventi ambientali attuati dai Comuni, nonchè cartelli di informazione sulle aziende del territorio (fattorie didattiche, agriturismi, Bed and Breakfast e aziende agricole aperte alla vendita
diretta dei loro prodotti biologici e/o di qualità).

Il progetto è stato realizzato dai Comuni aderenti alla Associazione Terre d’Acqua attraverso i finanziamenti del Piano Locale di Sviluppo Rurale.”

Per il resto, chi vuole usare la bicicletta deve percorrere le normali strade aperte al traffico, come ci suggeriscono le stesse pagine del sito del Comune:

“…Per chi fosse interessato a scoprire il territorio in bicicletta,  nella cartina seguente vengono indicati alcuni percorsi consigliati su strade secondarie e strade bianche nel territorio dei comuni di “Terred’acqua”. “

Chissà se tra i programmi elettorali per le prossime amministrative vi sarà anche un radicale ed efficiente intervento per la viabilità ciclabile interna?

  1.  

    • Roberto Venturi   Volevo ribadire solamente che il comune attualmente sta eseguendo un sottopasso ciclabile per collegare via marzocchi ( bora ) con via viazza e c’è un progetto per eseguire le rampe in un sottopasso eseguito dalle ferrovie che dovrebbe collegare via sasso a via Caravaggio , ma sembra che non interessi a nessuno. È il progetto della pista ciclabile che collegava crevalcore a Bologna sulla vecchia sede ferroviaria dove è finita ????

    • Giancarlo Romanini   Le “piste ciclabili interne”, cioé nei centri storici e aree residenziali, non sono ‘sta gran manna per la ciclabilità e la mobilità in generale_ già da tempo si pensa e si fa altro (anche in italia, qua e là)_ parlare di piste ciclabili è come parlare di raccolta differenziata_ chissenefrega quanta roba butti nei cassonetti colorati, l’importante è quanto si ricicla effettivamente e soprattutto quanto si riduce la quantità totale di rifiuti_ così per la mobilità non conta quanti chilometri di cosiddette ciclabili (la maggior parte degli amministratori dei tecnici dei giornalisti e delle persone ha conoscenze assai confuse sul tema) fai ma quanti ciclisti porti in strada e quante auto togli_ bisogna fare i conti in tutt’altro modo rispetto allo sviluppo lineare di ghetti per biciclette.

  2. Bell’argomento
    Per il programma elettorale non mi preoccuperei : certamente  verrà detto  le faremo , poi ottenuto  il voto sappiamo come va a finire
    E allora ?
    Allora  a me  piacerebbe  che  la lista  che  chiede il voto dicesse : sulla base delle attuali risorse  io so che potrò fare  X
    se poi riesco a fare di piu lo faro ! Semplice NO ?  Ma troppo ingenuo o al contario necessitano  politici  veri petr  avere  questo  coraggio e rispetto per i cittadini evitando  di promettere quello che già in partenza si sa inattuabile
    Aggiungo   ,ma siamo  certi che in tanti  tratti si possano chiamare piste ciclabili  ??

  3. “Allora  a me  piacerebbe  che  la lista  che  chiede il voto dicesse : sulla base delle attuali risorse  io so che potrò fare  X,  se poi riesco a fare di piu lo faro ! Semplice NO ? ”

    Perfetto.

    E’ proprio ciò che vorremmo fare.  Individuarne ed elencarne una decina di queste proposte, e poi andare a sentire che ci dicono quelli.  😉

  4. E’ vero, la situazione che viviamo non è delle migliori e quando si parla di piste ciclabili ci si sente rispondere che ci vuole ben altro e comunque costano: prima per farle poi per manutenerle. Io invece ritengo che siano un investimento produttivo non solo in termini di miglioramento ambientale ma anche, e soprattutto, in termini economici. Ora non parliamo di piste in città (sono d’accordo con Romanini che il più delle volte creano disagio, anche se io renderei le strade solo ciclabili), ma dei collegamenti con le frazioni e con le città vicine. In modo propedeutico bisognerebbe analizzare le caratteristiche del territorio ivi comprese le realtà sia produttive che commerciali e progettare dei percorsi tematici che riescano a rispondere a quanto viene richiesto in termini turistico-ricreativi. Fumoso? Può darsi. Sicuramente diventa più chiaro se, in accordo con le associazioni di categoria, e con il coinvolgimento diretto anche dei singoli operatori, si progettano soluzioni che rendano più e meglio fruibili i servizi che si possono offrire. Esempio: quante e dove sono le fattorie che producono prodotti agricoli, frutta e verdura, quante e dove sono le strutture ricettive (anche bed & brekfast) dislocate sul territorio, quante e dove sono attività di tipo artigianale? E’ un sogno impossibile pensare di organizzare una rete di percorsi pedonali e ciclabili che ne permettano una fruizione sicura.
    Non sarebbe una possibile soluzione utile anche all’economia diffusa sul territorio? E’ un sogno impossibile organizzare interventi condivisi con comuni adiacenti e, perché no, anche su base provinciale e interprovinciale? 

  5. Oltre alla viabilità interna del centro storico o dei punti ciclabili limitrofi, sottilinerei importanza di costruire pista ciclabile all’Amola, come già previsto e pubblicato su “altre pagine” e se si potesse avere la possibilità  di utilizzare un bus con regolare corsa giornaliera (senza utiliazzare quello a chiamata perchè costa di più) che collegasse la frazione Amola alla città, o alla stazione. Son servizi utili al cittadino!  Ah dimenticavo la nuova tassa che verrà applicata con la legge stabilità (trise), bhe sicuramnete mi dovrete spiegare i costi che i cittadini dell’amola dovranno sostenere per le spese indivisibili (illuminazione per strade) che ad oggi sono prive di illuminazione direi. Correggetemi se sbaglio!!!