I partiti sono tutti uguali

Il grande Giorgio Gaber cantava libertà è partecipazione.

Spesso rivedo quei bei film o documentari in bianco e nero del dopoguerra, dove si vedono i muri tappezzati di manifesti elettorali con striscioni appesi sulle contrade, comizi ad ogni angolo delle città o dei paesi e automobili che girano tutto il giorno con megafoni gracchianti.
Forte era, dopo 20 anni di dittatura e 5 di guerra la voglia di partecipazone, di cambiamento, di libertà.
Molti dicono che oggi è solo cambiato il sistema propagandistico, ma non è cosi’.

Ad ogni richiamo alle urne, tanta gente si impegnava distribuendo volantini, giornali di partito, discutendo nelle piazze, attaccando adesivi alle automobili o alle motociclette.
A quel tempo la funzione dei partiti era quella di rappresentare un ceto sociale, un ideale politico, che fosse
rivoluzionario riformista o conservatore.

I cittadini partecipavano (principalmente quelli di sinistra), lavorando nelle feste di partito che avevano come scopo principale il coinvolgimento della gente, la crescita politico-culturale dei simpatizzanti, promuovendo dibattiti sui temi che avevano a cuore.
Dappertutto c’erano sezioni dove ci si poteva incontrare, fare amicizia, confrontare i vari giornali discutendone, dibattere sulla linea del proprio partito e votare i propri candidati alla gestione del partito stesso e alla rappresentanza parlamentare.

Gli eletti al parlamento sentivano il proprio compito non come un privilegio ma come una missione.

Purtroppo l’impossibilità nel tempo di una alternanza alla guida del paese è stato il motivo principale della decadenza della politica Italiana. Per decine di anni, gli stessi uomini si sono scambiati le poltrone dei ministeri, facendo decine di crisi di governo, richiamando il popolo ogni volta al voto, promettendo sempre le stesse cose che poi non venivano puntualmente mantenute. La questione morale si è fatta sempre più grave ed evidente.

Questa situazione ha portato la gente ad allontanarsi dai partiti perchè la loro funzione è stata snaturata.
Ricordate Pannella che parlava sempre di “partitocrazia”?
Oggi la parola “partiti” fa ribrezzo … meglio “lista civile” o “movimento”, per il grande desiderio di partecipazione dal “basso” che non c’è più.
Le sigle dei partiti cambiano tanto in fretta che la gente non li ricorda neanche più. I politici, invece se li ricorda benissimo.

La preoccupazione di questi signori è solo tornare sui loro scranni, (meglio se di governo). La politica è diventata
uno spot pubblicitario che si manifesta esclusivamente nelle risse televisive dove si parla tutti insieme, dove chi urla più forte vince.
Questi programmi (anche non politici) sono un invito alla stupidità, alla violenza, al menefreghismo, alla volgarità,
alla sopraffazione. Sono un insulto all’intelligenza delle persone, alla loro onestà, alla morale comune.

Oggi, riguardo la gente del dopoguerra, si potrebbe pensare che erano tutti ingenui, che erano stupidi nel credere nei partiti, che erano degli illusi…
Ma non è vero, perchè grande era la voglia di libertà. Il poter andare a votare non era una cosa scontata, era un privilegio. Un diritto ottenuto col sangue di migliaia di eroi.
Che fossero comunisti o repubblicani o socialisti, facevano ciò che era dettato dalla propria coscienza, dalle proprie idee.
Il “partito” erano loro.
La parola “partito” è solo una scatola vuota, il male o il bene è solo in chi ci sta dentro.
Può essere un contenitore costruito intorno a un bastardo, ma può essere la casa di persone diverse che si uniscono e insieme cercano di fare qualcosa di buono.
Sta alla gente assennata saper distinguere, non farsi rimbecillire dal tubo catodico e non stare a guardare.

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Sono stati scritti 4 commenti sin’ora »
avatarI partiti sono” tutti uguali” | Politica Italiana – 19 gennaio 2011
[…] via http://www.andrez.cotti.biz/i-partiti-sono-tutti-uguali-4690.html AKPC_IDS += “25772,”;Popularity: unranked [?] Posted by admin on gennaio 19th, 2011 Tags: Crisi di governo, Elezioni, governo berlusconi Share | […]

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avatarcarmen armaroli – 19 gennaio 2011
Mi è rimasto poco tempo, Fausto (il tuo nome mi fa ancora scoppiare in lacrime, sig!), perché, dopo aver risposto a Carmen e agli amici sul mio “articolo”, mi sono persa ad aprire i due commenti al tuo e sono finita altrove…, ma ti risponderò senz’altro. La politica è un tema vitale per me, che ci sono dentro dalla nascita grazie ad un papà anarchico e una mamma comunista.

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avatarCotti Fausto – 19 gennaio 2011
Cara Carmen, in effetti questo avrebbe dovuto più o meno essere il mio commento al tuo bell’articolo..ma
avevo parecchie cose da dire, quindi ci ho messo la foto di “votantonio” e amen.

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avatarcarmengueye – 19 gennaio 2011
Per la gente il partito è il posto dove si fa carriera. Questa è un’esperienza riportata ormai da anni, e forse trasversale. E poi c’è il fattore umano e poi e poi.
Per esempio, mi è capitato nel 2009 di andare a prendere un parlamentare all’aeroporto. Vi posso dire anche perché: amici comuni volevano acquisire ovviamente tessere e ci avevano chiesto di fare una riunione di nostri conoscenti qui.
Con fatica il mio socio e io (parlo della organizzazione in cui “milito”) ci organizzammo; era sabato.

Il signore in questione non mise le cinture di sicurezza né all’andata né quando lo riaccompagnai; anzi vedendo me che le mettevo si disse stupito, non si diede affatto per inteso di imitarmi e anzi, ribadì ” a Roma non si mettono”.

Lascio perdere poi il resto, per carità di patria.


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