Centrale nucleare a Persiceto dai

Ma si dai ragazzi, il posto per una bella centrale nucleare a Persiceto secondo me si trova.

Vediamo: all’Amola c’è la discarica rifiuti e una biomassa, un’altra è alle Budrie e un’altra ancora alla Biancolina. Resta Tivoli o Decima.

D’altra parte, se l’attuale Ministro per l’Ambiente del Governo Renzi ci garantisce che una bella centrale nucleare fatta come si deve non fa male, non inquina e anzi porta dei bei benefici all’area circostante… possiamo fidarci no?

Difatti il bolognese Gianluca Galletti,  uomo fidato di Casini,  ora Ministro per l’Ambiente del Governo Renzi, oltre ad essersi da sempre battuto per la privatizzazione dell’acqua; 

«I partiti che hanno sostenuto il referendum sull’acqua e le Regioni che hanno proposto ricorso alla Corte Costituzionale si devono ora assumere la responsabilità di aver causato un danno enorme al Paese nel suo momento più difficile. L’annullamento della normativa sui servizi pubblici locali provocherà un danno gravissimo in termini di crescita. La concorrenza in questi settori strategici è azzerata, e si ritorna all’affidamento diretto a società totalmente partecipate dai Comuni. Si moltiplicheranno ancora proprio quelle società inefficienti che sono l’emblema della lottizzazione politica. L’Udc, con responsabilità, aveva denunciato questo pericolo ai tempi del referendum con una posizione poco conveniente da un punto di vista elettorale, ma giusta per il Paese»

Sul nucleare ha detto:

«Quando ci sarà un piano che dimostrerà che ci sono siti più sicuri e più convenienti di altri, a quel punto se uno di questi siti fosse in Emilia-Romagna io mi assumo la mia responsabilità: dico sì. Altrimenti questo Paese è destinato alla serie C. Vale per il nucleare, come per le infrastrutture».

Quindi se persino  “si assume le sue responsabilità” [senò andiamo in C ] è tempo di cominciare i dibattiti in rete e coinvolgere Amministrazione e Sindaco per iniziare a studiare se c’è un’area adeguata per fare una bella Centrale Nucleare di quelle che non fanno male qui da noi.  Un prima proposta potrebbe essere di farla nel mille,  è pure lontana dal centro (quasi 6 km!) e dalle strade principali, così non la vede quasi nessuno e non fa paura a chi passa.

… ci siete ?   :mrgreen:

Governo: tre personaggi in cerca d’autore

L’operazione di personalizzazione e spettacolarizzazione della politica italiana, ed il conseguente degrado, ha raggiunto il suo grado massimo con la dirompente entrata in scena di Renzi e Grillo, al fianco di Berlusconi, che è colui che ha improntato l’opera e che ha rivestito la parte del protagonista solista per un ventennio.  “Tre personaggi in cerca d’autore”, che si dibattono, insieme alle loro truppe, per stabilire a chi di loro tre spetta la carica di capocomico.

Si è proceduto, quindi, non nella direzione dello smantellamento di un modo di fare politica che ha portato il Paese in una situazione drammatica, ma lo si è arricchito e consolidato. Non più, solo berlusconismo, ma anche renzismo e grillismo, con due nuovi servizi interattivi per il pubblico spettatore: le primarie e le consultazioni nei blog, per rendere il tutto più interessante, e accattivante.

La scena politica, risulta così occupata dal personalismo, dal modo di proporsi al pubblico e di interpretare la parte; il giovane rottamatore, con la “retorica del nuovismo” che arriva al governo con un colpo di palazzo;  il caimano, che dopo un ventennio di sovraesposizione e di guai giudiziari si propone come alleato ombra del nuovo premier incaricato; infine, colui che si propone di demolire i partiti, ma che, poi, come un vero capobastone di partito, è pronto a punire o estromettere dal Movimento coloro che gli fanno ombra (e di fare riferimento ad un personaggio come Casaleggio, che invece, nell’ombra sembra stare a suo agio).

E’ sotto gli occhi di tutti, l’ultima performance dell’ex comico, dopo che la rete, sul blog peraltro gestito da lui e Casaleggio, aveva indicato di andare alle consultazioni con il nuovo Presidente incaricato (dalle primarie del Pd) a formare il nuovo governo. Grillo, ha deciso di andare lui personalmente a quelle consultazioni, nonostante ci fossero dei parlamentari, il cui ruolo assegnatogli dallo stesso Movimento è quello di portavoce. Non solo, ha anche interpretato la consultazione a modo suo, e invece di proporre, argomentare, ribattere a Renzi, ha lanciato accuse retoriche e insulti da bar. E’ evidente, da questo, come Grillo interpreti la politica in maniera personalistica e spettacolare, che trova ulteriore conferma, dalla messa alla gogna e alla probabile estromissione dei Senatori dissidenti, che hanno osato criticarlo.

Se, il personalismo di Grillo, vanifica l’opposizione resistente dei parlamentari del M5S ai governi delle larghe intese, lo stesso non si può dire per Renzi, che eletto segretario del Pd in maniera quasi plebiscitaria, liquida il governo guidato dal suo compagno di partito, dopo averlo rassicurato che non lo avrebbe mai intralciato, si fa incoronare Presidente del Consiglio, dopo aver rassicurato tutti che mai sarebbe andato a Palazzo Chigi senza prima essere passato dalle elezioni. Renzi, si appresta, così a fare un governo dalle larghe doppie intese, (anche qui dopo aver detto mai più larghe intese) potendo contare su due maggioranze, quella per il governo con Alfano, quella per le riforme con Berlusconi, con il quale pare in perfetta sintonia.

Una sintonia, e un modo di vedere l’economia che viene vista favorevolmente dalla destra, e che con lui oggi viene salutata favorevolmente, anche, da quello che un giorno fu il più grande partito di sinistra dell’occidente . Dichiarava Renzi qualche tempo fa al Foglio: “dimostreremo che non è vero che l’Italia e l’Europa sono state distrutte dal liberismo ma che al contrario, il liberismo è un concetto di sinistra, e che le idee di Zingales, degli Ichino e dei Blair non possono essere tratti marginali dell’identità del nostro partito, ma ne devono essere il cuore.”

Il nuovo Presidente del Consiglio, eletto dalle primarie del Pd, ha quindi il sostegno della destra e della “sinistra”. Anzi, si propone, per il superamento dei due blocchi storici, come del resto anche nel Movimento Cinque Stelle convivono elementi dei due diversi blocchi.
Renzi, ha il sostegno unanime dei mezzi di informazione, che da destra a sinistra, lo incensano di lodi, può contare sull’appoggio della finanza internazionale, attraverso il finanziere Algebris Davide Serra, suo stretto collaboratore, il quale ha rivestito ruoli di rilievo nella banca statunitense Morgan Stanley, una delle banche responsabili della crisi mondiale, è benvoluto da confindustria.

Ma il nuovo Governo Renzi, nasce, sopratutto dall’intesa sulla legge elettorale tra il giovane Renzi e il nuovo Berlusconi, che ritorna ad essere protagonista della politica italiana e probabilmente sarà uno dei padri costituenti della nuova Italia, grazie al Pd.
Del resto, la politica italiana, prosegue nella direzione da lui indicata, fatta di personalismo e spettacolarizzazione della vita politica, dal quale non se ne riesce proprio più ad uscire… e forse dei tre personaggi in cerca d’autore, lui è quello che è riuscito ad essere, non solo personaggio, ma anche autore !!!

Renzi: non so come finirà ma mi schiero

Non so come finirà, ma mi schiero ora.
Non so come finirà, ma mi schiero ora perché dopo sarebbe troppo facile.
Non mi sono mai iscritto al PCI perché non credevo nell’ideologia Comunista e alla fine degli anni 60 inizio anni 70 viaggiando in modo poco turistico nei paesi dell’est ho visto la dittatura.
Non sono mai stato un filoamericano perché dopo un viaggio negli gli USA, visti da “dietro la V° strada “,
non mi hanno convinto.
Non ho mai votato per la DC perché pur credente non ho mai capito per quale teologico motivo una religione avesse bisogno di un partito.

Ho sognato le grandi socialdemocrazie Nordiche, ma in Italia non le ho mai trovate.
Alla fine mi sento un progressista in cammino che non ha ancora trovato la sua terra.
Ma continuo a cercare, anche se non mi rimane molto tempo per trovarla, magari non luminosa come la sognavano i miei occhi di un tempo, ma accettabile.

Ora forse è giunto il momento: il PD potrebbe essere; Renzi potrebbe essere.
Perché ?
Durante la cosidetta I Repubblica tutto era bloccato, la Dc “per forza “ al potere, il PCI “per forza“ all’opposizione, il massimo della “dialettica“ veniva dal correntismo sfrenato della Dc e dal potere di ricatto degli altri piccoli partiti (PRI, PSDI, PLI, PSI); il Msi ovviamente fuori causa, ufficialmente.

Poi per vent’anni il caos, crollate nel mondo le ideologie e i miti (Russia, Cina, Cuba)  ridimensionati gli USA, in Italia crollati purtroppo i partiti,  è stata guerriglia con qualche fazione  che per brevi periodi  sembrava emergere e Berlusconi sempre presente, ma incapace di vero predominio, mantenuto in un ruolo di rilievo per gli italici difetti e la litigiosità/carenza degli altri.

Nel 2012, 2013 un vecchio ultraottantenne ha dovuto fare scelte davvero anomale  stante la totale incapacità dei partiti di fare scelte chiare, ma capacissimi di criticare in un continuo “sì però,  si dovrebbe/dovrebbero “.
Una volta al riparo di queste scelte tutti a criticare: Italian style  !!

Monti? Scelto senza voto popolare, ma di chi la colpa, di Napolitano ?
Per me no, per me colpa degli Italiani incapaci di eleggere una classe politica all’altezza.
Bersani ?
Sì Bersani poteva essere, ma non è stato e allora Letta come Monti non scelto da un voto popolare;  ma un Letta serviva per motivi diversi, ma serviva !
Letta tanti pregi, senso dello Stato certamente, ma non un leader vero, almeno per il difficilissimo compito a cui era chiamato.
Letta, è difficile negarlo, per una moltitudine di motivi stava arrivando a fine corsa in una Italia che dovrebbe accelerare per recuperare il tanto tempo perso.

Elezioni con questa legge  ?
Utili ai (tanti ) sostenitori del tanto meglio tanto peggio NON all’Italia.
E allora che Renzi sia.
Renzi  per me un progressista in un mondo in cui questo termine ha un significato che non può essere letto con una visione rivolta ad un passato partitico che non c’è più, in un mondo globalizzato privo di  ideologie di riferimento.
Renzi un politico che sembra capace di dare all’Italia una svolta reale, segretario di un partito progressista, il Pd lontano da una (ripeto una) delle sue radici, il PCI, ma che ha dato prova di avere un concreto dibattito interno più sulle cose che sulle inevitabili aspirazioni personali: Bersani, Renzi, Cuperlo, Civati  si distinguono per linee politiche diverse, ma non antitetiche e mostrano la volontà/capacità di trovare una sintesi.

Renzi non è stato eletto, vero, però almeno a differenza di Monti e Letta  si è sottoposto a due verifiche di primarie in una è arrivato secondo e in una primo; quali altri politici possono vantare questo in Italia oggi ?
Altra dovrebbe essere la modalità di eleggere il Presidente del Consiglio, ma accontentiamoci, questa  è la realtà di oggi anche se deprecabile.

Renzi avvicina forze non progressiste ?
In democrazia se non hai la maggioranza assoluta devi cercare alleanze e “pagare” un prezzo politico; è facile teorizzare altro e poi non offrire concrete  alternative possibili.
Al netto della condannabile abitudine di dare la priorità al proprio tornaconto, quando mai si capirà la profonda differenza tra un opinionista serio e un politico serio?

In questo stato di confusione totale in sintesi la mia opinione: Renzi è un progressista ?
Per me e per i milioni che lo hanno votato Si, per altri no; questa è la democrazia, ma attenzione a continuare nei storici distinguo, i tanti “suicidi “ della sinistra dovrebbero insegnarci qualcosa finalmente!
Renzi ce la farà ? Impossibile ora dirlo, ma dobbiamo fare che sia un SI per il bene dell’Italia, perché se è vero che non esiste mai l’ultima spiaggia questa ci assomiglia.

Renzi e il PD del domani

PD = Partito Democratico?
Bella la parola “democrazia”, così ancora tanto usata in questo Paese, e soprattutto in questi ultimi mesi. Sulla bocca di tutti i parlamentari, indifferentemente dal partito di provenienza. Che io ricordi, però, mai così tanto usata a sproposito quando si argomenta del sociale e della politica. Già… la politica italiana, questo articolato intreccio di personaggi, di strutture mastodontiche e iperburocratizzate, di logiche inafferrabili perché dominate da intrighi di palazzo e potere… invece di essere strumento di potere del popolo!

Stendo senza fatica un velo pietoso sul Centro Destra degli ultimi anni provando a concentrarmi sul Partito Democratico degli ultimi tempi… e chiedo. Che c’è di democratico in questo PD? Cosa è rimasto del vecchio PCI?
La mia risposta immediata è …”poco”. Ma se rifletto, rispondo…”sempre meno”! E se penso a Matteo Renzi, chiudo dicendo che tra qualche anno non rimarrà nulla!  E’ la triste realtà purtroppo.

Quanto di antidemocratico è stato fatto da importanti uomini di sinistra negli ultimi due anni!! :-( Napolitano col governo tecnico Monti, Letta col governo larghe intese e mai tutelando le classi sociali deboli a favore dei poteri forti europei, Boldrini che applica la tagliola senza mezzi termini e poi accusa di fascismo i Cinque Stelle… ed ora, e soprattutto… RENZI!

Non ho aggettivi per lo spettacolo cui abbiamo assistito in questi due giorni… lui naturalmente primo attore. Ancor prima di diventare premier aveva dato buona prova delle sue qualità: intesa con Silvio (condannato) per la legge elettorale fuori dal Parlamento tra mura amiche, proposta dell’Italicum ossia: “tu elettore voti per me e poi sono io che decido chi mandare in Parlamento”, senza dimenticare il “faccio tutto io”! Sindaco, segretario del partito e capo del Governo! “Letta da fastidio ai mie piani? Bene. Convoco la direzione del partito e lo faccio fuori: chi se ne frega del Parlamento!!” Per non dire tanto altro.

Beh qui, in realtà un pensiero devo esprimerlo. Ho sempre pensato che Renzi fosse più un Pirla che un Volpino e penso proprio che l’accelerazione al trono sia stata causata dal fatto che si è accorto dello sbaglio fatto nel risvegliare il Berlusca. Credo cioè, che quando ha cominciato a nasare di aver toppato (ad es. De Girolamo e Casini migrano verso Silvio), abbia cercato di correre ai ripari. Costi quel che costi!

E quindi tornando sul concetto di democrazia chiedo: a che serve il nostro voto? Tanto non possiamo votare la persona di cui ci fidiamo! A che serve il Parlamento? Quando le ultime decisioni importanti sono state prese al di fuori del Palazzo! Oh si si. Questa è democrazia!

E così il Berlusconi del Partito Democratico traghetterà progressivamente tanti seguaci, tanti colleghi e tanti elettori inconsapevoli verso il Nuovo Partito Democristiano! Alla faccia dei valori per cui tanti compagni prima e tanti uomini di sinistra poi… avevano speso il loro impegno e la loro vita.
Dovrà farsi carico di un cammino tortuoso su un sentiero pieno di rischi per tanti motivi,  ma non certo per questa trasformazione. Tanto i sindacati hanno già subìto questa metamorfosi. E i politici restii al cambiamento come Cuperlo, Fassina, Speranza si convinceranno facilmente perché fa comodo restare sulla poltrona. I pochi ribelli come Civati saranno emarginati. L’importante è che ci siano persone che obbediscano senza creare troppi problemi! Oh si si, questa è vera democrazia!

Partito Democristiano non significherà certo emulare la vecchia DC. Ma con la crisi che proseguirà se non cambiano i vincoli UE e rimarrà questa Europa, prepariamoci tutti compreso voi, cari ex compagni! Ci aspettano ancora manovre economiche lacrime e sangue. Stagnazione dell’economia accompagnata da alta disoccupazione non permetteranno politiche espansive o accomodanti. “Tagli” è la parola d’ordine, senza contare che il prossimo anno c’è il vincolo del Fiscal Compact . Ma sia chiaro… lobbies, criminalità organizzata e corruzione non verranno toccate.  :-(

Che pena; pensavo male… ma non così tanto.

Napolitano: “non per capriccio…”

Non per Capriccio…
“La nascita dei governi Letta e Monti non sono stati un capriccio del Presidente della Repubblica”
” Le politiche di AUSTERITY non reggono più”.

Musica e parole di Giorgio Napolitano bis, che bisogna riconoscergli non ha mai mancato di metterci personalmente la faccia, anche, se poi, a dire il vero, i cittadini, mettevano a monte altro… mentre lui, scusatemi il gioco di parole metteva, Monti (ma non per capriccio!!! lo nominava prima Senatore a vita e poi Pres. del Consiglio).

Adesso, all’improvviso, il vecchio migliorista si accorge che le politiche di austerity, hanno provocato una recessione senza precedenti, e se ne accorge, proprio, alla “vigilia” delle elezioni europee.
Napolitano, infatti, più che un Presid. della Republica Italiana, è stato il rappresentante, e sostenitore, delle politiche economiche europee, in Italia, applicate attraverso il fiscal compact, e legittimato con l’introduzione nella ns. Costituzione (di cui il P.D.R. dovrebbe essere custode) del pareggio di bilancio.
Le dichiarazioni di Napolitano, “basta austeriy”, giungono poi, dopo il decreto Bankitalia, da cui è scaturita la “donazione” ad alcuni istituti bancari e assicurativi privati, da parte del Governo delle larghe intese (che “non per capriccio…” lui ha fortemente voluto e sostenuto) di 7,5 miliardi di euro. Risorse, attinte dalle riserve ordinarie e straordinarie della Bankaitalia, per ricapitalizzare le banche private azioniste, e che con “l’obbligo”, fatto a questi, di alienare le quote in eccedenza, rende di fatto “commerciabili” quote che prima non lo erano, per di più rivalutate. Il decreto Bankitalia, dunque, potrebbe dare vita ad un mercato speculativo delle quote in eccesso, e mettere a rischio le riserve pubbliche di Bankitalia.

Tale decreto, è la raprresentazione di quelle che sono state le politiche economiche europee di cui Napolitano è stato rappresentante e fiero sostenitore: aiutare le banche, i grandi gruppi industriali e finanziari, senza ricevere niente in cambio. Abbiamo, assistito, in questi anni ad una sorta di dittatura finanziaria, un governo unico delle banche, della finanza, dei grandi gruppi industriali e dei manager, che ha imposto le sue decisioni a tutti i governi, sia di destra che di centrosinistra. Una dittatura, che in Italia, come in Europa, ha portato all’impoverimento dei pensionati e dei lavoratori, alla disoccupazione di massa e alla precarizzazione, alla negazione di diritti acquisiti e consolidati, frutto di anni e anni di lotte dei lavoratori, ai ricatti occupazionali (Electrolux è l’ultimo esempio).

In ultima analisi, l’austerity, tanto invocata, non ha riguardato, se non in maniera marginale i costi della politica e della rappresentanza istituzionale. In particolare, e lo dico, “non per capriccio”, il Quirinale dove è insediato Napolitano da più anni di chiunque altro Presidente, costa ai cittadini italiani, quasi il doppio di quel che costa ai cittadini americani la Casa Bianca, costa il doppio dell’Eliseo per i francesi e quasi il quasi il quardruplo di quel che costa Buckingham Palace agli inglesi…

Non per capriccio è avvenuto tutto ciò, ma per scelte politiche consapevoli;  ha fatto bene a ricordarcelo Presidente!!!