Minzolini era comunista

Minzolini era comunista, anche Ferrara, anche Liguori. Tanti sono quelli che dicono di essere stati tali e che in qualche modo dicono di aver capito che dopo questa esperienza di vita, dovevano evolversi e che quindi era meglio diventare ruffiani.

Del resto, quando il PCI di Berlinguer prese distanze dall’Unione Sovietica e accettò di stare nella NATO, il capitalismo non era più un nemico, ma un sistema da “migliorare”… Loro hanno capito immediatamente e si sono adattati subito intascando danaro e lavorando di buona lena con l’unico inconveniente di doversi togliere ogni tanto i peli dalla lingua.

Per tutto il dopo guerra fino ad oggi, tanti “compagni” si sono arrabattati, leggendo mattoni come “rinascita” studiando gli scritti di Mao, di Marx, di Lenin, frequentando scuole di partito, facendosi indottrinare e indottrinando altri.
Dopo le scelte politiche del PCI e l’intenzione di raggiungere il “compromesso storico” con la DC, i comunisti “veri” (quasi tutti studenti o ex) si divisero nelle sigle più disparate: Maoisti, trozkisti, lotta continua, servire il popolo ecc.. Facendo a gara a chi aveva capito meglio e quindi rivendicando l’essere più comunisti degli altri.

Non ho intenzione di parlare degli anni di piombo perchè c’è già chi ne parla a iosa.

Oggi si può dire che l’essere comunisti è visto in due modi: o esseri demoniaci che mangiano bambini e portano la Nazione alla rovina e allo sterminio degli oppositori politici (come fece Stalin), oppure intellettualoidi nostalgici fuori moda.
La situazione rispetto al passato non è cambiata, oggi i partiti o i gruppi politici che si definiscono comunisti o di sinistra sono ancora tanti. Ognuno si differenzia dall’altro per il colore dei calzini, oppure dal tipo di occhiali o dal rumore delle scorregge.

Tanta gente ipotizza che Gesù fosse comunista. Ma come faceva ad esserlo se non aveva letto Marx?
Oppure era Marx che aveva letto il vangelo?
Bellissimo il monologo di Benigni ne “il papocchio” dove arriva alla conclusione che l’unica differenza fra quello che dice Dio e quello che dice Marx sta nel fatto che il secondo esclude l’esistenza del primo.

Quello che scrisse Marx, era una ipotesi di società futura più giusta ed equilibrata che doveva mettere al centro il bene di tutti e non dei pochi. Questo necessita un genere di uomo nuovo, che partecipa alla vita collettiva e all’auto governo della società e al suo benessere, altruista, che ascolta gli altri, che li convince e si lascia convincere, che rinnega la guerra e ogni tipo di violenza..che ama il prossimo come se stesso… Per questo tanti dicono che Gesù era comunista.
Ma lui non voleva cambiare la società, voleva cambiare gli uomini. Anelava al regno dei cieli.

Lenin dopo la rivoluzione di Ottobre mise in pratica l’idea di quella nuova società, ma il popolo russo era ignorante e Stalin con la sua spaventosa sete di potere, seppe girare molto bene la frittata portando la Russia a quella sanguinosa dittatura che oggi chiamano comunismo.
Enrico Berlinguer era comunista, anche lui aveva letto Marx e Lenin e dedicò la sua vita a questa passione. Ma prima di questo era cresciuto formando se stesso, accrescendo la propria cultura, imparando e facendo propri quei princìpi del vivere civile che prescindono da ideali politici: onestà, rispetto degli altri e delle leggi, disposizione al dialogo, al confronto, al rispetto delle idee altrui anche quando sono estremamente opposte.
Anche Ernesto Guevara era comunista. Ma prima di diventarlo fece lo stesso lavoro su di sè come Enrico.
Era di famiglia agiata e diventò dottore. Prima di diventare comunista passò anni a curare gratuitamente lebbrosi a suo rischio.
Chiunque può imparare a memoria Marx, fare le scuole di partito, imparare a parlare e a convincere la gente. Diventare un “quadro”, saper fare comizi e fare a gara a chi sfoggia più parole difficili (così il volgo non capisce una mazza e pensa che sei intelligente), oppure fare il contrario utilizzando il metodo moderno berlusconiano basato sullo sfoggio dell’ignoranza e della cafoneria.
Sgarbi è considerato un grande conoscitore d’arte ma rimane uno stronzo.

Con qualsiasi etichetta ci si possa autodefinire, se uno è stronzo, è stronzo e tale rimane.

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Commenti
Sono stati scritti 3 commenti sin’ora »
avatarcarmengueye – 25 giugno 2011
Ora vado di corsa, ma qualche riflessione flash mi viene. C’è ormai una gara a rivendicare un passato di sx, pure Brunetta si è definito uomo di sinistra. E’ una boutade e vale almeno a rivelare quanti balordi girano per la politica, il giornalismo, lo spettacolo italiani. Serve , nelle loro intenzioni, a screditare il comunismo. Ma esso non è all’ordine del giorno. Immagino che dovremo esere un po’ tutti comunisti d’ora in avanti, poi può piacerci la modica quantità o l’overdose, che però mi pare non giovi. Personalmente non mi confronto con qualche modello. La strada del progressismo è sempre stata la più difficile e i cecchini non mancano. Come dice Fausto, prima che comunisti bisogna essere umani, onesti e magari, se si vuole davvero esercitare la passione politica, pure preparati.

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avatarAndrez – 26 giugno 2011
Fausto:
… una ipotesi di società futura più giusta ed equilibrata che doveva mettere al centro il bene di tutti e non dei pochi. Questo necessita un genere di uomo nuovo, che partecipa alla vita collettiva e all’auto governo della società e al suo benessere, altruista, che ascolta gli altri, che li convince e si lascia convincere, che rinnega la guerra e ogni tipo di violenza..che ama il prossimo come se stesso…
Questo è cristianesimo Fausto, … mica comunismo. :mrgreen:

Marx questi aspetti li ha aggiunti (dal Manifesto al Capitale) solo per addolcire la medicina e renderla appetibile alle masse ignoranti, (le masse lo sono da sempre ‘ignoranti’… guarda oggi) così che fossero pronte a farsi sbudellare per essa, ma quel potere in suo nome conquistato era già previsto che finisse rigidamente nelle mani di Soviet Supremi, più o meno umani o sanguinari, ma comunque ‘supremi’, nel senso che comandavano e decidevano solo loro.

Il Cristianesimo, la giustizia e l’eguaglianza, il ripudio delle guerre e l’amore per il prossimo, … sono un’altra storia.

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avatarCotti Fausto – 26 giugno 2011
“ama il prossimo come te stesso” chiaramente era una provocazione, rifacendomi al rapporto fra Dio e Marx che fece Benigni nel suo monologo. Del resto lo sanno anche i sassi che per Marx la religione era l’oppio dei popoli.

Il pensiero di Marx lo conosci molto meglio di me, lui concepiva la guerra come fenomeno naturale del capitalismo, ipotizzava che una volta sconfitto, la società sarebbe stata più giusta e senza guerre. Vedeva nel danaro “il demone” che portava ad ogni tipo di ingiustizia. Non credo che Marx scrivesse le sue idee con lo scopo finale di far sbudellare la gente per realizzare la sua rivoluzione proletaria. Vedeva la fine del capitalismo come un processo inevitabile.

E’vero che come gestire il “dopo” non si è sbattuto tanto, ci ha pensato Stalin come sappiamo bene.

Io non credo nemmeno che il cristianesimo sia espressione totale dei pensieri ed insegnamenti di Cristo e che il comunismo ipotizzato da Marx sia quello prodotto in Russia da Stalin o quello odierno Cinese o coreano.

Il mio articolo vuole essere un mettere a confronto la politicizzazione e l’indottrinamento (per vari scopi), con la indispensabile crescita intelletuale e morale dell’individuo.