Gli emigranti

emigrantiSi continua ad essere un popolo di Santi e Navigatori, artisti ed … emigranti.

L’esperienza dell’emigrazione oggi è cambiata, non siamo certo ai livelli di frustrante mortificazione di 50 anni fa, ma anche oggi il disagio rimane, oggi che oltre ai lavoratori ad emigrare sono anche scienziati e menti italiche pensanti, o semplicemente persone che  non ce la fanno più a vivere una non vita in questo disgraziato Paese.

Ne parla La Repubblica di questo tipo di emigrazione, e ha dato vita ad una interessante iniziativa, “Cara Italia, ti scrivo.it – Un Paese visto da lontano” invitando chi oggi lavora all’estero a raccontare la propria storia, a descrivere cosa li ha portati all’estero e come vedono il Belpaese da lontano.

“Noi, emigranti e invisibili”.  I ragazzi che lasciano l’Italia. Giovani, laureati, in fuga da un Paese che non gli piace, partono per scelta e non per necessità. Ecco i nuovi espatriati: nessun ministero li censisce, Repubblica.it ha raccolto le loro storie.

Ne sono uscite oltre 25.000 testimonianze che, oltre ad un interessante spaccato sociale, mostrano perplessità e insofferenze spesso simili, comunque condivise.

Vediamone alcune.

  • L’ Italia di oggi non ci piace più . Un individualismo sfrenato e la totale assenza di regole etiche condivise ha trasformato l’ Italia in un paese che non riconosco più’ come mio. La parola d’ ordine sembra sia: pensare solo per se’. Come e’ stato possibile che un intero paese sia degenerato così velocemente?
  • … la meschinità delle università italiane, l’assenza di curiosità intellettuale, l’inabilità a concepire il nuovo, lo stato generale di menefreghismo baronale, il senso di impossibilità, il si vedrà, il piede nella porta, il concorso con raccomandazione, la noia strisciante.
  • … qui in Francia sono più libero di vivere la mia omosessualità senza scrupoli, senza nascondermi, senza pregiudizi.
  • Qui in Svizzera ho un contratto a tempo indeterminato, condizioni id lavoro ottime, formazione continua assicurata, colleghi motivati e dinamici. In più, mio marito (non italiano) se ne frega altamente di Totti e Belen…
  • Mi sono sposato in Italia con una giapponese che dopo due anni non ce la faceva più a vivere in italia, disservizi, esperienze di razzismo e difficoltà a trovare lavoro ci hanno fatto andare in Giappone. Purtroppo non ho nostalgia dell’Italia che compare nei giornali e dei politici che la rappresentano, tutte le volte che dico la mia nazionalità scorgo un sorriso mal celato dal mio interlocutore.
  • … ditemi voi come posso vivere con una pensione di artigiano,di 585 euro al mese, in Italia ,senza una casa propria,dovrei andare a rubare o spacciare droga ma io in italia ho sempre vissuto con onestà, se voi mi spigate come posso vivere in Italia con quiei soldi, io posso lasciare il Brasile e tornare.
  • Dopo 35 anni di presenza a Bruxelles, ho imparato ad apprezzare la facilità con cui si vive in Belgio. L’Italia è bellissima, ma complicata da vivere.
  • Sono andata in Svizzera nel 1998 per studiare musica. In seguito ho deciso di rimanerci stabilmente: vita culturale e accademica sono, qui, molto più ricche e stimolanti. Enti pubblici e privati dedicano un’elevata percentuale delle loro disponibilità economiche alla ricerca, alle attività culturali, all’inserimento delle nuove leve nel mondo del lavoro. Inoltre, la qualità della vita, la maggiore trasparenza burocratica ed il sistema di democrazia diretta che caratterizzano la cosa pubblica elvetica non mi fanno mancare il mio paese d’origine
  • Ho davvero la genuina sensazione che le cose in Italia non siano più le stesse. Ne do la colpa alla politica disastrosa, soprattutto quella di questi ultimi vent’anni. Ho lasciato l’Italia quando aveva cominciato a soffocare …
  • Tutti i miei lavori all’estero li ho trovati in maniere ‘anonima’, sono stata scelta in base alle mie capacità e alla mia esperienza, non in base alle mie conoscenze. Vorrei tornare in Italia, ma quando cerco lavoro – ovviamente attraverso le mie conoscenze – mi offrono lavori da volontaria. Tutti i miei coetanei che vivono in Italia, intelligenti, istruiti, e anche di talento, faticano a sbarcare il lunario. La prospettiva di tornare allora mi terrorizza. E penso che l’Italia ha buttato e sta buttando via la mia generazione e quelle che seguono
  • Emigrato per la stanchezza di un lavoro che per tutta la mia vita trascorsa in Italia è stato sempre precario o in nero, senza alcuna certezza. Solo quella che sarei potuto essere licenziato da un momento all’altro senza poter avere nessuna copertura da parte delle istituzioni. Ma si sa, specialmente al sud la realtà è questa. O ti adatti ai ricatti, ad essere sottopagato, ad essere sfruttato per quelle che sono le tue competenze che esulano dal tuo specifico incarico e che non ti verranno mai riconosciute, al dovere pregare per avere qualche giorno di ferie (naturalmente non retribuito).
  • … essere un giovane laureato e/o dottore, in Italia, è come vivere in un incubo. Tutto inizia quando decido di andare a convivere con lei. Riusciamo a trovare un appartamento decente, mio padre mi lascia la sua auto vecchia. Non ci possiamo permettere di vivere al centro di Roma, e raggiungere il lavoro esclusivamente con i mezzi vorrebbe dire alzarsi alle 5.30 tutti i giorni. Per due anni, io e la mia ragazza abbiamo vissuto per lavorare e guadagnarci i soldi per pagare l’affitto e la benzina per andare a lavorare, i.e., prospettive future 0, proprio come il bilancio a fine mese. Dopo il dottorato, sono rimasto senza lavoro ed ho quindi deciso di venire in Olanda quando mi hanno offerto un ottima posizione come astronomo. Quì, per la prima volta, ho la sensazione di poter costruire qualcosa con le mie mani; è come aver iniziato una nuova vita. Io e la mia ragazza abbiamo preso seriamente in considerazione di trasferirci quì per un lungo tempo, con la speranza di vedere finalmente la fine del tunnel. In bocca al lupo!
  • …in Italia non c’è futuro alcuno, la corruzione a qualsiasi livello dell’amministrazione pubblica, la mafia al Governo (inutile giustificare-la verità la sappiamo tutti), un paese di ignoranti e pseudo-criminali che si identifica perfettamente nel soggetto che governa il Belpaese…Firenze mi manca da morire…ma in Italia mai più….ci ho vissuto 20 anni ..anche basta!! Se stai leggendo e sei in Italia e hai a cuore il tuo futuro, VATTENE .. la vita è una… e se proprio vuoi restare allora lotta se hai il coraggio e se ci credi..io probabilmente non ci ho creduto a sufficienza… un salutone dall’Australia…!

Briganti!

Rifiuti_VesuvioIl 28 agosto del 2008 il presidente del Consiglio dichiarava: “Procure e violenti non ci fermeranno”, e per risolvere l’emergenza rifiuti rispuntata nuovamente nelle terre campane, si militarizzarono discariche e termovalorizzatori. L’ennesimo decreto, l’ennesima legge speciale in deroga alle normativa nazionali, al fine di riportare la Campania alla “normalità”, al fine di risolvere il persistente problema dei rifiuti.
Oggi, nel 2010, dopo 2 anni di gestione commissariale affidata ad uomini nominati appositamente da questo governo, l’emergenza rifiuti esplode più virulenta che mai, a dimostrare che tutte le promesse sono state disattese, che nulla è stato risolto, nonostante i tanti proclami propagandisti. I soliti noti, politici e incaricati del governo, aizzano sul fuoco accusando gruppi anarchico insurrezionali di istigare la protesta sociale, ed accusano i cittadini di Terzigno e dei paesi limitrofi di essere quanto meno dei fiancheggiatori della camorra, insomma torna in voga la pista anarchica o camorrista per coprire due anni, se non di più, di fallimento totale nella gestione dell’emergenza rifiuti.

Dell’affare dell’emergenza dei rifiuti in Campania già si è detto, ma le novità degli ultimi giorni danno molto da pensare. Dopo alcune vaghe promesse del governo, poi immancabilmente disattese, si è deciso che la cava Vitiello sarà aperta , ed è la più grande discarica esistente in Europa, 320mila metri quadri, in confronto con la vicina discarica Sari di appena (!) 35mila metri quadrati.
Siamo nel cuore del parco nazionale del Vesuvio, un posto unico al mondo che è considerato patrimonio mondiale da parte dell’Unesco, e nel quale non si può piantare nemmeno un paletto, eppure proprio lì il governo decide di mettere ben due discariche.
Siamo nelle vicinanze di zone densamente abitate, paesi come Terzigno, Boscotrecase, Boscoreale, che sono già danneggiati pesantemente dalle esalazioni della discarica Sari, dai liquami che cadono dalle migliaia di camion che transitano in zona trasportando rifiuti, e minano irrimediabilmente la fertilità già da tempo compromessa della zona, una zona che è il luogo di produzione del famoso vino Lacryma Christi , uno dei più pregiati vini campani, la cui fama ha fatto fiorire miti e leggende intrecciate a quelle di questo stupendo angolo di paradiso: “Dio riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cielo strappato da Lucifero durante la caduta verso gl’inferi, pianse e laddove caddero le lacrime divine sorse la vite del Lacrima Christi”.
Oggi quei terreni sono a rischio, perché le discariche, in quella particolare zona caratterizzata da pietra porosa, tenderanno a infiltrare pesantemente il terreno, e a distruggerne la fertilità.

Quindi, non si chiude la discarica Sari, ma apre anche la discarica Vitiello, sommergendo così il Vesuvio di munnezza. Il sindaco di Boscoreale annuncia l’intenzione di gettare la tessera del Pdl: “Mi dimetto dal PDL. Non posso essere complice di una scelta così scellerata e grave. Si è badato solo all’immagine. Non si può penalizzare una comunità, come quella vesuviana, che ha contribuito ad eleggere questi parlamentari e questi vertici regionali e provinciali. La decisione di confermare l’apertura della seconda discarica rifiuti in cava Vitiello, e di continuare a sversare rifiuti nella cava SARI, senza bonificarla, è una scelta scellerata, grave e pericolosa sia per la salute della popolazione vesuviana, sia per l’ordine pubblico”. E continua : “La verità che mi sento di dire, da sindaco del Pdl, è che il mio partito, la regione, il governo, riaprono questa discarica per vincere le elezioni a Napoli. Stanno sacrificando la vita di 250.000 persone e il futuro dei nostri figli per motivi biecamente politici. E’ una prova di forza di cui l’Italia non aveva bisogno. La discarica Sari, quella attualmente esistente, è illegale. Abbiamo fatto denuncia alla Procura della Repubblica. Ci sono analisi che dimostrano come in quello sversatoio, fino a giugno c’erano sostanze cancerogene. Ma da giugno in poi, non abbiamo più notizie”.
Gli altri a cui si riferisce il sindaco sono i tanti che sulla gestione dei rifiuti hanno fatto la loro fortuna elettorale, dispensando promesse mai mantenute e annunciando soldi di compensazione mai visti.
La secondo discarica si farà, ed è ciò che fa scattare la protesta, una protesta attesa, immancabile, quasi provocata. I cittadini che vivono affianco alla prima discarica conoscono bene l’odore di munnezza nauseabondo che ammorba l’aria per tutto l’anno, sono ben consci dell’aumento di tumori per gli abitanti della zona, e poi quella è zona vulcanica dove la pietra è porosa, ed una discarica colma di rifiuti indifferenziati, anche pericolosi e tossici, visto che grazie ad un decreto del governo reso in periodo di emergenza alcuni rifiuti pericolosi possono essere smaltiti legalmente in Campania, mentre è vietato in tutto il resto d’Italia e d’Europa, diventa a tutti gli effetti una bomba biologica.

E allora scatta la protesta, a Terzigno la gente reagisce appena viene a sapere che la promessa del governo non è stata rispettata, l’ennesima, e la zona si trasforma in un campo di battaglia. I cittadini capiscono che non esiste nessun piano per uscire dall’emergenza che si trascina, con alti e bassi, ormai da 15 anni, e che dal 2008 anche questo governo ha prodotto solo parole. L’unico fatto è la militarizzazione delle discariche, i militari controllano le discariche e non fanno avvicinare nessuno, nemmeno per verificare cosa ci entra, e questo la dice lunga su quanto siano importanti, in termini economici, quelle discariche. Valgono denaro, molto, troppo denaro!
Non vi è alcun piano per risolvere il problema rifiuti, nessuna intenzione di far partire seriamente la differenziata, nessuna intenzione di creare centri di compostaggio, ma solo l’intenzione di continuare con discariche, discariche e discariche che ammorbano il territorio, distruggono l’ambiente e uccidono la gente, costringendola ad emigrare e divenire la forza lavoro delle grandi aziende del nord. Più forza lavoro c’è, più bassi saranno i salari che si possono imporre, si potrà giocare sulla “lotta tra poveri”, sul ricatto: “o lavori al prezzo che dico io o ne prendo un altro”. Discariche vicino ad altre discariche, come si è sempre fatto negli anni passati. Una volta era la camorra che apriva discariche abusive, adesso è il governo che requisisce cave, spesso abusive, e le utilizza come discariche. Una volta la camorra gettava rifiuti anche tossici nella discariche abusive, adesso è il governo che, legalmente, getta rifiuti pericolosi in discarica. Nulla è cambiato, tutto come prima! La munnezza rende troppo denaro.
E, appena giunge la notte, la polizia carica i manifestanti, accanendosi su di loro. Quelli non sono manifestanti pacifici, dicono le solite voci note che si sentono sempre in Tv, sono anarchici, sono camorristi, sono delinquenti, sono… briganti!

E allora la mente corre lontana a pagine della storia mai compiutamente studiate, pagine dimenticate e nascoste, la pagine della storia dell’unificazione dell’Italia, quando i piemontesi calarono al sud per “fare l’Italia”. Allora come oggi un governo del “fare”, quello di Cavour.
Dopo il passaggio di Garibaldi i piemontesi espropriarono subito i terreni, dati in enfiteusi ai contadini dai Borbone, e li assegnarono ai baroni e ai ricchi liberali, affamando il popolo.
Dopo poco tempo i meridionali si resero conto della situazione e il partito borbonico riuscì ad aggregare quasi tutte le componenti sociali intorno ad un sentimento patriottico ed antipiemontese, dai dipendenti pubblici alla magistratura, dalla popolazione alla classe dirigente. I briganti furono appunto espressione politica e guerrigliera delle popolazioni rurali che abitavano i centri urbani e che si sentirono ingannati, sfruttati e massacrati dal nuovo potere piemontese.
La repressione fu feroce e brutale, e si estrinsecò con stato d’assedio, fucilazioni in piazza, processi addomesticati e truccati, deportazioni di massa in campi di concentramento. La legge Pica abolì le garanzie costituzionali, e furono distrutti ben 51 paesi. Simbolo di tanta tragedia furono Pontelandolfo e Casalduni. Il 14 agosto 1862 le truppe piemontesi circondarono questi due paesi e massacrarono tutti, compreso donne e bambini.
Alla fine della cosiddetta guerra al brigantaggio, che durò oltre 5 anni, i morti meridionali furono circa 265.000. Cavendish Bentick disse che “il brigantaggio è una guerra civile, uno spontaneo movimento popolare contro l’occupazione straniera”. Uno dei tanti briganti, Gianni De Vita, ebbe a pronunciare queste parole: “fummo calpestati e ci vendicammo!”.
L’ignominia di questa unificazione fu denunciata anche nel parlamento piemontese. Il deputato Miceli esclamò: “un sistema di sangue è stato stabilito nel Mezzogiorno d’Italia. Ebbene non è col sangue che i mali esistenti saranno eliminati”. Lo stesso Napoleone III scrisse: “Ho scritto a Torino le mie rimostranze; i dettagli di cui veniamo a conoscenza sono tali da far ritenere che essi alieneranno tutti gli onesti alla causa italiana. Non solo la miseria e l’anarchia sono al culmine, ma gli atti più colpevoli ed indegni sono considerati normali espedienti: un generale, di cui non ricordo il nome, avendo proibito ai contadini di portare scorte di cibo quando si recano al lavoro nei campi, ha decretato che siano fucilati tutti coloro che vengono trovati in possesso di un pezzo di pane. I Borboni non hanno mai fatto cose simili. Firmato: Napoleone!”.

La politica piemontese per il sud fu molto semplice, smantellare tutta l’industria del meridione e saccheggiare le risorse, compreso la forza lavoro che emigrava al nord perché il popolo non aveva più alcuno sbocco lavorativo. I terreni erano in mano ai ricchi baroni, le industrie e le manifatture erano state smantellate. Oggi come allora, la stessa identica politica economica. Niente sviluppo per il sud, ma solo sfruttamento delle sue risorse, compreso il territorio. E chi si ribella, oggi, come allora, diviene brigante!

E’ ora d’andare

tropiciGià aria di partenza ed ho cominciato a preparare la valigia; si torna al lavoro.
La TV che a raffica continua a trasmettere info mortificanti mi deprime.

Non riusciamo proprio a cambiarla noi cittadini questa situazione di devastazione.

I finiani che approvano il Lodo Costituzionale al nano, e pure in modo retroattivo.
Si d’accordo, è solo un assenso in commissione, tattica insomma, che occorreranno ‘anni’ per renderlo operativo. Ma la cosa resta avvilente, uno si aspetta che finalmente si sia liberati dal nano e invece quello resta ancora lì.

Che non ce lo togliamo più quello.

TerzignoMetto in valigia una bottiglia di lambrusco in più, mentre sullo schermo appaiono le immagini della polizia che pesta una donna anziana sbattuta a terra a Terzigno.

Ha due casi di cancro in famiglia, è disperata per la salute dei nipotini e quelli la massacrano.

Là sono condannati all’intossicazione, mamme e nonne, famiglie e figli, tutti quanti. Non possono evitarlo nè protestare.

scontri-cagliariE poi tutti quei pastori anziani insanguinati a Cagliari,  nonni  pure quelli e massacrati accuratamente dalla polizia.

Non ci riesco a smettere di pensare all’Italia e cominciare a pensare al mio lavoro all’estero.

Non ci riesco e la mortificazione mi sale. Ma stiamo facendo tutto il possibile per questo nostro Paese disgraziato?

Arriva pure Cota tutto euforico perchè il Consiglio di Stato ha bloccato il riconteggio.  Il riconteggio è avvenuto ed è stata accertata la non validità delle liste,  ma il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza del Tar di Torino che ha deciso il riconteggio delle schede per la consultazione del 28-29 marzo. Cota resta, anche se ha vinto con i voti di liste non valide.

Un altro salame, che l’anno scorso li abbiamo finiti a Natale.  E quelli che troviamo là sono di bassa macelleria, roba unta e secca. Qui comincia a fare freddo e là si sta bene. Novembre e dicembre è come da noi a inizio giugno. Bellissimo. E poi quest’anno voglio prendermi una vacanza e visitare il Butan … ma la TV (Rai News24 ovviamente) non mi da tregua.

C’è Masi quasi arrapato che annuncia lo stop a Fazio. Niente Rossi e Saviano, nada Albanese e persino Benigni; “costano troppo” dice.  Poco importa che Fazio informi che visto l’interesse per il programma hanno raccolto un mare di sponsor, ben oltre le spese previste e Benigni fa pure sapere che lo può fare anche gratis. Avrebbero trattato di mafia e politica, rifiuti a Napoli e Palermo e della situazione de L’Aquila e poi della macchina del fango e dei dossier. Figuriamoci.

Una giornata campale insomma. Sembrano infierire tutti sul mio lasciare l’Italia e non riesco a non sentirmi un pò verme. Vado a spassarmela nel Paese dei sorrisi al sole dei tropici e lascio tutti qui in questa devastazione infetta.

Metto un’altra bottiglia di lambrusco dai.

Terzigno-Napoli

Instantempo

LogoMiniIl forum giorgiotave ha fatto partire il suo nuovo SEO Contest, e la parola chiave scelta stavolta è instantempo.

L’ultimo SEO contest GT è stato oltre 2 anni fa per pagerank-patatrak che è seguito al mitico fattori-arcani del 2006 e al capostipite dei contest Seo velocipedi-equestri del 2004.

Indimenticabili i tanti trukki e le mille genialate che furono impiegate dai vincitori e da tanti partecipanti nelle edizioni precedenti. Ad ogni Contest SEO ne succedono di tutti i colori ma si impara tantissimo, offrendo incredibili spazi all’esperienza delle nuove “leve” che si misurano direttamente con gli esperti e soprattutto si studia tutti, che un SEO Contest è sempre un momento importante di approfondimento delle proprie conoscenze!

Ma ecco come si svolge la gara instantempo

Gara-Test di Posizionamento GT

Instantempo

Regole ammesse:
E’ concesso usare qualsiasi regola.

Chi Vince:
Offrono ben 8 riconoscimenti in palio.

I risultati per i vincitori saranno rilevati alle ore 12:00 del 6 Dicembre 2010 .

1° Premio: il sito che appare primo chi risulta primo su Google.it per la chiave instantempo.
2° Premio: il sito che riuscirà a posizionarsi meglio su Google.it, Discussioni, Blog, Video, Immagini, Aggiornamenti e News.
3° Premio: al sito che, riuscirà a posizionare nella migliore posizione con la chiave instantempo su Google.it un contenuto di uno dei tre social Facebook, Twitter e YouTube.

Cosa si vince:

1°: un iPad offerto da 3BMeteo.com
2°: ingresso V Convegno gt
3°: Accesso gratuito al Corso SEO Online

Premiazione:
Avverrà a Riccione, sabato 11 Dicembre 2010, nel corso di un aperitivo cerimonia che si terrà subito dopo la prima giornata del V Convegno gt.

Se qualcuno dei nostri lettori è appassionato di SEO (Search Engine Optimizator) è vivamente consigliato a partecipare; non costa nulla ed il bagaglio di esperienze che si acquisiranno sarà formidabile, facendo di un piccolo web-smanettone uno scafato esperto.
Ma anche gli esperti possono ottenere incredibili aggiornamenti, che dall’ultimo test-contest sono passati oltre due anni, che per Internet equivalgono a 3 ere geologiche.
Nel mezzo ci sono stati aggiornamenti e rivoluzioni (le danze) nei motori di ricerca da far impallidire le vecchie Allegra, Bourbon e Jagger con l’ampio spazio offerto ai CMS, l’influenza dei Blog (come questo, che vede i suoi nuovi articoli aggiornati in google in 2-3 minuti) e l’ampia influenza dei Social Network, che hanno letteralmente rivoluzionato il SEO.

E’ dunque ora di testare, indurre risultati e studiarli. :mrgreen:

Vuoi Studiare? Vuoi imparare come si posiziona il tuo sito? Allora partecipa; … non ci sono iscrizioni, crea solo la tua pagina e posizionala per la chiave ” instantempo “.

Buon Studio e Buon Instantempo. 😀

Partito del buonsenso e dell’onestà

dreamAbbiamo un sogno.

Ho fatto un sogno, è meraviglioso e non intendo più svegliarmi.

Ho sognato che un bel giorno, un giorno non lontano, stanchi di attendere e sperare in tempi migliori, i settori più attivi della società civile si riuniranno per organizzare tutti insieme il cambiamento politico nel nostro paese, creando un’alternativa credibile, seria, affidabile che tutti gli italiani potranno abbracciare al di là dei rispettivi percorsi politici di provenienza.

Un nuovo soggetto politico, estraneo a tutte le vecchie logiche partitiche.

Un movimento fondato semplicemente sul “buonsenso”; quanto basta a capire che la raccolta differenziata è mille volte meglio degli inceneritori, che il risparmio energetico e le rinnovabili sono le vere alternative alla follia del nucleare, che le grandi opere servono solo ai grandi affari mentre sono le “piccole opere” quelle che migliorano davvero la vita della gente!

Un movimento che sa dire sì quando è il momento di dire sì e no quando è il momento di dire no, in modo chiaro e comprensibile a tutti: sì all’integrazione, al rispetto delle diversità, al pluralismo, alla libertà d’informazione, alla pace. No al razzismo, all’esclusione, al monopolio dell’informazione, alla censura, alla guerra e ad ogni forma di violenza.

Sarà così, riflettendo tutti insieme sui contenuti, che i rappresentanti della società civile -raccolti intorno a un tavolo- si accorgeranno di avere fra di loro molti più punti in comune di quanti non ne abbia mai avuti al proprio interno nessun partito nella storia repubblicana. Si renderanno conto cioè di avere creato in tutti questi anni di impegno silenzioso, non soltanto un orizzonte di valori comuni, ma anche un vero “programma” di azioni da realizzare per risollevare il paese, un programma fondato su una visione della società che nessun partito -fino ad ora- ha mai realmente promosso.

E così, mostrando una saggezza che non si è mai vista in Italia, questi “leader” di un “movimento senza leader” sceglieranno consapevolmente di fare ciascuno un passo indietro, per poterne fare dieci avanti tutti insieme.

Ho sognato che ognuno metterà da parte per un attimo quel pizzico di orgoglio, più che legittimo… direi quasi sacrosanto, per i percorsi meravigliosi che ha creato fino ad ora e rinuncerà alla propria sigla, al proprio nome, al proprio logo, per vederne i contenuti aprirsi all’intera società.

Sarà un atto di coraggio e grandezza d’animo, oltre che di lungimirante umiltà!

Un gesto di portata storica, che aprirà uno scenario nuovo per il paese.

E sarà così che in un solo giorno decideranno di fondersi tutti insieme -per un obiettivo comune- le associazioni di volontariato, i comitati, i movimenti e le liste civiche territoriali, le reti di comuni e gli enti locali virtuosi, il mondo del commercio equo e dei gruppi di acquisto solidale, le esperienze di finanza etica e di consumo critico, il mondo ecologista e quello pacifista, i comitati per i beni comuni e quanti si battono contro tutte le mafie… per creare uno straordinario progetto politico unitario ed aprirsi ad ogni singolo cittadino onesto del nostro Paese!

E tutti insieme creeranno un Partito ispirato al buonsenso e fondato sull’onestà, che inizierà da subito a presentare il proprio programma su internet, nelle piazze, in tutte le riviste della società civile, nei bagni in spiaggia e nelle baite in montagna, nelle liste d’attesa dei pediatri e delle poste, nei pub e ai concerti… spinto dall’entusiasmo di milioni di volontari di ogni età che ritroveranno finalmente il piacere di impegnarsi civilmente per il proprio paese.

I sondaggi presto rileveranno il peso enorme di questo partito, per cui presto anche le tv non potranno più ignorarlo e la visibilità sarà così moltiplicata.

I tentativi di screditarlo -e ve ne saranno diversi- falliranno miseramente, perché la credibilità delle persone che lo rappresentano è tale che non potrà essere smontata così facilmente.

I migliori esponenti della società civile, infatti, si impegneranno in questa sfida che la storia ha posto sul loro cammino.

Gli altri partiti, terrorizzati, reagiranno come possono, alla vecchia maniera, facendo mirabolanti promesse a cui nessun italiano ormai crede più e insinuando che i rappresentanti del nuovo “partito” non possono essere all’altezza della sfida, troppo inesperti dei meccanismi della politica e dell’economia…

A quel punto però nessuno li ascolterà, né replicherà, perché il “programma di governo” della nuova realtà è ormai chiaro a tutti e soprattutto pare scritto dalla gente, finalmente.

Si taglieranno gli inutili e costosissimi investimenti in armi, così come tutti i vergognosi privilegi della Casta, si riaffermerà con forza il valore della cultura, dell’istruzione pubblica, della sanità pubblica, dell’acqua pubblica, si ridistribuirà finalmente la ricchezza nel paese dopo decenni di accresciuta disuguaglianza, si stringerà un patto di solidarietà fra le generazioni che interromperà quella odiosa “guerra fra genitori e figli” sul piano professionale, sociale ed economico.

Liberi dalla paura, così a lungo strumentalizzata per fini elettorali, si ritroverà il piacere di uscire di casa, di stare insieme, di incontrare l’altro. Il razzismo sarà sconfitto dall’amicizia (e quando è il caso anche dall’amore) promossa da precise politiche volte a favorire l’incontro fra le culture.

Le esperienze virtuose -dopo innumerevoli e conclamati successi- verranno prese a modello per tracciare le politiche nazionali, finalmente improntate su una sana ricerca della felicità, più che sulla assurdità della crescita illimitata del PIL.

L’occupazione ripartirà fondata su base più solide, libera dalle fluttuazioni e dalle speculazioni della finanza e più concretamente incentrata sull’economia reale, sull’energia verde, sugli scambi locali, sulla solidarietà. Una solidarietà che andrà anche oltre le frontiere affrontando le sfide globali della fame, della sete, dell’analfabetismo, del lavoro minorile, con la necessaria efficacia.

Ho sognato che la stragrande maggioranza degli italiani -gente onesta che si alza la mattina per andare a lavorare, fa la fila in posta, rispetta il rosso al semaforo- troverà nel “Partito del buonsenso e dell’onestà” il proprio riferimento naturale alle elezioni, e milioni di cittadini che avevano abbandonato il voto perché esasperati e delusi, ritorneranno alle urne non dovendo più scegliere il “meno peggio”, ma potendo finalmente scegliere il “meglio”!

E così alle elezioni sarà un vero trionfo e la gente tornerà a sorridere, libera da quel velo grigio che impedisce oggi di guardare al futuro con speranza e serenità.

Le divisioni ideologiche presto saranno dimenticate e i nostri nipoti un giorno non riusciranno a capire, studiando la storia sui libri di testo, come noi abbiamo potuto impiegare tanto tempo prima di renderci conto di avere la forza necessaria e le capacità sufficienti per realizzare questa rivoluzione pacifica, prima di divenire consapevoli che questo sogno poteva davvero divenire realtà.

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