Letizia Moratti: orgia della satira

parcheggioAuto parcheggiata in seconda fila a Milano.

Il web è in fibrillazione e le sceneggiate berlusconiane (finte aggressioni e finti zingari pro Pisapia, finte moschee al quartiere “Sucate” e finti volantini del Comitato Pisapia ) hanno suscitato una vera e propria esplosione di ilarità e sarcasmo.

Degna di nota la pagina Facebook di Red Ronnie dove a migliaia non gli danno tregua facendo (dopo la sua sparata) a gara a chi inventa l’accusa più improbabile e esilarante nei confronti del candidato sindaco del centrosinistra.

Le adesioni sono cresciute fino a che è stato creata una pagina ad hoc “E’ tutta colpa di Pisapia” che in poche ore ha raccolto 10.286 like.

“Pisapia si sta talmente antipatico che voterà Letizia Moratti”
“con Pisapia la nebbia di Milano arriverà fino a Palermo .. persino a ferragosto”
“è stato Pisapia a pagare la casa a Scaiola a sua insaputa”
“Pisapia prima mi ha detto che mi amava, poi si fa beccare a letto con la mia migliore amica”
“Pisapia ha allenato l’Italia agli ultimi mondiali”
“Se ascolti i discorsi di Pisapia al contrario sentirai versi satanici”
“Pisapia è la figlia di Mubarak”.

Comunque vada a finire, perlomeno ci si è divertiti un pò. :mrgreen:

La lezione di Strauss Kahn

Strauss KahnL’aspetto più interessante della questione legata all’imputazione per stupro dell’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss Kahns, oggi comunemente indicato come DSK, è il differente metro utilizzato dalla stampa americana e quella europea nel trattare la vicenda.

Gli americani non hanno esitato, come spesso fanno in nome di una supposta libertà di stampa, a sbattere in prima pagina un uomo così potente da poter gestire le crisi monetarie e i fallimenti di intere nazioni, mostrandolo con le manette ai polsi e portato senza alcun riguardo in galera. Una sorta di gogna mediatica senza alcun rispetto della privacy, applicata, quindi, ben prima che vi sia un qualsiasi pronunciamento di un magistrato.

Ben diversa l’impostazione della stampa europea, in particolare quella francese, la quale si sarebbe mossa come consuetudine secondo quello che il New York Times definisce “il codice del silenzio”, in base al quale nel momento in cui un personaggio francese potente, come lo è DSK, viene implicato in uno scandalo, la stampa fa di tutto per proteggerne la privacy cercando il più possibile di evitare di fornire dettagli che in qualche modo potrebbero distruggerne la reputazione.

Secondo alcuni commentatori francesi, che ribadiscono il principio della tutela della vita privata, questo differente modo di approcciarsi alle notizie scandalistiche che toccano i potenti, renderebbe superiori gli europei, principalmente i francesi si intende, agli inglesi e agli americani. Ma qualcuno, dopo il trattamento decisamente molto più “democratico” tenuto da parte della stampa americana, si è spinto fino a sostenere che i giornalisti francesi forse non hanno fatto il loro lavoro correttamente. Qualcuno ha detto: “noi siamo stati complici nel mantenere tanti segreti e adesso dobbiamo ridefinire il nostro ruolo in modo più aggressivo e dire che non tutto il privato è privato”.

Si tratta di una presa di coscienza piuttosto interessante nell’ambito della stampa francese, un barlume di ripensamento sul particolare riserbo che tributa ai potenti, come del resto accade spessissimo anche in Italia. Il potente è potente, per cui ha diritto ad un trattamento di riguardo, a differenza del quisque de populo che può essere sbattuto in prima pagina impunemente. Qualcuno ribadirà che in realtà una tutela per il cittadino qualunque c’è sempre, ma bisogna intendersi che qui ci riferiamo ovviamente a personaggi pubblici, non a semplici privati per i quali sostanzialmente manca del tutto l’interesse pubblico a ciò che fa della sua vita.

Secondo alcuni il riguardo particolare della stampa francese in realtà non sarebbe altro che la classica foglia di fico per proteggere un lavoro lobbistico, perché quando lo scandalo minaccia di distruggere la reputazione di un personaggio potente, i politici fanno quadrato e si dicono scioccati, gli amici increduli, i giornalisti dibattono se sia il caso di investigare, e poi finiscono sempre per non rivelare ciò che potrebbe danneggiare la reputazione del malcapitato. Il metodo risulterebbe quindi funzionale a consentire il depositarsi del polverone, in modo simile al detto siciliano “calati juncu ca passa la china” (calati giunco che passa la piena), così permettendo, trascorso un certo periodo di tempo, al potente di tornare alla sua vita di potere di sempre, e di conseguenza ai suoi vizi. Qualsiasi scandalo, quindi, in un certo qual modo viene progressivamente riassorbito, e tutto ritorna come prima.
È davvero questo modo per proteggere la vita privata quindi la privacy del cittadino? O forse è semplicemente un modo che gli uomini potenti hanno, controllando ovviamente i mass media, di tutelare gli amici e in ultima analisi anche se stessi?

In Italia sembra che negli ultimi anni si sia voluto applicare lo stesso criterio, proteggendo in tutti i modi possibili i potenti che si vedono coinvolti in scandali, di tipo giudiziario, politico o semplicemente sessuale. Forse l’Italia è solo l’eccesso di un modo di intendere la tutela della riservatezza dei potenti?

L’ultima pagina, in ordine temporale, della vicenda di Dominique Strauss Kahn, si è scritta proprio negli ultimi giorni quando l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, accusato di violenze sessuali su una cameriera d’albergo, è stato inviato agli arresti domiciliari. Sfuggendo all’esercito dei reporter, è arrivato in un residence a sud di Manhattan, ma in un appartamento ben diverso da quello dove era originariamente destinato. Questo perché nel residence di lusso dove avrebbe dovuto andare inizialmente, dove risiedono altri potenti come lui, i condomini gli hanno sbattuto la porta in faccia. Neppure i 14.000 dollari al mese che era pronto a sborsare sono bastati ai condomini per accettare un potente toccato dallo scandalo. Addirittura per questo motivo si è dovuti ritornare dinanzi al giudice che aveva concesso gli arresti domiciliari perché accettasse la nuova e diversa sistemazione dell’indagato Strauss Kahn, che ha dovuto attendere in un limbo per parecchie ore.

E se il sistema giudiziario americano a noi europei è spesso apparso troppo sbilanciato verso l’imputato, c’appare del tutto paradossale che la prima vera “sentenza” emessa in questo scandalo sia quella dei condomini di un residence di lusso.
Una cosa del genere nell’Europa dalle tradizioni antichissime difficilmente sarebbe accaduta, anzi, come già detto, la stessa casta si sarebbe stretta attorno lui per proteggerlo e per manifestarne l’innocenza. Appare evidente, quindi, una forte differenza tra il modo di intendere il rapporto tra la stampa e i potenti, ma anche dell’opinione pubblica verso il potente colto in uno scandalo.
È l’indice di una superiorità degli europei nei confronti degli americani, oppure soltanto il sintomo di un ossequio eccessivo e deleterio per il potente di turno?

In Italia, ricordiamolo, in nome della difesa della privacy, spesso intendendosi quella dei potenti, si sono firmate fior di proposte di legge per poter impedire ai giornalisti di riferire degli scandali giudiziari, delle voci o anche dei fatti riguardanti uomini potenti, che in qualche modo possono danneggiarne la reputazione. E questo mentre il nostro paese è costantemente invaso da telecamere di video sorveglianza, ormai autorizzate dappertutto in nome di una supposta sicurezza che è sempre più assente, e il governo si premura continuamente di limare la privacy dei cittadini capovolgendo le ottime norme che noi avevamo in materia di marketing telefonico e postale.

Obama cala le sue carte

barack-obama1

Forte dell’enorme crescita d’immagine e prestigio ottenuta con l’annuncio della morte di Osama Bin Laden, il Presidente USA Barak Obama ha finalmente reso pubblico il suo ‘Grande Progetto’ a cui lavora probabilmente dall’inizio del suo mandato:  un Nuovo Ordine del Medio Oriente sotto stretto controllo degli Usa e dell’occidente.

Ora non vi sono più dubbi; Obama si è mosso da statista, con prudenza e riservatezza ed ha semplicemente ridisegnato l’ordine delle cose in Medio Oriente.

E lo ha fatto da democratico e da capitalista, con l’uso della forza ma puntando ai diritti civili, ed offrendo agli Usa e a tutto l’occidente una colossale via d’uscita alla crisi; l’enorme mercato dei popoli arabi internetizzati e bramosi di occidente.

Scrivevamo a Febbraio:

… Visto il fermento generale di tutta l’area del Maghreb compreso Libia e Siria e l’evidente intervento degli Usa, appare ragionevole ipotizzare un’ampia manovra capace di redisegnare l’attuale stato di cose nell’area.

…  gli Usa – (e qualcuno ha accennato anche ad Israele …/… Israele mi sembra che appaia piu’ come uno strumento [e successivamente il fine] degli Usa, i veri artefici, in questo processo) – hanno potuto procedere liberamente nell’influenzare, anche pesantemente, l’equilibrio di quei Paesi.

Tunisia ed Egitto è stata quasi una passeggiata. Ma sembra prossimo (se non già partito) il coinvolgimento di Algeria, Libia e Siria in questa strategia.  E questo certo cambierebbe completamente l’attuale equilibrio nello scacchiere arabo.

Continuando con le ipotesi, non escluderei che Obama spinga (e abbia le condizioni) per imporre una forma accettabile di democrazia in quei Paesi arabi, coinvolgendo realmente i rappresentanti del popolo nei futuri governi; questo sarebbe la fine definitiva dei vari sultanati e cambierebbe completamente tutto lo scenario pan-arabo.

Se questo avvenisse, Iran e Pakistan (e Afganisthan) sarebbero messi seriamente in difficoltà; in pochi mesi si rivoluzionerebbe ciò che due generazioni di Presidenti Usa, ( i Bush padre e figlio) non hanno ottenuto in vent’anni e con due guerre.

Con l’uso sapiente di internet, che Obama conosce molto bene, sono state stimolate ed accese le sommosse di popolo miranti all’ottenimento dei diritti civili, diritti che le TV di Stato fortemente controllate dai regimi certo non stimolavano, ma la rete si, scevra da ogni manipolazione statale .  Abbiamo poi visto come un profondo quanto discreto lavoro di intelligency con le Forze Armate locali abbia reso possibile il passaggio dei poteri in Tunisia, Egitto e Yemen, e come lo stia rendendo possibile in Libia e Siria.

Il tocco finale dell’annuncio della  morte di Osama ed il conseguente forte ridimensionamento dell’influenza del Pakistan nella regione hanno  fatto da catalizzatore al progetto.

Caduto Assad in Siria, l’Iran perderà tutto il suo potere e sarà l’ultimo atto di questa manovra, l’obiettivo finale.

Ma vediamo i punti salienti del discorso di Obama di ieri.

* Uno Stato Palestinese che riconosca Israele ridimensionato nei confini del ’67.  Ovviamente entrambi si sono immediatamente dichiarati contrari alla proposta, come bambini capricciosi che non vogliono  la medicina amara e pestano i piedi (Netanyahu è solo interessato a far affari con la speculazione edilizia nei territori occupati e Hamas ad arricchirsi con i ricchi finaziamenti provenienti da Iran, Siria e Paesi Arabi), ma hanno ben poche speranze, ed Obama ha tutti gli strumenti per imporre loro questa scelta.

* La democrazia negli Stati Arabi.  Significa aprire un mercato colossale paragonabile a quello ottenuto con la seconda guerra mondiale.  Internet, TV satellitari ed i telefoni cellulari, a differenza delle TV di Stato,  l’hanno resa improcrastinabile. Ed Obama presenta il suo grande Piano Marshall per l’Oriente: “Abbiamo chiesto a Fmi e Banca mondiale di presentare un piano di aiuti per Egitto (a cui gli Washington annullerà un miliardo di dollari di debito) e Tunisia che verrà presentato la settimana prossima al G8 di Deauville” che mira a sostenere anche altri Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa.

* Obiettivo Iran. A differenza di Bush, Obama non si prepara ad invadere l’Iran con bombardieri e carri armati, ma con la tecnologia e la libertà.  E ha tutta l’aria di poterci riuscire.

* Lavoro ed emancipazione per giovani e donne.  “Un Paese non può essere civile nè progredire senza l’apporto reale e completo di metà della sua popolazione; le donne. Nè è pensabile tenere milioni di giovani disoccupati e privi di ogni libertà”.  E’ retorica certo, ma è maledettamente reale, oltre che condivisibile, così come l’intenzione di Obama di voltare questa triste pagina.

Di fatto Obama sta compiendo una macroscopica operazione imperialista, anche se la attua usando internet al posto dei bombardieri, ma il risultato è e sarà sempre più l’occidentalizzazione del Medio Oriente.  Come tutti gli invasori, anche Obama dichiara di farlo per esportare democrazia e libertà ma stavolta nel piano d’invasione non sono previste vittime. (Salvo qualcuna eccellente).  Capitalisti si insomma, ma non carnefici stavolta.

Mi fermo qui per il momento; che ne dite?.  :mrgreen:

Silenzio

Silenzio totale, possibile che per 15 giorni rimanga in silenzio? Dimezzati i suoi voti di preferenza a Milano. Batosta in Sardegna dove il nucleare è stato clamorosamente cancellato. Probabile batosta fra 15 giorni (ci auguriamo). Processi in corso, tensione con la lega e un maledettissimo referendum che si preannuncia nefasto. Ormai non può più presentarsi in tribunale rivendicando il consenso degli Italiani. Oggi ormai possiamo considerarlo l’utilizzatore…terminale.

Come al solito tutti voi direte che ha sempre il coniglio nel cappello e l’asso nella manica, ma stavolta mi puzza tanto che Antigua si avvicina. Lasciatemi sognare. Che sia impegnato a fare i bagagli? Del resto lui stesso lo ha previsto: “questi magistrati mi costringeranno ad andare all’estero”.

Povero Silviuccio, Senza di lui l’Italia dovrà sbattersi per diventare un paese normale, impresa ardua. Le truffe, l’evasione fiscale, l’indebitamento generalizzato, la calunnia,il pattume, il menefreghismo, la glorificazione dell’ignoranza, L’obnubilazione televisiva, l’ostentazione della ricchezza, la mafia, passeranno di moda…

Già oggi Milano non è più da bere (come ai tempi di Bettino), oggi Milano è incazzata.

Per lui l’esilio ad antigua con le sue troiette, le sue piscine, i suoi schifosi soldi, con Apicella, Mora e Fede. Sarà terribile.
Certo, terribile. Perchè la sua megalomania e smania di onnipotenza lo faranno soffrire continuamente. Sarà costretto a fare bunga bunga tutto il giorno pompandosi il pistillo con l’apparecchiatura sottocutanea. Non può certo rischiare di passare per impotente o addirittura frocio non vi pare?
Ma a lui piaceva fare i suoi merdosi comizi raccontando le barzellette ai suoi sudditi dalla lingua prensile. Piaceva fare lo sborone al G7 Sfilando davanti ai picchetti d’onore con la fanfara. A dare pacche a Putin Bush e Gheddafi, sentendosi amato e osannato.
Ad Antigua, oltre alle aragoste e mignottelle ci sarà poco altro.

Ricordate cosa successe a Gesù? Appena arrestato il popolo gli si rivoltò immediatamente contro crocifiggendolo.

A Piazzale Loreto furono gli antifascisti dell’ultima ora, quelli che voltarono gabbana all’ultimo minuto ad inveire terribilmente sul corpo già martoriato del Duce.

Speriamo davvero che se ne vada, perlomeno ci risparmierebbe lo spettacolo.

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Commenti
Sono stati scritti 6 commenti sin’ora »
avatarMassimo Domenici – 18 maggio 2011
…utilizzatore ….terminale (mi piace)….auspicabile direi!! :mrgreen:

Pensa invece a questo malato terminale, che ha avuto la fortuna di essere nato in Canada che gli ha evitato di sostenere le BR e di sorbirsi Berlusconi; almeno morirà felice!! :-)

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avatarAndrez – 18 maggio 2011
Sarà costretto a fare bunga bunga tutto il giorno pompandosi il pistillo con l’apparecchiatura sottocutanea.
ridere6

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avatarcarmengueye – 18 maggio 2011
In mezzo a quei begli indigeni che gli ricordano cosa vuol dire essere vivi!

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avatarZeitgeist – 19 maggio 2011
Io non spero che se ne vada, spero che prima di sparire dalla scena, passi attraverso una piazza per la lapidazione … “Che ciò tanti sassiii” … 😈

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avatarCotti Fausto – 19 maggio 2011
Almeno Craxi beccava le monetine…

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avatarcarmengueye – 19 maggio 2011
E certo, proprio così, senza pagare dazio, gli andrebbe un po’ di lusso.

Sgarbi: batterò Saviano!

sgarbi-savianoMasi l’aveva voluto assolutamente, pressato dal diversamente alto da contrapporre con Ferrara e Belpietro ai giornalisti di sinistra alla Santoro – Dandini – Fazio – Floris.

E Vittorio Sgarbi con ‘Ci tocca anche Sgarbi‘, costo 1,5 milioni a puntata, era certo di battere tutti i recor ed umiliare persino Saviano.(10,4  milioni di spettatori,  43% di share)

E invece il suo programma è stato subito sospeso dopo la prima puntata, in quanto gli ascolti sono stati sfacciatamente bassi: 2.064.ooo telespettatori, l’8,27% di share.  Meno della metà del diretto concorrente ‘Chi l’ha visto’ su Rai3.

E dire che Sgarbi era felicissimo: «dopo il programma, quando ancora non erano noti gli ascolti, sono stato invitato a cena a casa del Presidente del Consiglio».

E adesso in RAI c’è chi si chiede chi è che deve pagare il costo salatissimo di questo flop, gli utenti o il Presidente del Consiglio?

Intanto Vittorio Sgarbi,  en passant sindaco di Salemi, in seguito alle indagini della Magistratura e sequestro dei beni di un suo stretto collaboratore, ne approfitta per informarci chela mafia non ha fatto nulla contro di noi, è dall’antimafia che ci dobbiamo difendere“.