Il fetente Giabba

Oggi, Cicciopotamo si è trascinato lasciando la sua striscia di bava schifosa dal “foglio” al teatro “dal verme” (mai nome fu più azzeccato).
Insieme al “gotha” dalle menti eccelse dei sostenitori del premier come Sallusti e la Zanicchi ha steso delle mutande sul palco… (erano quelle mancanti a via dell’orgettina?)
Il teatro dei vermi..scusate dal verme, era strapieno..pensate, più di mille persone!!
Con la sua omelia, squotendo la sua pappagorgia (nascosta dalla lunga barba) e citando anche Kant, ci ha spiegato con dovizia e nei minimi particolari la solita solfa del “golpe” della magistratura milanese che sta ordendo con tutti i mezzi a disposizione origliando, guardando dai buchi della serratura, in maniera subdola e schifosa nei confronti della Patria della libertà del cittadino e del presidente del coniglio, facendo più volte intendere che il resto della magistratura invece è brava.
Molto strano però che da 15 anni ci siano indagini sul premier e che quest’ultima non abbia mai denunciato i presunti golpisti condividendo invece il loro operato.
Al suo tavolo c’era anche un prestigioso giornalista del corriere della sera, Piero Ostellino. Un grande garantista e difensore della libertà individuale. Nel suo intervento, a difesa della teoria eversiva citata dalla donna barbuta, ha parlato del fatto eclatante e malvagio, riguardante il sequestro dei gioielli da parte delle forze eversive in via dell’ orgettina.
E, facendo un esempio ha esclamato: “pensate! Come vi sentireste voi se la polizia irrompesse in casa vostra requisendovi un libro che vi ha regalato Berlusconi?”
Ho pensato a lungo…poi ho formulato alcune risposte. Ne compro un’altro? Potrebbe essere una buona soluzione..ma poi ho detto..e se l’avevo già letto? Questo è il vero dilemma! Dovremmo tutti meditare su questo.

Forse Pierino aveva dimenticato che di libri il caimano, ce ne ha già spediti più di uno (a spese dello Stato) e non era nemmeno carta buona per pulirsi dietro.

Mi ha fatto venire in mente un episodio che mi è capitato anni fa.
Una notte, la polizia mi prelevò da casa senza motivo, insieme alla mia carabina ad aria compressa regolarmente denunciata.
Mi infilarono nella volante come si vede in TV seduto dietro in mezzo a due agenti.
Rimasi tutta la notte al commissariato senza saperne il motivo.
Alla fine fu tutto chiarito: un mafioso era stato interrogato riguardo un fucile requisito dalla polizia con i numeri limati. Nelle confessioni del malvivente era uscito un codice (inventato) che scritto al computer corrispondeva invece a quello della mia carabina. I poliziotti si scusarono spiegando il loro comportamento sospettoso dato dal fatto che nella denuncia della carabina era segnato il mio vecchio indirizzo, dove mi avevano cercato non trovandomi.

Questi sono episodi normalissimi che possono capitare a chiunque in un paese civile dove le forze dell’ordine fanno il proprio dovere. Magari un’altro avrebbe protestato per il trattamento subito, ma casomai, ero io ad aver sbagliato e fatto perdere loro del tempo, poichè per legge avrei dovuto segnalare il cambio di residenza sulla denuncia dell’arma.

Alla fine della manifestazione, il fetente Giabba The Hutt si è congedato dai suoi accoliti inneggiando al cavaliere, esortandolo a svegliarsi e a tornare a essere il leader di una volta. Poi si è alzato con scatto felino anzi, pachidermino dalla sedia.
Erano le una e mezzo, ben 3 ore che non mangiava.

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Commenti
Sono stati scritti 9 commenti sin’ora »
avatarAndrez – 12 febbraio 2011
“pensate! Come vi sentireste voi se la polizia irrompesse in casa vostra requisendovi un libro che vi ha regalato Berlusconi?”
È buffonesca la rappresentazione di Ferrara & Co. campioni di “un sistema fondato sulla libertà, sulla tolleranza, su una vera coscienza morale pubblica e privata”.
In Italia la memoria ha strepitose paralisi, e tuttavia sentire parole come – libertà, tolleranza, coscienza pubblica, coscienza privata – da questa gentaglia dai denti da lupo fa venire il freddo alle ossa.

Quale tolleranza hanno sin’ora espresso di fronte agli ordini ai prefetti di prendere le impronte ai bambini nei campi Rom o di ricacciando in mare donne incinte, neonati e migranti in cerca di asilo politico. Quale libertà se nelle biblioteche del Nordest e’ attualmente in essere una lista di proscrizione dei libri non graditi e quindi vietati. :roll:

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avatarcarmengueye – 12 febbraio 2011
Ho raccontato quello che è successo ai miei, per l’irruzione della GDF. Questi credono che a noi certe cose
non capitino. Ma il laido ex comunista non la menava coi valori e contro l’aborto? vada un po’ a rompere i maroni all’amica che ospitò Ruby e in televisione ha detto di aver appena fatto un aborto, che è “una scelta di vita”.
Che orrore, siamo oltre lo scatologico, questo infame ha il cervello decomposto.

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avatarAndrez – 13 febbraio 2011
A noi il lardoso piace ricordarlo così, ancora bello moralista che si azzuffa con la piazza di Bologna: :mrgreen:

Vai viaa! … Vattene a casaa ! … bùcala! … truiùn!

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avatarCotti Fausto – 13 febbraio 2011
Una cosa mi è sfuggita.. Cercando di sputtanare Umberto Eco, ha detto che lui leggeva Eva Kant , la moglie di Ginko….Ma Eva Kant non era la moglie di Diabolik?
Ennesima pisciata fuori dal cesso.

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avatarCotti Fausto – 13 febbraio 2011
ladroo ladrooo l’unica cosa che ci interessa sono i voti! noi siamo qui e NON CI MUOVIAMO PIU’
Vai via ladroo.

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avatarAndrez – 13 febbraio 2011
A parte il fatto che si sarà confuso con Immanuel Kant, marito della Metafisica e cugino dell’illuminismo … certo che per decidere di provare a sputtanare Umberto Eco ci vuole proprio un mentecatto eh! :mrgreen:

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avatarcarmengueye – 13 febbraio 2011
Ma sarà una di quelle del bunga bunga.

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avatarAndrez – 13 febbraio 2011
Si, non era la Kant moglie di Diabolik, ma era il Kant marito della Metafisica. Lo conferma anche Scalfari qui:

Berlusconi oscilla, sempre più impotente e sempre più Caimano e registra per la prima volta lo smottamento dei consensi che finora costituivano la base del suo sistema di potere. L’opposizione comincia (finalmente) a considerare la necessità di costruire un’alleanza repubblicana che guidi il paese fuori dal pantano in cui è precipitato.
Questi sono i fatti della settimana che si conclude oggi con la manifestazione delle donne in tutte le piazze d’Italia per affermare la loro dignità ed opporsi al degrado che ci sovrasta.
C’è un tema che unifica questo panorama di eventi e lo prendo da una frase ormai celebre di Immanuel Kant sul “legno storto dell’umanità”. Isaiah Berlin ha scritto un libro intitolato a questa frase. L’umanità è un legno storto e lo è perché l’uomo risulta da un’incredibile mescolanza di istinti e di ragione. Un legno storto ma un legno vivo, con radici e fronde vitali. Nelle vene del suo tronco scorrono linfe, passioni, sentimenti, memoria, progetti, ragionamenti, sogni, trasgressioni, bisogno di regole e di limiti.
Questo è il legno storto e questo siamo tutti noi. Ma l’opposto non è un improbabile anzi impossibile legno dritto, bensì un legno marcio, un legno imputridito, divorato dai parassiti e dai coleotteri velenosi. Noi, legno storto, non vogliamo che il nostro legno imputridisca, marcisca e sia divorato dai parassiti.
Questo
dunque è il tema al quale gli eventi di questi giorni si ricollegano ed è la chiave per poter leggere e svolgere con chiarezza. Un tribuno che si eccita quando fiuta l’odore del nemico e dello scontro, ha citato anche lui la massima kantiana leggendola come un alibi che giustifichi i peccati di tutti e di uno in particolare. Ha anche accusato Umberto Eco di leggere Kant senza capirlo. Non so se quel tribuno vociante e urlante dal palco d’un teatro milanese imbandierato di mutande abbia letto i romanzi e i saggi di Eco. Se li avesse letti si sarebbe accorto che tutta l’opera di Eco è l’analisi e il racconto del legno storto che combatte il legno marcio, a volte vincendo, a volte soccombendo, ma sempre e comunque testimoniando.
Detto questo, a noi non importano molto i peccati perché siamo libertini illuministi e relativisti. A noi importano gli eventuali reati e chi pecca e crede confidi nella misericordia di Dio.

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avatarcarmengueye – 13 febbraio 2011
Vorrei dire che potremmo anche non essere né libertini nè relativisti e ugualmente poterci esprimere. Faccio notare, e lo farò sempre, che a una donna politica non verrebbe perdonato NULLA. Quindi, sì, sono moralista. Voglio parità di doveri tra uomini e donne in politica.