Francesco Guccini

Guccini_con_la_moglieL’altra sera ero lì, nel mio candido lettino, quando di colpo ti spunta Guccini in TV.

Rai International trasmetteva un bel programma sul Francesco, con tanto di interviste, storia della sua vita e brani musicali. Ed è stato un fantastico flash.

Guccini era stato uno dei miei punti di riferimento all’inizio degli anni ’70; a vent’anni è difficile guardarsi dentro e capirci qualcosa, comprendere cos’è che siamo e cosa vogliamo davvero, e lui aveva questa capacità di trasmettermi con i testi delle sue canzoni (e con la passione con cui le eseguiva) ciò che sentiva profondamente e che anche io sentivo.

Era come avere un fratello maggiore col quale dialogare ad ogni uscita dei suoi dischi.

Mi parlava della sua vita, dei suoi amori e dei suoi sentimenti; di come si rapportava alla politica e alle vicissitudini quotidiane e di come riusciva a guardarsi dentro e fare i conti con sè stesso. Era capace di apparire onesto e spietato in quelle sue autoanalisi e puntualmente mi rivedevo in quelle difficili scelte quotidiane.

Che dovevo costruire la mia personalità ed è difficile essere uomini.

Poi negli anni ’80 la cosa passò, cambiò la mia vita e di lui mi rimase un gradevolissimo ricordo. Ma non lo ascoltai quasi più.

E l’altra sera ritrovarmelo lì in TV mi ha dato una forte emozione, che era tanto che non risentivo le sue canzoni e quei miei sentimenti.

La TV mostrava un vecchio montanaro settantenne, di fianco ad un camino antico nella sua Pavana con barba e capelli bianchi, un po’ trasandato, grassoccio e vestito alla buona.

Ma era immensamente sereno.

L’intervistatore gli chiedeva, tra un filmato d’epoca e l’altro, di quella volta che ottenne 2 voti per Presidente della Repubblica, oppure di quando lo nominarono Cavaliere, e lui schivo che rispondeva quasi schernendosi, – ah si, … ma erano cose così, tanto per fare… – quasi dimenticandosi.

Tutte quelle sue introspezioni, quell’essere severo con sè stesso e vivere coerenetemente erano serviti dunque. Era un vecchio che vedevo, ma soddisfatto di sè, di uno con i conti a posto e che nello specchio la mattina vede serenità.

E mentre mi cullavo beato in queste riflessioni, mentre collegavo quelle sue tante lezioni di vita alla calma appagatezza che mi aveva appena trasmesso, è finito il programma.

cianoticoEd improvvisamente è apparso l’utilizzatore finale.

Aveva la pelle butterata e la faccia gonfia, cianotica.

Ogni suo poro irradiava odio e livore e dallo sguardo traspariva l’infetta metastasi che da sè stesso ha attaccato allo Stato ed alle Istituzioni.

Un essere penoso ed astioso, sicuro di poter imporre agli altri la sua volontà,  in eterno conflitto con il mondo e, nel caso, deciso a vendere cara la pelle.

Camicia e cravatta intonsi. Capelli neri.

E quasi la stessa età di Guccini.

Il contrasto tra i due stili di vita mi è apparso nella sua immane  mostruosità.

Ma non sono riuscito a provare la pur minima pietà per il devastato.  :)

  1. Ma dàì Andrea…vuoi mettere  Pavana, il limeentra e il fiaasco con la coca, lele mora  e Arcore???

  2. … la coca, lele mora  e Arcore

    Così, tanto per capirci; questo è il Limentra:

    E questo è il mulino del nonno di Guccini (e di suo zio Amerigo) da lui restaurato: