C’è Stato troppo!

Protesta studentiViene da chiedersi che senso ha approvare la riforma Gelmini in questo momento, quando una intera generazione, quella dei giovani, supportata anche da molti insegnanti, protesta contro una pessima legge.
Viene da chiedersi che senso ha l’approvazione di questa legge da parte di un governo in difficoltà, che non ha più una solida maggioranza su cui contare, che riesce ad andare avanti solo grazie ad accordi temporanei per strappare qualche giorno in più, un governo con un piede nella fossa che il 14 probabilmente, come già annunciato da Fli, non otterrà la fiducia e quindi potrebbe andare a casa, un governo in agonia che si pone, come suo probabile ultimo atto, in netta antitesi con una intera generazione, quella del futuro dell’Italia.
E’ una legge che non avrà nemmeno il tempo di passare al Senato, preparata, anzi firmata, da un ministro che non ha mai avuto grandi glorie quando frequentava le scuole, ma si sa che il vero regista della legge è il ministro dell’economia, che applica tagli a tutto spiano, alla cultura, all’istruzione, a tutto ciò che “non si mangia”, per portare avanti la sua fallimentare politica dei conti “formalmente” a posto, così domani, al suo successore che rimirerà il quadro desolante di un Italia in rovina, potrà dire, “i miei conti erano a posto”.
Peccato che il ministro dell’economia, mentre da una parte taglia tutto ciò che è statale, poi concede molto, troppo, alle scuole private, ma si sa che l’80% delle scuole private sono in mano alla Chiesa, per cui, come dicono i maligni, questa mossa consente al premier di farsi perdonare qualche peccatuccio, così da poter ottenere in futuro qualche appoggio, o semplicemente meno opposizione dal Vaticano. Il succo della politica tremontiana è ridurre il più possibile la spesa pubblica, prima di tutto per far apparire meglio i conti, ma anche perchè meno Stato c’è, più affari sono possibili per i privati, e nel contempo aumentare il più possibile gli introiti fiscali, senza però spingere troppo sull’evasione fiscale. Un aumento delle fiscalità consente di sbandierare ai quattro venti una presunta lotta all’evasione che in realtà semplicemente non esiste (anzi, condoni continui spingono la gente ad evadere), e questo specialmente se le tasse sono indirette, per cui non entrano nelle statistiche e non si potrà dire che lo Stato le aumenta. L’esempio classico sono le miriadi di lotterie e simili che negli ultimi anni sono aumentate di oltre il 400%, sulle quali l’unico che ci guadagna realmente è appunto lo Stato.
L’ultimo atto di questo governo, quindi,  mostra nettamente la contrapposizione tra un nugolo di affaristi che pensano ai loro esclusivi interessi e non vedono, temporalmente parlando, al di là del loro incarico istituzionale, e gli studenti, a migliaia in ogni città, che marciano pensando al loro futuro, guardando lontano, molto più di quanto sia in grado di fare un qualsiasi politico italiano.

Il peccato originale della politica italiana è l’incapacità di guardare lontano, a differenza degli altri paesi, probabilmente dovuta all’età decisamente troppo elevata di questa categoria. Sono anni ed anni che vediamo e rivediamo le stesse facce, che si avvicendano e si riciclano, più e più volte, come se per essere “uomo nuovo” della politica bastasse cambiare giacca. Sempre gli stessi volti, senza mai una reale apertura alle nuove generazioni, sempre le stesse facce che, guarda caso, appena vedono un minimo di critica da parte di qualcuno, inveiscono contro le nuove generazioni, tacciate di essere: terroristi, esponenti dei centri sociali, sobillati, comunisti, provocatori, massimalisti, qualunquisti, eterodiretti. L’ultima del presidente del Consiglio è che i veri studenti stanno a casa a studiare, ed è la sintesi più efficace di come la vecchia politica intende governare, sull’ignoranza e sulla mancanza di informazione. Se ci pensate l’invito a rimanere a casa a studiare, per uno studente che non ha alcuna speranza od aspettativa per il futuro, perchè la crisi creata da questa politica glielo ha sottratto quel futuro, è la peggiore offesa che si potesse mai fare, è un invito a non impiacciarsi delle cose “dei politici”, un invito a non immischiarsi, e lasciar fare, lasciare mano libera al manovratore. La politica è “cosa loro”.
L’ultimo insulto ad una intera generazione, il futuro del nostro paese, da parte di una generazione che c’è e si ripete da fin troppo tempo, che non vuole mollare la poltrona, anzi occupa ogni spazio pubblico possibile fino a confondere indefinitamente il pubblico col privato, tanto che non è più nemmeno possibile distinguere le due cose.
Da una parte la vecchia politica dei padrini che con la faccia di bronzo che si arroga il diritto di prendersi tutto e togliere tutto ai cittadini, dall’altra le nuove generazione che ormai non hanno più nulla da perdere, perchè gli hanno tolto tutto, il passato rimodellandolo con anni di televisione, il presente sopprimendo le proteste con i manganelli, il futuro con le nuove leggi approvate in un colpo di coda di un regime morente.
Ma c’è una cosa che queste vecchie cariatidi arrocchite e astiose non potranno mai togliere a quei giovani, e lo sanno bene ed è per quello che più passa il tempo più odiano, si letteralmente odiano i giovani, e cioè il tempo, quello che la vecchia politica non ha, anche se alcuni di loro si terranno in vita a forza di medicine e cure miracolose ancora per qualche anno. Il tempo, gli anni dinanzi a loro, è qquesto che ha in più la generazione che oggi scende in strada, gridando come slogan i titoli dei grandi della letteratura ad evidenziare maggiormente il distacco con il palazzo che disprezza la Cultura e lascia in rovina Pompei. Quei giovani alla fine vinceranno la loro battaglia, perchè loro ci saranno quando i politici che infestano quel palazzo dalle finestra chiuse e dai tendaggi polverosi, saranno ormai finalmente scomparsi da tempo.

  1. … ma si sa che l’80% delle scuole private sono in mano alla Chiesa, per cui, come dicono i maligni, questa mossa consente al premier di farsi perdonare qualche peccatuccio, così da poter ottenere in futuro qualche appoggio, o semplicemente meno opposizione dal Vaticano.

    Sembra che solo con gli ultimi finanziamenti alle scuole private l’utilizzatore finale si sia guadagnato 2 anni di bestemmia libera, indulgenza plenaria per fornicazioni con minorenni e  remissione completa vitae del peccato di lussuria, con beata bolla papale vidimata.

    Ma c’è una cosa che queste vecchie cariatidi arrocchite e astiose non potranno mai togliere a quei giovani, e lo sanno bene ed è per quello che più passa il tempo più odiano, si letteralmente odiano i giovani, e cioè il tempo, quello che la vecchia politica non ha…

    Proprio così.
    E la parte migliore delle nuove generazioni sembra capace di esprimere idee e concetti inediti, freschi e puliti:

    Nella protesta dei ragazzi mi ha colpito qualcosa che dovrebbe far riflettere i politici: la solidarietà, le strette di mano e gli applausi da parte di molti automobilisti e camionisti che in altre occasioni avrebbero solo imprecato per il ritardo. A Bologna come a Roma.
    “Caro Beppe, ieri sono andato con la mia telecamera sotto le Due Torri alle ore 9,30, in pochi minuti i pochi tremolanti ragazzi arrivati per primi si moltiplicano fino a un migliaio. Partiamo tra i soliti cori percorrendo via Indipendenza, un corteo garbato educato, oserei dire “floscio”. Piazza Verdi con gli studenti delle università, alle ore 11,00 arriviamo in piazza, sono tanti, tantissimi, senza bandiere, senza slogan politici. Il corteo si salda in un corpo unico, universitari, liceali, ricercatori, docenti, studenti di tutti gli istituti superiori di Bologna creano un’onda umana che comincia a muoversi verso i viali in direzione Stazione Centrale. Inizio a vedere una determinazione che non avevo mai notato nelle manifestazioni precedenti, il corteo si muove come un fiume in piena e prende forza e velocità. Si corre, ‘azz se si corre!
    Sta succedendo qualcosa, gli studenti rivogliono a tutti i costi impadronirsi dei loro diritti e vogliono che tutti lo sappiano, corriamo verso le torri della Regione, ma non ci fermiamo, proseguiamo verso la sede della RAI, il custode blocca il cancello, ma gli studenti non vogliono fermarsi nemmeno lì. Corrono, corrono sempre di più.
    All’orizzonte le luci rosse e verdi del casello dell’autostrada che lampeggiano, capisco che quello è l’obbiettivo, occupare l’autostrada. I caselli iniziano a fischiare impazziti, siamo sullo svincolo, ci fermiamo, la Polizia blocca l’autostrada A14 nelle due direzioni, a quel punto si riparte, si percorre lo svincolo fino a quello successivo in direzione Padova, 2 o 3 km tra le trombe dei TIR che sostengono quella generazione che sta urlando in tutto il Paese per il diritto allo studio e per garantirsi un futuro, il corteo si muove in modo civile senza arrecare nessun danno alle strutture.
    Mi arrampico su una piattaforma per riprendere il fiume in piena che attraversa il casello, è un fiume pulito, fatto dei nostri figli, dei nostri ragazzi, è un fiume da rispettare se non vogliamo che straripi ogni giorno con più impeto e rabbia.”

  2. Come giustamente sostenevi tu, ecco che pochi minuti fa  la conferenza dei capi gruppo ha deciso che il Ddl Gelmini, la riforma dell’Università, slitta dopo il voto di fiducia.

    La riforma dell’universita’ sara’discussa in aula al Senato dopo il dibattito sulla fiducia previsto per martedì 14 dicembre.   Tra i capi gruppo c’è stata la ferma opposizione delle minoranze contro ogni ipotesi di calendarizzare la riforma prima del dibattito sulla fiducia.