Una storia del mio paese

E’ un episodio successo veramente al mio paese quando io ero bambino, quindi andrez e zeit già lo conoscono.
Niente di eccezzionale ma degno di una storia “zen”.

Un maestro elementare si era impegnato tanti anni e firmato montagne di documenti per far uscire dal manicomio il fratello Mauro considerato dagli psichiatri molto pericoloso.
Per liberarlo, Il maestro aveva dovuto prendersi tutte le responsabilità a riguardo e l’impegno a pagare
qualsiasi danno eventuale procurato dal fratello pazzo.
Finalmente uscito dall’ospedale psichiatrico, lo fece alloggiare in un piccolo appartamento di sua
proprietà adiacente al suo.

Mauro era un uomo magro, di mezza età e taciturno, dopo qualche anno tutto il paese lo conosceva e la gente lo evitava temendo la sua condizione mentale.
Finalmente Mauro dopo tanti anni di internamento poteva coronare il sogno di tutta una vita: andare a pesca.
Tutte le mattine prendeva il motorino e si recava lungo l’argine del canale della “Braglia”, un fiumetto non distante da casa mia con acqua limpida e anche tanti pesci dentro. (oggi non più)
Per pescare utilizzava il “bilancino”, una rete quadrata tenuta da quattro archetti e un manico.
A mezzogiorno si mangiava il panino e anche se non prendeva niente, rimaneva fino a sera. Infine andava a casa contento.
Tutti i pescatori che passavano vedendolo, sapevano che la pesca col bilancino era vietata, ma si guardavano bene dal dirgli qualcosa..anzi, passavano lontani.
Dopo qualche tempo, tutto il paese sapeva (compreso il guardiapesca) della pesca “illegale” di Mauro, ma si preferiva tacere.
Un giorno nel bar dei pescatori, il guardiapesca stava prendendo un caffè, quando un pescatore gli disse a voce alta e davanti a tutti che Mauro pescava illegalmente.
A questo punto il guardiapesca era costretto pur controvoglia ad affrontare la pazzia di Mauro.

Il mattino dopo infatti il guardiapesca, per niente tranquillo, raggiunse Mauro che era già appostato con il
bilancino immerso nell’acqua. Fra le gambe, vicino al manico, il secchio per i pesci….

-Adesso puoi alzare il bilancino cosi’ ti faccio la multa..
-Io il bilancino lo alzo quando mi pare..
-Va bene… io sto qui finchè non lo alzi, poi ti faccio la multa…

Mauro rimase in silenzio..i due rimasero li’ tutto il giorno, ogni tanto il guardiapesca brontolava ormai rassegnato.
Verso sera finalmente, Mauro iniziò lentamente a raccogliere le sue cose, finchè alzò il bilancino.
Il guardiapesca tirò fuori il libretto delle multe preparandosi, ma rimase di stucco:
la rete non c’era!..
Solo una cordicina teneva in tensione i 4 archetti, dando l’illusione di una rete piena.
Esclamò:
– ma .. non c’è la rete! ..
E Mauro:
– sei MATTO? è proibito!!!

Alcuni dicono che poi, Mauro si avvicinò all’orecchio del guardiapesca rimasto attonito e gli sussurrò:
-I pesci sono miei amici, salgono lungo la cordicina fino al manico e cadono nel secchio. Se tu non avessi fatto tutto quel baccano ne avrei presi tanti.

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Commenti
Sono stati scritti 12 commenti sin’ora »
avatarcarmen armaroli – 14 gennaio 2011
E’ una storia bellissima, Fausto. Assomiglia un po’ alle novelle di Pirandello, così surreali nella loro normalità. La pazzia mi sono sempre chiesta, se non sia un’invenzione delle persone troppo sensibili per sopportare l’assurdità della vita.

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avatarCotti Fausto – 14 gennaio 2011
Hai ragione Carmen, se ti capita, (e se non la conosci) ti invito a leggere il testo di una canzone dei Beatles,”il pazzo sulla collina” è bellissima.

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avatarAndrez – 14 gennaio 2011

Day after day alone on the hill,
The man with the foolish grin
is keeping perfectly still,

But nobody wants to know him,
They can see that he’s just a fool,
And he never gives an answer,

But the fool on the hill
Sees the sun going down,
And the eyes in his head,
See the world spinning round.

Well on his way, head in a cloud,
The man of a thousand voices
talking percetly loud

But nobody ever hears him,
Or the sound he appears to make,
And he never seems to notice,

But the fool on the hill
Sees the sun going down,
And the eyes in his head,
See the world spinning round.

And nobody seems to like him
They can tell what he wants to do.
And he never shows his feelings,

But the fool on the hill
Sees the sun going down,
And the eyes in his head,
See the world spinning round.

Oh, oh, oh
Round ‘n round ‘n round
‘n round ‘n round

And he never listens to them
He knows that they’re the fools
They don’t like him

The fool on the hill
Sees the sun going down,
And the eyes in his head,
See the world spinning round.

Oh, round ‘n round ‘n round
‘n round ‘n round
Oh!
Un giorno dopo l’altro, da solo su una collina,
un uomo con un sorriso folle rimane perfettamente tranquillo,
ma nessuno vuole conoscerlo.
Vedono che è soltanto un matto e che non risponde mai.
Ma il folle sulla collina vede il sole tramontare
e gli occhi nella sua mente vedono il mondo girare.
Ormai partito con la testa tra le nuvole,
l’uomo dalle mille voci parla forte,
ma nessuno sente nè lui, nè il suono che sembra emettere;
e lui sembra non accorgersene mai.
Ma il folle sulla collina vede il sole tramontare
e gli occhi nella sua mente vedono il mondo girare.
Sembra non piacere a nessuno.
Possono anche indovinare ciò che vuole,
però lui non mostra mai i suoi sentimenti.
Ma il folle sulla collina vede il sole tramontare
e gli occhi nella sua mente vedono il mondo girare.
Non li ascolta mai, sa che i matti sono loro.
Non piace alla gente.
Ma il folle sulla collina vede il sole tramontare
e gli occhi nella sua mente vedono il mondo girare.

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avatarMassimo – 14 gennaio 2011
Bella storia!
La cosa che mi fa pensare è che le persone cosiddette normali, non sono in grado di avere una fantasia così “colorata” che faccia loro comprendere il grigio che hanno dentro.

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avatarcarmengueye – 14 gennaio 2011
In un certo senso, non credo alla pazzia. Immagino sia un rifugio dalla vita.

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avatarTiziana Bisogno – 14 gennaio 2011
Bella, bella e commovente. La pazzia, la normalità… ma chi ha deciso cosa sia normale e cosa no?

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avatarcarmengueye – 14 gennaio 2011
In una persona cosiddetta pazza vedi uno sguardo lontano. Non è più qui.

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avatarCotti Fausto – 14 gennaio 2011
sono contento vi sia piaciuta la storia, Mauro l’ho conosciuto in seguito (ero amico del nipote) lui era già vecchio, ma andava ancora a pescare. Però con la canna…

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avatarTiziana Bisogno – 14 gennaio 2011
Ciao Fausto, è una storia così delicata. La condivido su fb

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avatarcarmengueye – 15 gennaio 2011
E quanti pezzi dei Fab Four passano nel dimenticatoio, perché non servono ai vari revivals stucchevoli.

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avatarBsaett – 15 gennaio 2011
Bellissima storia!

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avatarZeitgeist – 17 gennaio 2011
Bella Fausto il “matto” l’ho conosciuto anche io e abitavamo nel famoso rione chiamato:”Al Burlat” in italiano:”Il Borletto”.
Che belle cose quando da bambini: 8-10 anni, facevamo le battaglie con le cerbottane tra rioni ad esempio: al Burlat contar al Campat oppure contar al Tigrai he, non ci sono più i bambini di una volta……..


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