Il PD intossicato e Fini

Fini-BerlusconiAppaiono sconcertanti i contorcimenti che il PD mostra di fronte al tentativo di Fini di dare una svolta all’attuale scempio della democrazia e delle istituzioni posto in essere dal Premier ed al quale sino ad ora Fini non è riuscito a sottrarsi.

Dalle posizioni di D’Alema che propone una non meglio specificata coalizione Fini-D’Alema, Casini-Rutelli (con l’ombra di Montezemolo) si arriva al fastidio espresso da molti, Bersani in testa, per i problemi che il Presidente della Camera sta creando al loro rapporto preferenziale col Cavaliere.

Certo Fini non aveva più alternative, ma tuttavia sta mostrando coraggio ed è ammirevole questo suo tentativo di ribadire la sua proposta di una destra moderna, liberale e democratica, espressione delle istituzioni italiane e della Costituzione.

La  strada appare lunga e quasi inpraticabile ma se mai il progetto di Fini andasse in porto segnerebbe una svolta per il Paese rendendo in un attimo superata e persino ridicola l’attuale casta del PD, che oggi può continuare ad esistere solo nell’anomalia Silvio-Mediaset.

Fini si muove consapevole di giocarsi tutto e fuori da interessi personali o di potere, e anzi lo rischia tutto il potere oltre ai vantaggi della sua attuale posizione. La sua azione oggi riguarda di fatto la sopravvivenza dei valori della Costituzione repubblicana, le libertà di tutti e di ciascuno ed un futuro europeo per l’Italia, invece di una satrapia orientale.

Oggi Berlusconi tenterà di tutto per annientarlo ma è evidente che è iniziata una resa dei conti che vedremo comunque all’opera nelle votazioni per le prossime leggi di svolta totalitaria, innanzitutto da quella che punisce con la galera i giornalisti che continueranno a fare il loro mestiere di informare. Per Fini basterebbe non votarle e spiegare il perché agli  italiani ed essi capirebbero. E se dovesse cadere il governo, in Parlamento ci sarebbero i numeri per un governo di “lealtà costituzionale”. E milioni di cittadini in piazza per appoggiarlo.

Ma il Premier è ancora molto potente grazie soprattutto alla buona volontà del PD, l'”oppositore” perennemente con la mano tesa, abituato a ballare alla musica altrui e sempre pronto a concedere quelle “riforme” che gli consentono la sua blindatura, giustizia prima di tutto, anche di fronte alle costanti umiliazioni che puntualmente Berlusconi infligge ai suoi dirigenti.  Mi lascia sbigottito in questo contesto la reazione del PD. Letta, Bersani e gli altri mi sembrano sconcertati e seccati per l’iniziativa di Fini e nascondono a fatica una amara malcelata ostilità.

Appaiono stizziti dalla possibile divisione dei finiani, in quanto essa renderebbe difficile il “loro” percorso per “fare le riforme” di Berlusconi, come se queste fossero davvero essenziali per l’Italia.

Se rivediamo una ad una le posizioni che Fini ha espresso nel corso di questi mesi, ne esce un programma di scelte più che condivibili,  dal ruolo del Parlamento alla integrazione degli immigrati e fino alla giustizia. Ma il PD non offre alcuna sponda a queste sue scelte, non le sostiene anche se appaiono compatibili con quelle di una sinistra democratica e fortemente all’avanguardia per una destra moderna.

Preoccupati da questi eventi, i leader del PD si riuniscono a Val Montone e ribadiscono tre punti essenziali delle richieste berlusconiane: no allo Statuto dei Lavoratori, si alla riforma della giustizia, si alla “sicurezza”.

Il vice Segretario del PD Enrico Letta va oltre e presenta un programma in dieci punti di evidente supporto a Confindustria.

I Senatori del PD depositano il ddl Nerozzi-Marini che introduce in Italia il CPE (Contrat première embauche) appena respinto dalla classe operaia e degli studenti francesi. Esso prevede l’abolizione dell’art.18 e la precarizzazione di tutti i contratti.

Bersani stesso appare fortemente infastidito dall’azione dei Finiani, e l’ha liquidata considernado che “pensano ai loro problemi e non agli italiani”. Ma non mi pare proprio che si possa liquidare la questione sollevata da Fini con queste parole che mostrano non solo incomprensione ma anzi un certo fastidio.
E’ evidente che avessero una sceneggiatura già pronta per alcuni minuetti da fare con Berlusconi attorno alla Costituzione italiana ed eccoli apparire irritati per questa “complicazione” Fini.

E’ altresì evidente che se mai Fini dovesse riuscire nel suo tentativo di modernizzare questa destra spazzando via Berlusconi, nella nuova Italia che nascerebbe non vi sarebbe più posto nemmeno per questo ciarpame politico che oggi intossica il PD.

  1. Quindi ora sappiamo che non è vero che abbiamo bisogno “solo ” di facce nuove..abbiamo molto bisogno anche di coraggio ..che è quello che ha dimostrato Fini, l’ultimo vero politico d’Italia indipendentemente dalla posizione. I suoi valori sono al momento quelli dei quali abbiamo più bisogno ora nella situazione nella quale siamo. Troppi “accordini ” dietro le quinte per il PD da poter in nessun modo poter essere presi in considerazione. Spero veramente che tutto quello che subirà Fini per la sua “insubordinazione” dia una scossa ai tanti altri troppo timorosi di esprimersi..e agli Italiani il coraggio di “votare e partecipare” che qualcuno là c’è..e non è Silvio!!

  2. Quella delle facce nuove è una leggenda metropolitana. Ne abbiamo viste, negli ultimi anni: Capezzone, Meloni, Carfagna, Salvini…e ne avremmo fatto proprio a meno. Ci vogliono idee, onestà, tenacia, resistenza…e se ce l’hanno dei giovani, meglio. Ma basta davvero con la retorica delle facce nuove, maschere sottili con dietro il nulla. 

  3. E’ sempre un pò un modo di dire quello delle “facce nuove”, un modo per ricordare che “quelle vecchie” (D’Alema, Veltroni, Franceschini, Letta, la Bindi, Violante, Bersani ecc.) hanno sbagliato in modo disastroso tutto quanto potevano sbagliare.

    Il gattopardismo è ampiamente diffuso ovunque, anche nel PD; cambiare tutto affinchè nulla cambi.

    Conosciamo molto bene i nomi dei personaggi  emergenti noti (evitiamo il termine “giovani”)  che potrebbero far voltare pagina al PD; Civati, Serracchiani, Renzi, Zingaretti, Chiamparino, Soru ecc. ai quali dovremmo aggiungerne almeno una dozzina “meno noti” ma altrettanto validi.

    Guardiamo invece i componenti della Segreteria Nazionale del PD, nominata da Bersani il 29  dopo la sua vittoria alle Primarie di ottobre:

    Segreteria

    Maurizio Migliavacca
    Coordinatore della Segreteria

    Roberta Agostini
    Salute e Conferenza delle donne

    Stella Bianchi
    Ambiente

    Cecilia Carmassi
    Politiche per la famiglia, Associazionismo e Terzo settore

    Stefano Fassina
    Economia e lavoro

    Catiuscia Marini
    Europa, Relazioni internazionali e Diritti

    Matteo Mauri
    Infrastrutture e Trasporti

    Marco Meloni
    Riforma dello Stato, P.A., Università e Ricerca

    Matteo Orfini
    Cultura e Informazione

    Annamaria Parente
    Formazione politica

    Francesca Puglisi
    Scuola

    Nico Stumpo
    Organizzazione

    Davide Zoggia
    Enti locali

    Sono quasi tutti “giovani”; …conoscete qualcuno di loro a parte Catiuscia Marini?

    La Marini  com’è noto ha ricevuto la nomina a candidata Governatore dell’Umbria, poi vincendo le elezioni, solo grazie a sofferte Primarie, ottenute combattendo con gli stessi leader del PD quasi come in Puglia.

     

  4. Il coniglio è ritorato nella cuccia,da dove a mio parere non si è mai mosso.Sono anni che predico che chi è stato alla corte del caimano ,ha subito “l’illuminazione”$ ,è stato calamitato$ ,ed è illusorio che lasci questo regno.Ciò nonostante in moltissimi plaudono a queste meschine messe in scena, per poi rimanere cocetemente delusi. Ma  è mai possibile, ci sia un branco di coglioni, che non abbia ancora capito con chi ha  a che fare. La memoria storica ,passata,  ma sopratutto recente,  non vi ha insegnato nulla di questi scagnozzi , dediti solo al loro tornaconto e all’estasi del potere.Svegliarsi!!!!!!!!!!!!!!!