L’unità chiude

uid_11f69dbc5adCari “compagni” dell’unità, siete arrabbiati perchè dovete chiudere bottega.
Siete arrabbiati perchè dite “ci stanno silurando”….Ma chi? Il PD?
Perchè vi dovrebbe silurare? Per dirla alla Guzzanti, gli avete sempre “portato l’acqua con le recchie”, perchè dovrebbe farlo?
Forse l’unità vendeva bene quando era “L’ORGANO DEL PARTITO COMUNISTA”…Quando non era un giornale servo del potere, quando i volontari andavano a fare diffusione la domenica mattina, quando il vostro giornale scriveva in difesa dei lavoratori o quando denunciava l’eversione che venisse dalla mafia, o dai servizi segreti, o dall’estrema destra, o dal puttaniere pregiudicato…o no?
Diciamo la verità, qualche decennio fa, fu cancellata definitivamente con disgusto e ribrezzo dalla politica italiana la parola “comunista”. A quel tempo anche i socialisti (quelli veri) si definivano “compagni” e anche questa parola adesso va cancellata. Probabilmente la prossima sarà “socialista”. Poi quali verranno cancellate? Uguaglianza? Solidarietà? parità di diritto?
Che differenza c’è, a parte poche eccezioni, fra i giornali di oggi cartacei o televisivi?
E’comprensibile dire che il finanziamento ai quotidiani sia necessario per la pluralità e di libertà di pensiero, ma quello che vediamo da anni è uno spaventoso appiattimento dell’informazione, al servizio del potere, delle lobby, di quei privilegiati che fino ad ora si sono ingrassati alle spalle del contribuente tartassato.

Se vi può consolare anche io ho chiuso bottega 20 anni fa. Io non campavo con i soldi dello Stato. Avevo un’azienda florida e lavoravo per le industrie della robotica italiana, uno dei “fiori all’occhiello della Nazione”, gente che negli anni ’80-90 vendeva i robot ai giapponesi.
Ma sapevo che vivere in Italia non significa premiare le capacità produttive, la ricerca, la qualità.
Qui vige il tiraccampà, la mazzetta, l’inciucio.
Quindi quando ho dovuto tirare i remi in barca non mi sono impiccato alla capriata del capannone come hanno fatto molti imprenditori.
Qui da noi, qualsiasi cosa tu faccia per campare, non ti devi aspettare niente. O meglio…ti devi aspettare di tutto. Nulla è duraturo, il ferro va battuto finchè è caldo. Lo puoi fare violando la legge oppure con fatica terribile lo puoi fare anche onestamente. Così ho fatto io, così fan tutti, così ha fatto anche Emilio Fede.
Anche lui “giornalista” è stato silurato dal suo stesso padrone, colui al quale Emilio ha tenuto lindo l’orifizio per decenni.
Anche Emilio se l’è goduta, soldi, puttane, casinò…finchè è andata è andata, ma anche lui sapeva che poteva finire.
Così è oramai per tutti i politici, ha ragione Grillo: destra e sinistra non esistono più, quello che conta è l’arraffaggio fin che si può.
Pensate un pò l’ironia della sorte, adesso che il PD ha deciso di cancellare le feste del PD e chiamarle di nuovo feste de l’unità, quella chiude.

Tutto sommato fossi stato in voi, avrei seriamente preso in considerazione la proposta della Santanchè. Voi l’avete rifiutata con sdegno, ma siete sicuri di essere così politicamente distanti da lei? Dopo tutto si tratta solo di cambiar padrone no? Del resto anche l’ex organo del partito socialista “l’avanti!” è finito nelle mani di Lavitola.
Vi dovete rassegnare, vent’anni fa essere comunisti non pagava più, poi nemmeno essere compagni. Adesso non serve nemmeno essere servetti.

Adesso sono pensionato, dopo 40 anni di contributi versati, di mal di schiena e di vene varicose, mi godo i miei grassi 1000 euro al mese.
Ma so che nessuno me li garantisce. Potrebbero finire anche quelli.
Non diamo la colpa alla crisi, quando nuoti in mezzo agli squali, non sai quando sarai mangiato o quale di loro lo farà. Siamo in Italia.

  1. Fine dell’Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci e per anni organo del Partito Comunista. 

    Ridotto a un covo di piddini trombati dalla politica, e per giunta di minoranza -che il “partito” oramai preferiva Europa snobbandola l’Unità- che riempivano il giornale di articolesse sgrammaticate, spesso fuori dal contesto e zeppe di righe riempitive, tanto per completare le due paginette e arraffare il lauto salario a fine mese, prodotto dall’illecito finanziamento pubblico, (“illecito” in quanto l’Unità non vendeva realmente nemmeno un quinto delle copie necessarie per ottenerlo, gli altri 4/5 tutti al macero, ogni giorno) e nonostante questo riuscendo ad indebitarsi per 110 milioni, alla fine è arrivato persino ad un passo dall’essere acquistato dalla Santanchè, che in quel finanziamento pubblico vedeva già un business da arraffare.

    Ma dicevano i nostri, senza finanziamento un giornale non può vivere, l’informazione… il pluralismo… sono indispensabili per la democrazia!
    Poi la lama nella piaga l’ha affondata il Fatto Quotidiano; nato dal nulla, formato da “giornalisti” veri e deciso a fare scomoda informazione “vera”, privo di finanziamenti e di padrini politici in pochi mesi ha sfondato, vende oltre 50.000 copie al giorno ed ha un bilancio fortemente positivo. 

    Ma che scrivevano i “giornalisti” dell’Unità per informare il popolo italiano?
    Vediamo ad esempio l’inquietante titolo che appare nell’immagine di pochi mesi fa; secondo loro, era Grillo che voleva un patto col delinquente per “fermare il cambiamento”. 
    Beh… se questa è “informazione” allora è proprio roba degna di una Santanchè; starebbe bene proprio a lei.

    “Quattro domande sulla chiusura dell’Unità: 
    1. Perché “hanno ucciso“? C’è una differenza tra censura e fallimento, giusto? L’Unità sta suggerendo di essere stata costretta a chiudere in qualche senso?

    2. Perché mandare in edicola un quotidiano con le pagine tutte bianche? Di nuovo, l’impressione è che si voglia comunicare un senso di repressione e costrizione alla chiusura. A chi si sta parlando? Non certo al lettore, che dovrebbe spendere del denaro per comprare un quotidiano di pagine bianche (qualcuno mi dice il motivo? Nostalgia? Celebrazione? Partecipazione al lutto? Mah).

    3. Perché un quotidiano indebitato per 110 milioni nonostante il finanziamento pubblico non dovrebbe chiudere? Davvero oggi la chiusura di un quotidiano è necessariamente un colpo alla libertà di stampa e di espressione, una riduzione del pluralismo informativo?

    4. Non è che se un giornale chiude è soprattutto perché ha fallito nei confronti dei lettori, il che significa che forse ha anche smarrito il suo ruolo sociale? ”

     

    L’Unità “informava” sull’appoggio a Monti inneggiando alla liberazione da Berlusconi contrabbandando così l’arrivo delle lacrime e sangue di Monti e Fornero, e la successiva riabilitazione a Statista/Costituzionalista del delinquente abituale.
    Ci mancherà davvero ?