Il Comunismo è peggio del Fascismo?

comunismo-fascismoIn un vecchio Topic del 2006 si trattava dell bestia umana e di come l’orrore di cui può essere capace a volte sembra davvero senza limiti.

Il quesito suggerito era se il comunismo possa essere peggio del fascismo. [il verbo al presente NON è casuale]

Toccherebbe compiere un’analisi il più obiettiva e tecnica possibile, possibilmente partendo da Marx e Nietzche per poter affrontare l’argomento, accennando alle differenti realtà socio economiche e politiche che hanno caratterizzato l’avvento dell’uno o dell’altro nei vari Stati che hanno subito quelle piaghe.
Citando a memoria dal Manifesto del 1848:

– Uno spettro si aggira per l’europa; lo spettro del Comunismo!
– La rivoluzione è l’azione violenta di una classe che si abbatte sull’altra distruggendola.
– La borghesia stessa ha creato le armi che le recheranno la morte ed anche gli uomini che le useranno; il proletariato.
-Tremino pure le classe dominanti davanti ai comunisti perchè i comunisti sapranno distruggerli violentemente, che hanno da perdere solo le loro catene.

Concetti che andrebbero interpretati nell’ottica della rivolta, cosa ben diversa dallo sterminio.

In effetti l’intento a priori appare quello; una classe sociale oppressa e schiavizzata, che non ha nulla da perdere se non le proprie catene, sembra possa essere autorizzata alla rivolta per ottenere condizioni di vita umane.

Si indica quindi la rivolta come strumento di emancipazione sociale, senonchè esprimendo il concetto di “azione violenta di una classe che si abbatte sull’altra distruggendola” si va oltre l’emancipazione ma si indica il controllo, il potere.

E quello han fatto, … senza porsi tanti limiti.

Quindi, questo mi porta a mettere in discussione l’indicazione iniziale; ma si voleva l’emancipazione, una società più giusta o era solo populismo ?

E l’obiettivo reale era il potere ottenuto con la strumentalizzazione del proletariato ?

Al pari, i regimi fascisti che abbiamo conosciuto sono apparsi come degenerazione reazionaria di società democratiche [o pseudo tali].

In effetti il sinonimo reazionario è legato appunto alla destra più dura.
Perchè dunque reazionaria e nei confronti di cosa si esprimeva una reazione?

L’Italia d’inizio secolo era una democrazia tutto sommato accettabile, per quei tempi, nella quale si agitavano le varie classi sociali cercando di migliorare le une e contenere le altre i vari livelli rappresentativi ed i rapporti di forza.

Il proletariato ed il sottoproletariato vivevano in condizioni letteralmente disumane, come d’altra parte nel resto d’Europa.

Nel periodo subito precedente la prima guerra mondiale e durante essa, [vado a memoria come col manifesto, perdonate quindi i certi strafalcioni ] le lotte proletarie stavano ottenendo insperati successi per quei tempi.

Senonchè dopo la guerra, [la prima] le lotte operaie cominciarono ad inserire nei loro obiettivi non solo rivendicazioni salariali e normative, (peraltro ritenute accettabili dai governi dell’epoca) ma anche evidenti intenti di controllo delle fabbriche stesse [e del resto] suggerendo di “fare come in Russia”, che tradotto significava sbudelliamoli tutti e prendiamogli “la proprietà”. E questo veniva un tantino meno accettato.

Ora, se qualcuno di voi fosse stato il proprietario di una fabbrichetta o di un fondo, e fosse pure stato disponibile a trattare non solo salari e trattamenti più umani, ma anche rappresentative politiche e sindacali e tutto il resto, ma si fosse sentito rispondere che … era la vostra proprietà che volevano, con conseguente sbudellamento generalizzato, vostro e della famiglia … come l’avreste presa?

Avreste reagito, suppongo.
Io l’avrei fatto.

E quindi, qualcuno ha iniziato a trovare e foraggiare qualche scalmanato per cominciare a dare lezioni e bruciare Case del Popolo, Camere del Lavoro e così via reagendo.

E poi;

  • visto che il terrore dei rossi è presto dilagato, grazie alle notizie delle mattanze prodotte in Russia dall’azione violenta di quella classe operaia che si abbatteva sull’altra distruggendola accuratamente;
  • visto che la maggioranza del Partito Socialista Italiano stava comprendendo il pericolo della degenerazione incombente e tendeva a cercare un ampio e positivo accordo con la borghesia e con [mi sembra] il Governo Giolitti, disponibili a riconoscere e concedere forti miglioramenti salariali e normativi se si fosse rinunciato all’idea di cancellare la proprietà privata, nel 1921 l’ala oltranzista di quel Partito al congresso di Livorno provocò una scissione e fondò il PCI, perchè alla rivoluzione ed all’abbattimento della proprietà privata non rinunciava;
  • visto tutto questo, il movimento reazionario si radicò e si diede un’organizzazione politica, trovando anche i vari intellettuali e filosofi del caso, poi trovarono un Mussolini a caso da qualche parte convinti di poterlo manovrare a piacere… e così via, che il resto lo conosciamo.

Questo processo politico come sappiamo bene è succeso a livelli diversi in parecchi degli Stati Occidentali, con effetti a volte simili ma altre ben diversi dal caso italiano.

E’ andata così

I fascismi sono stati quindi la risposta reazionaria delle società capitaliste al tentativo del proletariato di sovvertire l’ordinamento dello Stato, abolire la proprietà privata con … conseguente sbudellamento generalizzato, loro e delle famiglie.

Queste risposte reazionarie e le relative organizzazioni politico-filosofiche che si sono date per governare gli Stati, sono presto sfuggite dall’iniziale controllo del padronato e degenerate in pericolose e fanatiche dittature i cui guasti ed il conseguente drammatico epilogo sono a tutti noi ben noti.

Il concetto stesso di dittatura [ogni dittatura] richiede una base incolta ed ignorante alla quale dare in pasto l’esasperazione dei fanatismi ideologici, e storicamente vediamo come questo abbia ovunque ben presto degenerato in situazioni grottesche e tragiche.

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Ed il Comunismo?

Chi è stato [o è] comunista in Italia, associa questo termine alla libertà, all’uguaglianza ed alla giustizia sociale, alla fratellanza dei popoli ed al progresso civile.
E che c’azzecca [direbbe Di Pietro] tutto questo con strapparvi la vostra proprietà con conseguente sbudellamento generalizzato, vostro e della vostra famiglia… ?

E’ evidente come i comunisti italiani in questi ultimi 60 anni abbiano partecipato a costruire ed a confermare la Democrazia in Italia, assieme alla DC ed agli altri partiti.

Sin dai primi anni ’70 hanno compiuto lo storico “strappo da Mosca” ufficializzando cioè quelle posizioni di dissenso che da tempo erano alla base della loro politica. E da allora Mosca cessò di inviare… “gli aiuti al Partito Fratello”.

Dobbiamo quindi prendere atto che quei partiti politici che si ispiravano, o si ispirano tutt’ora al Marxismo, hanno creato tutta la loro ideologia su di un colossale equivoco – voluto o meno – in quanto democrazia, libertà e via dicendo, non c’entrano assolutamente nulla col comunismo.

Il comunismo, IMHO , è stato una colossale truffa, un inganno populista ai danni innanzitutto della disgraziata Classe Operaia di quei tempi, messo drammaticamente in scena al solo fine di consentire ad una elite di intellettuali di raggiungere ed ottenere il Potere.

Difatti, storicamente il potere poteva essere preso per diritto nobiliare, per l’uso accorto del controllo sulla forza militare o per il potere derivante dalla forza economica. Non era mai stata prevista la presa del potere da parte delle “masse proletarie” e da sempre le sommosse popolari spontanee sono state facilmente domate e represse nel sangue.

Per questo e per tutto quanto descritto sopra, ritengo a mio avviso, decisamente peggiore il comunismo del fascismo, indipendentemente dal mostruoso totalizzatore di vittime innocenti che hanno provocato.

  1. E’ PEGGIO IL FASCISMO O IL COMUNISMO?
    Il comunismo è un insieme di idee economichesocialipolitiche, accomunate dalla prospettiva di una stratificazione sociale egualitaria, che presuppone la comunanza dei mezzi di produzione e l’organizzazione collettiva del lavoro. Tra i comunisti vi è una notevole varietà di interpretazioni, per lo più, ma non solo, da parte di marxisti, anarchici, cristiani.
    Il fascismo fu un’ideologia politica sorta in Italia nel XX secolo principalmente per iniziativa di Benito Mussolini alla fine della prima guerra mondiale. Di carattere nazionalista, autoritario e totalitario, tale ideologia si definiva ed è interpretata come un movimento allo stesso tempo rivoluzionario e reazionario, sebbene la sua natura prevalente sia tuttora oggetto di controversia.
    Prese così le due interpretazioni di Wikipedia mi fanno pensare e dire che sarebbe meglio il Comunismo.
    Purtroppo l’uomo anche quando manifesta forti idee di uguaglianza nella società, non riesce poi a tradurre nei fatti le strategie, infatti tutti e due i modelli sono miseramente falliti e oggi ci dobbiamo trovare ad aver a che fare con i principi del Socialismo e il Capitalismo.
    Oggi penso che ci potrebbe essere un bel connubio tra Socialismo e Capitalismo, e mi spiego con parole semplici:
    Bisognerebbe saper coniugare quel che c’è di sano nei principi del Socialismo e del Capitalismo lasciando all’iniziativa privata uno spazio importante ma che non deve creare una forbice troppo aperta tra la ricchezza del privato e quella delle maestranze in modo che tutti stiano bene seppur nelle giuste ma equilibrate differenze di classe.
    Stesso discorso varrebbe, a mio avviso, anche a livello mondiale, cioè, gli stati troppo ricchi e benestanti devono aiutare, mettendo denaro e conoscenze, gli stati meno abbienti al fine di far sì che da una parte non si sprechi indecentemente e dall’altra si muoia di fame.
    SEMPLICE NO? 

  2. Credo ci sia un errore di base, perché se è vero che il fascismo, in una delle sue varie forme, tutti noi lo abbiamo vissuto, visto oppure sentito raccontare, del comunismo in realtà nessuno di noi ne ha mai realmente visto alcuna applicazione pratica. Quello che generalmente si definisce impropriamente comunismo non è altro che un diverso modo di intendere una forma oligarchica di governo, praticamente una dittatura degli Ottimati che in qualche modo si rifà a concezioni di stampo Platoniano, e che in tal senso è semplicemente una variazione del fascismo.
    Nella realtà il comunismo reale descritto da Marx si è realizzato, in una sua forma semplificata, solo nei kibbutz israeliani. Per quello che ho potuto leggere, oggi tali kibbutz sono più che altro dei luoghi turistici, per cui poco vi è rimasto delle idee applicate inizialmente, ma, sempre basandomi su quanto appreso indirettamente, credo che quelle forme di governo non fossero poi tanto male.
    Il difetto principale era la forte componente utopica che era alla loro base, nel senso che implicavano una comunanza tra persone che difficilmente è riscontrabile nella società contemporanea (forse in Asia!).
    La società umana è, invece, fortemente caratterizzata da competizione e tendenza a prevaricare l’altro, per cui realizzare una società nella quale tutti avrebbero dovuto mettere in comune il proprio lavoro porterebbe solo all’aberrazione che alcuni lavorano e altri pretendono il frutto del lavoro altrui, più o meno come accade negli uffici statali italiani, potremmo dire, che spesso si reggono sulla buona volontà di alcuni che lavorano anche per gli altri.
    A mio modesto parere, però, un aspetto di tale “utopia” sarebbe non solo utile introdurre nella società moderna, ma addirittura indispensabile per eliminare ovvie caratteristiche negative delle nostre società, specialmente quelle “latine”.
    Queste ultime in particolare hanno la tendenza a “mantenere” i figli legati il più possibile alla famiglia, creando così un senso di appartenenza troppo sviluppato che finisce poi per avere un ruolo troppo rilevante nella società medesima. Molto meglio, invece, una società che si occupa in maniera più democratica dell’educazione dei giovani, ampliando (altro che maestro unico!) il più possibile il “parco” dei soggetti che si occupino di tale importantissima incombenza, in modo da impedire da un lato forti diseguaglianze di preparazione tra i giovani (spesso legate alle capacità economiche dei genitori) e dell’altro impedire la realizzazione di un eccessivo senso di appartenenza come aspetto predominante nella realizzazione della vita lavorativa dell’individuo.

  3. Il fascismo si pose come forza laica e questo suo iniziale pregio fu travolto dagli accordi del’29.
    Il fascismo, in generale (vedasi manifestazioni a esso ispirato, come il peronismo soprattutto di Evita) è plebiscitario, caritatevole, marziale, non ammette debolezze né lamentele.
    Il comunismo è strutturato, implica discusioni, diatribe, composizioni, pertanto necessita di convincimenti forti e tessitori abili per resistere, non essendo prevista la figura carismatica di riferimento.

  4. Su questo argomento è degno di nota il post di Massimo Domenici pubblicato qui:


    • Massimo Domenici

      ‎..ragazzi non mi va di entrare in polemiche sterili sull’essere o no comunista. A me non me ne frega niente di avere dialoghi salottieri sulle opportunità politiche che avrebbe potuto dare un sistema piuttosto che un altro.
      Ma permettetemi di essere più sovranazionale e di non rimanere circoscritto all’interno di questo piccolo territorio nazionale, oggi sempre più insignificante. Il comunismo è stato consegnato alla storia, e chi non crede in questo, è anacronistico. Si possono trovare paralleli tra nazismo e comunismo? Beh, certo, abbiamo gli opportuni distinguo. Il partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (NSDAP) non aveva certo nel suo manifesto politico la libertà e l’eguaglianza. Ma non potete dirmi che le nefaste dittature di partito staliniste sovietiche e maoiste, non sono state certo un esempio di tolleranza, di libertà e di giustizia. Potremmo limitare e consegnare l’olocausto solo alla storia nazista e sarebbe un refuso storico. L’olocausto ha radici profonde, nella nostra storia occidentale a partire dalla diaspora di latina memoria, ai pogrom polacchi di cui oggi pochi purtroppo parlano. Non ultimo, i massacri stalinisti in nome dell’ideologia comunista, che decimarono la presenza ebrea sul territorio sovietico. Di quest’ultima parte, se me lo permettete, esiste ormai ampia letteratura. Credete che tutti noi siamo intellettualmente e culturalmente preparati per fare in modo consapevole un parallelismo preciso tra nazismo e comunismo, nel momento in cui si parla di violenza, di illegalità, di illibertà e di ingiustizia per il valore che questi concetti hanno filosoficamente? E su questo, volenti o nolenti, la vedo difficile avere un contraddittorio. I morti sono morti e non hanno colore politico. Esporre un simbolo che ha causato milioni di morti nel mondo, che ci piaccia o no, si potrebbe considerare apologia di reato esattamente come se mi mettessi ad esporre il nefasto simbolo della croce uncinata. So che non vi andrà giù. So che non condividerete. Ma non posso farci nulla. E’ quello che penso. Il muro di Berlino è caduto. Alla fine, vince sempre la storia.
      Poi possiamo parlare dell’argomento comunismo all’interno dei nostri confini, e del ruolo che questo partito, il PCI, ha avuto nel nostro Paese e non solo.
      La cosiddetta “questione morale” è stata una campagna lanciata e portata avanti proprio dal grande Berlinguer, contro la gestione della cosa pubblica che in quei tempi era di largo dominio democristiano. È stata una spinta etica è sopravvissuta al PCI e al suo segretario, tanto che oggi ancora se ne parla. Berlinguer si distinse anche a Mosca quando nel 1976 consumò il famoso strappo col PCUS sul palco del congresso, prendendo la parola per parlare del valore della democrazia e del pluralismo,e, condannando l’interferenza dei sovietici negli altri paesi a indirizzo socialista. Anche tutto questo è stato consegnato alla storia ed essa te lo ripropone sempre, ogni qualvolta ne sentiamo la necessità.
      E’ impossibile dilungarsi troppo su questi argomenti, ma il PCI ha dato molto a questo Paese e noi non possiamo disconoscerlo.
      Ora però a valle di un muro di Berlino crollato, abbiamo verificato che il ruolo della globalizzazione non ha contribuito e non sta contribuendo positivamente ai destini dei popoli. I Paesi del cosiddetto terzo mondo c’erano prima e ci sono adesso, le immigrazioni selvagge, che io chiamo esodi epocali, sono in incremento costante verso quei paesi “industrializzati” colpevoli di affamare ed armare le popolazioni povere e disastrate, le diseguaglianze sociali c’erano prima e ci sono adesso; e poi potrei andare avanti all’infinito per individuare argomenti per censurare il potere attuale, che converrete con me, è economico e decide le sorti anche del potere politico.
      Ecco io oggi la penso a sinistra e pensarla a sinistra significa accettare le diversità, sostenere le minoranze, vivere in un giusto equilibrio economico, sostenere, far progredire e far crescere i paesi poveri senza sfruttare le loro risorse, preoccuparsi dell’ambiente, dare a tutti istruzione e sanità, salvaguardare la dignità umana e, quindi combattere la schiavitù in tutte le sue forme come la prostituzione ed il lavoro nero. Qui è racchiuso l’universo culturale del vecchio PCI. Oggi è anacronistico ripresentarsi con quel simbolo, anche se quel simbolo ha avuto in Italia un significato politico completamente avulso da tutti i partiti comunisti d’Europa, e questo, non può sfuggire alla nostra onestà intellettuale.
      Per questo non me ne frega niente di entrare in polemiche inutili; è ora di finirla di parlare o scrivere come un ciclostilato degli anni 70/80, vi ricordo che se Berlusconi e il suo movimento oggi vive, è grazie a queste continue divisioni che ci sono a sinistra che hanno avuto inizio, sotto il profilo storico-simbolico, con la bocciatura del governo Prodi nel 1998 ad opera di Bertinotti.
      Ecco ..io di questo vorrei che se ne facesse a meno in futuro e se qualcuno la pensa a sinistra sugli esempi sopra riportati, si ricompatti e ritrovi la coerenza di non fare teatrino che fanno soltanto il gioco del nano. Hai capito adesso cosa volevo dire con quello che tu caro Christian hai giudicato una caduta di stile? Spero di si. Ciao a tutti.
      Tolgo il disturbo.