Napolitano e i giovani

Il Presidente della Repubblica NapolitanoE’ spontaneo domandarsi se il nostro Presidente della Repubblica sia con i giovani nell’ascoltare l’ipnotico messaggio di fine anno col quale, dall’alto dei suoi 85 anni, esorta i giovani a non perdere le speranze (perché, ne è rimasta qualcuna?) e invita a non emarginare i suddetti dalla vita del paese. Poi, come se nulla fosse, firma la riforma Gelmini.
Ora, so bene che ognuno ha diritto di pensarla come vuole (beh i politici in genere non sono d’accordo su questo principio volterriano, ma passiamo oltre per il momento), ma io mi chiedo se, in considerazione del fatto che i “giovani” è dal 2008 che protestano contro la riforma Gelmini (anche se i mass media se ne sono accorti solo quando hanno invaso le strade, in modo da poterne stigmatizzare la vena “terroristica”), e hanno anche presentato circostanziate critiche ad alcune norme della legge, se davvero il Presidente della Repubblica avesse voluto dare speranza ai giovani, non avrebbe fatto meglio a non firmare quella legge?????

Prima di rispondere, dovete sapere che lo stesso Presidente della Repubblica ha sollevato alcune “criticità” (pare si dica così quando c’è qualcosa che non va!) relative alla legge.
I punti sui quali si sollevano le criticità sono vari, come la richiesta di aumentare le risorse a disposizione degli atenei, la necessità di confrontarsi con le parti interessate alla riforma (forse gli studenti, anzi i giovani?), ma anche l’articolo che destina il 10% delle borse di studio ai residenti della regione dove è localizzato l’ateneo, norma che, scrive il Colle, “appare non pienamente coerente con il criterio del merito” che deve essere indifferente alla residenza.
Altra osservazione del Colle riguarda lo status di professore aggregato, in quanto nella fretta di approvare la legge, sono state approvate due norme in contrasto (uno modifica e l’altro abroga la norma prevista dalla precedente riforma Moratti).
Altro punto di criticità è la norma sui contratti di insegnamento, ritenuta di dubbia ragionevolezza in quanto considera il reddito in aggiunta ai requisiti sceintifici, ed infine l’articolo che taglia tutti i contenziosi sui lettori in madre lingua, figura da anni al centro di polemiche e ricorsi alla Ue, con condanne a carico del nostro paese e pronunciamenti della Consulta, articolo che secondo il Quirinale dovrebbe essere riscritto sulla base del consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale. La riforma Gelmini, invece, con un colpo di spugna li inquadra tutti come ricercatori (non professori) e così dichiara estinti tutti i contenziosi.

Orbene, in considerazione del fatto che ci sono vari punti da chiarire, varie norme da riscrivere, insomma alcune cose da modificare, in considerazione del fatto che l’intero impianto normativo è contestato dalle parti che dovranno subire la riforma, soprattutto gli studenti che, infatti, protestano da tempo, in considerazione di tutti questi elementi, mi viene spontaneo chiedermi: ma se davvero Napolitano voleva andare incontro ai “giovani”, non far perdere loro le speranze, non era meglio rimandare indietro la riforma e chiedere quanto meno la soluzione di quelle criticità, in modo da dare un segnale di “speranza” ai giovani?
Firmando e contemporaneamente monitando sull’esigenza di tener conto dei giovani l’impressione è che si sia voluto fare la solita opera di andare incontro alle altre parti solo a parole, mentre nei fatti ci si disinteressa del tutto dei “giovani”.
Adesso la riforma è legge, la Gelmini ha detto che terrà conto di quanto detto dal Colle, il che molto probabilmente significherà che la legge andrà avanti così (come accadde col pacchetto sicurezza del 2009 che anch’esso presentava delle criticità mai corrette), senza nessuna modifica e i giovani, per l’ennesima volta perderanno le speranze che qualcuno dei politici realmente si interessi di loro.

Io, dal canto mio, ho sempre ritenuto che se una legge non va bene non la si firma, prima la si mette a posto e poi la si promulga, ma questo è un mio pensiero del tutto personale.
Comunque, se proprio non vogliamo perdere le speranze, forse bisogna guardare alla Corte Costituzionale, che già più volte ha sancito l’incostituzionalità di varie norme approvate, e firmate dal Presidente della Repubblica, come il pacchetto sicurezza sopra ricordato.

  1. Come scrive oggi Travaglio, il passato dimostra che quando hanno detto che avrebbero tenuto conto delle osservazioni del Presidente della Repubblica, non lo hanno fatto, vedi pacchetto sicurezza.
    Però vedo stanchezza, in Napolitano, più che altro. Che deve dire, in fondo? Questi approvano le leggi in un nano secondo, con scene alla Rosi Mauro che farebbero vergognare chiunque ancora credesse che quello del parlamentare sia un lavoro serio: non si può ridursi a sperare nel capo dello Stato.

  2. “Punti di criticità”. A me alcuni punti paiono incostituzionali, come quella della quota del 10% sulle borse di studio da riservare agli studenti iscritti in un ateneo della propria regione di residenza. Ma ha ragione Bruno, ormai questo eufemismo è entrato a pieno titolo nel linguaggio moderno per indicare qualcosa che non va.  Criticità. In base a questa legge, per poter avere un contratto di insegnamento, non bastano i titoli culturali e scientifici, occorre avere anche un reddito non inferiore a 40.000 euro. Sennò non sei nessuno. Ecco, questo sembra essere il vero nocciolo della questione. Il reddito. Se non ne hai già uno mediamente elevato non vai da nessuna parte. Anche gli studenti dovranno restituire le borse di studio al termine degli studi. A rate.  Chi vuole studiare deve contrarre un mutuo col ministero del tesoro. Insomma, con Tremonti. 
    I lettori diventano ricercatori? bene, ma chi paga? e se i fondi di funzionamento ordinario (quelli con cui si pagano gli stipendi) sono stati ridotti, con quali soldi si potranno pagare?
    Questa legge è una legge voluta un po’ da tutti, anche dal PD che solo negli ultimi giorni ha cavalcato la protesta dei ricercatori e degli studenti, ma i 10 punti sulla riforma del sistema universitario che l’allora segretario Veltroni fece presentare dalla Picierno ricalcavano pari pari gli obiettivi di questa ultima gelminata.
    Non mi ha meravigliata affatto la firma di Napolitano, piuttosto sono rimasta sorpresa dalla rapidità con cui ha incontrato gli studenti.  Per uno che non prende mai una posizione chiara, quell’incontro è stato come la zampata di un felino.  Qualcosa non torna.

  3. Su Napolitano abbiamo già scritto più volte, esprimendo i nostri dubbi sull’efficacia e la trasparenza della sua azione. Vale la pena dare ora un’occhiata ad uno di quegli articoli.

     

    Bsaett:

    … ma se davvero Napolitano voleva andare incontro ai “giovani”, non far perdere loro le speranze, non era meglio rimandare indietro la riforma e chiedere quanto meno la soluzione di quelle criticità, in modo da dare un segnale di “speranza” ai giovani?

    Vero.

    Evidentemente ha solo voluto mostrare di andare incontro alle altre parti a parole, mentre nei fatti anche lui si disinteressa del tutto dei “giovani”. E come dice Tiziana, è sospetta la rapidità del suo incontro con gli studenti per  uno che non prende mai una posizione chiara; la zampata di un felino che, nell’altra zampa, teneva pronta la penna per firmare.

    Ed i  giovani, per l’ennesima volta, hanno perso le speranze che qualcosa possa cambiare. Che è esattamente quanto vogliono i nostri politici.

    Non vedo stanchezza in Napolitano, ma complicità; … berlusconizzazione.

  4. L a stanchezza ha tanti aspetti. Io a 85 anni vorrei fare il mio mestiere e non quello di un altro. Non si doveva lasciar arrivare il nano a questi punti, oltrepassando ogni limite. E’ come far volare un aereo scassato e scaricare ogni possibilità di salvezza sul pilota.
    Quelli di Ciampi erano tempi diversi. Oggi vedo il non ritorno: cadesse domani, l’opposizione non è nemmeno in grado di abolire le sue fanfaluche chiamate leggi. Ichino ha già avuto tre orgasmi con l’accordo Fiat. 

  5. Consolatevi,
    Il caimano ha ancora tante cartucce che non ce lo immaginiamo nemmeno, ti fa credere di essere in affanno, ma è solo strategia. E’ da quando fa politica che sa farsi sottovalutare . Semplicemente dosa le munizioni.
    Sono 15 anni che diciamo che abbiamo toccato il fondo..Ricordate Alfredino Rampi?  Uguale.
    Prepariamoci al prossimo presidente, che sia lui o Scilipoti o Previti…Vedrete come li mettono a posto gli studenti e gli operai della fiat…..Ciaoooo