Una Legge Anticorruzione

corruzioneLa corruzione, secondo i dati della Banca D’Italia,  oggi ci costa  60 miliardi di Euro.

Nel 1992, Tangentopoli ci costava 6-7 miliardi l’anno.  In 18 anni è cresciuta 10 volte.

A Mirabello, un Fini sarcastico ha chiesto a Berlusconi  che fine abbia fatto la legge anticorruzione.

Silenzio di tomba.

Silenzio pure da  Schifani,  presidente del Senato dove giace in un cassetto il DDL.

In un’altro cassetto del Senato giace insabbiata la legge di iniziativa popolare presentata da Beppe Grillo con 350 mila firme di altrettanti cittadini che tra l’altro chiedono di stabilire l’ineleggibilità dei condannati.

Al dibattito “Convivere con la corruzione”, Il Fatto quotidiano ha proposto la discussione di un nuovo testo, penetrante e rigoroso ben oltre di quello governativo, ai rappresentanti dei partiti;  Antonio Di Pietro (Idv), Claudio Fava (Sinistra e libertà), Fabio Granata (Futuro e Libertà) e Matteo Renzi (Pd).

Il tentativo è di valutare l’ emergere di una maggioranza trasversale disposta ad approvarlo in tempi brevi, compresi i finiani.

Il testo elaborato con l’aiuto di giuristi, magistrati e altri esperti:

1) Prevedere il recepimento della Convenzione penale del Consiglio d’Europa sulla corruzione, sottoscritta a Strasburgo dagli stati membri nel 1999 e mai ratificata dall’Italia.

2) Introdurre nuove fattispecie di reato per sanzionare i più moderni crimini dei colletti bianchi nell’èra della globalizzazione (come l’autoriciclaggio,la corruzione fra privati, il traffico di influenze illecite).

3) Ripristinare il falso in bilancio sciaguratamente abolito dal secondo governo Berlusconi nel 2001-2002.

4) Mettere mano al sistema della prescrizione: l’ideale sarebbe arrestarne la decorrenza al momento dell’esercizio dell’azione penale, cioè della richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm. Oggi, grazie alla legge ex-Cirielli, la corruzione si prescrive 7 anni e mezzo dopo che è stata commessa, e quella giudiziaria dopo 10 (prima scattava dopo 15 anni).

5) Cogliere il meglio dalla miriade di proposte e disegni di legge giacenti in Parlamento e ivi insabbiati da varie legislature (due del Pd, uno dell’Idv, uno quasi preistorico dei Verdi e persino uno dell’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella, nato dal lavoro di una commissione istituita nel 2006 dal governo Prodi-2, di cui facevano parte magistrati di Mani Pulite come Piercamillo Davigo e lo stesso Greco).

6) La “proposta Cernobbio“. L’idea di partenza,  avanzata per la prima volta a Cernobbio nel settembre del 1994, in piena Tangentopoli, dal pool Mani Pulite e da un gruppo di giuristi e docenti universitari (fra i quali l’attuale presidente dell’Unione Camere penali, Oreste Dominioni, all’epoca legale di Berlusconi), era articolata in tre punti.  A) Legislazione premiale per incentivare il “pentitismo” anche in questo tipo di reati, cioè per incoraggiare il corruttore o il corrotto che va spontaneamente a confessare e a denunciare i suoi complici, “prima che la notizia di reato sia stata iscritta a suo nome e comunque entro tre mesi dalla commissione del fatto”. Sempreché restituisca il maltolto fino all’ultima lira. E con la sanzione automatica della decadenza e dell’interdizione dai pubblici uffici. In pratica, si rompe il vincolo di omertà fra corruttore e corrotto e si innesca una corsa a chi arriva prima a denunciare se stesso e l’altro per guadagnarsi l’impunità. L’obiettivo era quello di far emergere gran parte del sommerso di Tangentopoli, evitando ricatti e veleni. B) I reati di corruzione e concussione diventano uno solo: è vietato offrire e dare soldi a un pubblico funzionario, non importa se costretti o spontaneamente, né in cambio di quale favore lecito o illecito. C) Linea dura con chi arriva fuori tempo massimo, o non confessa tutto, o viene colto con le mani nel sacco; custodia cautelare obbligatoria per corrotti e corruttori, come per i mafiosi, con sostanziosi aumenti delle pene. Sedici anni fa la proposta suscitò reazioni entusiastiche da An e dalla Lega.

Che andremo a dire porta a porta per il PD?

D'alema. Ora il Pd ci chiama alla mobilitazione d’autunno.

Dice che sarà la nostra grande forza perchè la maggioranza è finita.

Mentre riceviamo questi appelli, non manchiamo di essere stupiti dalle affermazioni dei finiani di  Fare Futuro:

” Berlusconi è solo slogan, editti e killeraggio.

Il berlusconismo: un mix di dossieraggio, ricatti, menzogna per distruggere l’avversario, propaganda stupida e intontita, slogan, signorsì e canzoncine ebeti.

Il pensiero corre agli eventi passati, all’editto contro Enzo Biagi, contro Daniele Luttazzi, contro Michele Santoro. Il pensiero corre ai sensi di colpa per non aver capito prima, per non aver saputo e voluto alzare la testa. E oggi che gli editti toccano da vicino, è fin troppo facile cambiare idea.

Oggi ha ragione chi dice: perché non ci avete pensato prima? non c’è una risposta che non contempli un pizzico di vergogna. Un vergogna che, però, non prevede ora il silenzio, il ripetersi di un errore. Oggi che gli editti toccano da vicino, è fin troppo facile cambiare idea e ha ragione chi dice: “perché non ci avete pensato prima?” Ammettiamolo, non c’è una risposta che non contempli un pizzico di vergogna. Un vergogna che, però, non prevede ora il silenzio, il ripetersi di un errore”.

Veramente notevole, non c’è che dire. E’ gente questa che guarda avanti e che vuole costruire qualcosa di nuovo.
E partono con una dura quanto spietata autocritica i finiani che, per quanto tardiva, appare comunque in anticipo rispetto ai tanti sedicenti “intellettuali di sinistra che da 16 anni tengono il sacco e fanno da palo al Cavaliere paraculeggiando con finta indipendenza, che è pure peggio del berlusconismo, perché non ci mette neppure la faccia.
E questo vale per tutti i dirigenti e le teste d’uovo del centrosinistra “riformista”, prima di tutto del PD, che hanno screditato il valore dell’antiberlusconismo come “demonizzazione” e “giustizialismo”, sacrificato sull’altare di un “dialogo” mai corrisposto e di “riforme condivise” mai viste e delle ospitate a Porta a Porta, gente che non ha mai voluto immaginare una destra diversa da quella abusiva e fuorilegge di Berlusconi, garantendogli così lunga vita.

Oggi che finalmente viene detto dai finiani quanto ,il re sia nudo dovrebbero vergognarsi gli appartenenti alla casta partitica del PD e chiedere finalmente scusa alla loro base che sbeffeggiano da anni con alterigia.
I finiani, con tutte le loro magagne, lo stanno facendo mentre Berlusconi è vivo e potente e con potenza li attacca a livello personale con i suoi media. D’Alema & C. invece aspettano il referto del medico legale.

«Spiegheremo agli italiani cosa sta veramente accadendo nel nostro Paese» ci dice Rosy Bindi invitandoci ad una mobilitazione porta a porta e chiedendoci se siamo pronti; certo che siamo pronti cara compagna/amica e lo siamo da anni, noi!
Ma che cos’è che dovremmo spiegare porta a porta, che i finiani hanno avuto il coraggio (finalmente) di dire quanto noi non ci azzardiamo nemmeno ancora a pensare?

Sbatti l'avversario in prima pagina

liberocontroveronicaEsistono leggi che non consentono la proprietà di quotidiani o altri media a chi ricopre cariche dello Stato, questo al fine di impedire che chi ha il potere di governo possa abusarne, usandoli in modo strumentale nell’attaccare avversari politici o di governo.

Dalla costituzione della Repubblica queste leggi hanno sempre funzionato, e i vari Andreotti o Fanfani hanno sempre mostrato molta prudenza nell’uso di questa arma.

Ma con l’avvento del berlusconismo anche questo aspetto è stato stravolto, e la legge aggirata con le solite tipiche furbate, come mantenere proprietà e controllo dei vari media ma farli apparire di proprietà di un familiare o altro prestanome.

Con questa furbata il nostro premier ha ridotto i suoi giornali e le sue TV a strumenti di sputtanamento mediatico nazionale dell’avversario di turno, contagiando nella campagna anche gli altri media più o meno a lui vicini.

L’operazione è poi presto degenerata sfuggendo di mano al suo stesso ideatore-fruitore finale degenerando nel più infimo squallore, espressione soltanto di ripicche infantili.

Quando la moglie del Cavaliere decide di averne abbastanza e citando ciarpami senza pudore chiede il divorzio, ecco l’infantile ripicca-sfogo del premier che fa pubblicare in prima pagina di un suo quotidiano vecchie immagini della moglie a seno nudo, subito assecondato da altri media e saccenti opinionisti.

Che ha ottenuto Silvietto con quell’operazione? Forse pensava che Veronica Lario vedendosi sputtanata a livello nazionale decidesse di amarlo di nuovo? O forse si tratta semplicemente di una infantile quanto puerile ripicca-dispetto? In ogni caso, Berlusconi l’ha pagata cara quella ripicca, quando ha dovuto accettare le richieste della moglie di fronte al Giudice per il divorzio.

E come un adolescente viziato e dispettoso, il premier ha continuato ad oltranza, baloccandosi  nell’uso dei suoi media per sfogare le sue puerili ripicche-dispetti contro chiunque si fosse azzardato a non sottostare ciecamente ai suoi dictat.

Ed ecco, giusto per riportare i più noti e recenti (ma da almeno un paio d’anni ogni giorno Libero e il Giornale sbattono l’avversario di turno in prima pagina facendolo a pezzi),  il caso del Giudice Mesiano, colpevole di aver condannato Mediaset a rimborsare i danni a De Benedetti:

Ebbene, ora che tutto il Paese “ne ha sentito delle belle”, che è successo, con quelle prove è cambiata la sentenza o solo il marmocchio di Arcore ha sfogato la sua isterica stizza?

Terribile e pure devastante fu il caso Boffo; il direttore dell’Avvenire, quotidiano della CEI, si azzardò a criticare la condotta morale del Premier che “frequentava minorenni”. Lì si arrivò a costruire veri e propri dossier falsi manipolando veline e riscontri  giudiziari per distruggere completamente l’immagine della persona, costringendolo alle dimissioni. Poi Feltri fu costretto a ritrattare, ammettendo il falso:

«La ricostruzione dei fatti descritti nella nota, oggi posso dire, non corrisponde al contenuto degli atti processuali». Sempre secondo la stessa risposta di Feltri, l’inaccessibilità degli atti giudiziari autentici non ha consentito di discreditare il contenuto della nota, e di «verificare attraverso le carte che si trattava di una bagattella e non di uno scandalo. Infatti, da quelle carte, Dino Boffo non risulta implicato in vicende omosessuali, tantomeno si parla di omosessuale attenzionato»

Ma oramai la distruzione dell’immagine di Boffo era avvenuta, e con essa la ripicca-vendetta del nostro marmocchio dispettoso. Solo quella, che sicuramente i rapporti tra Stato e Premier e Chiesa Cattolica non erano certo migliorati con questa squallida bastardata.

Recentemente i media del Cavaliere hanno attaccato duramente, e sempre a titolo personale, mai politico, (cioè se la tua idea è opposta alla mia, non discuto quella, ma il fatto che tu abbia la forfora) i vari esponenti del gruppo finiano, da Bocchino a Granata, rei di esprimere “dissenso” dal padrone.

Qui il nostro marmocchio ha superato sè stesso, combinando una serie di errori clamorosi (di cui abbiamo già parlato) sopraffatto da stizza spocchiosa ed arrivando a cacciare i dissidenti, convinto che poi fossero solo 4 gatti.

Ma accortosi che i gatti erano 44 e in grado di farlo cadere, ha deciso di dare libero sfogo al travaso di bile acida, ed ecco che da 5 giorni, ininterrottamente, tutte le testate del moccioso attaccano Fini, moglie, parenti e familiari vari per le case, i mestieri e i vari interessi che ognuno, in un modo o nell’altro, porta avanti per vivere.

Ora, non mi interessa sapere se Fini sia un emerito gaglioffo o solo l’ennesima vittima dell’ennesima porcata del nostro Premier (o entrambi). Lo stabilirà la Magistratura e ne prenderemo atto. Ma è evidente come anche in questo caso, il nostro marmocchio-moccioso astioso abbia boriosamente mostrato all’avversario e al Paese il suo spudorato uso strumentale dei media in suo possesso per una miserabile vendetta personale.

E questo diviene il suo quinto errore.

Visto il livello di sputtanamento generato ai danni di Fini & famiglia, visti gli argomenti ed i termini usati strumentalmente e ferocemente contro di loro, che tipo di prudenza e di discrezione potranno usare i finiani nell’accingersi a valutare la legge per il Processo Breve che il premier sta per tentare di imporre al Parlamento, e senza la quale visto il prossimo annullamento del Legittimo Impedimento per incostituzionalità rischia di apparire (finalmente) privo di scudi di fronte alla Magistratura?  ;Z

Perchè a sinistra si dovrebbe votare un Bersani?

genuflessiMentre il PDL compie la sua azione di sfaldamento, di fronte all’ipotesi di un’ampia svolta politica, in questi giorni di consultazioni, ipotesi fantasione, nuove alleanze e frenetici sviluppi, il PD appare immobile, fermo sugli zoccoli a guardare distaccato gli avveniementi che altri stanno gestendo.

E’ la fine del berlusconismo ragazzi?

Di fronte a questo passaggio cruciale della storia della nostra democrazia, mentre tutto si sta ridisegnando e molto presto nulla più sarà come prima, dal PD arrivano proposte ed idee nuove: l’inciucio ad oltranza, e a proporlo (autoproponendosi e sostenendosi l’un l’altro) sono i soliti leader maximi che da venti anni non ne azzeccano una:  D’Alema, Veltroni, Fassino, Bersani, Latorre, Bindi, Letta (il nipotino) e così via, in un impeto di fresca innovazione.

Appare molto probabile  che cessato il Berlusconismo saranno personaggi come Monti o Draghi a guidare la destra. Figure che credono in un conservatorismo liberale aperto ed europeo, efficace e con senso dello stato, ma sopratutto legale e costituzionale.

Due anni fa, con un progetto vago, fantasioso e di fatto irrealizzabile,  Veltroni ottenne il 33% dei consensi da un elettorato di sinistra terrorizzato dall’avvento di un Berlusconi famelico e pronto ad appropriarsi del Paese e devastare le Istituzioni. Come ha poi fatto, continuando tutt’ora imperterrito. Pur di risparmiare all’Italia e a sè stessi Berlusconi, gli elettori di sinistra avrebbero votato qualsiasi cosa, anche il gabibbo.

Ma se ora a destra si dovesse presentare questo Monti ansioso di concretizzare la sua idea di destra moderna e liberale,  laica e legale o un Draghi deciso a rimettere in sesto l’economia, il dissesto dei vari disavanzi italiani colpendo l’evasione e gli sprechi da clientele partitiche, quale potrebbe essere il timore e l’angoscia del popolo di sinistra?

Per quale motivo, per quali disperate emergenze dovrebbero riturarsi il naso e votare un D’Alema, Veltroni, Fassino, Bersani, Latorre, Bindi o Letta, gente che manterrebbe in vita il berlusconismo riproponendolo nelle sue forme peggiori di ipocrita clientela corruttiva?

E’ evidente che una fascia estremamente ampia di elettori di sinistra non avrebbe più nessun motivo per votare questa gentaglia, che riotterrebbe il voto solo dalle truppe cammellate dei vecchi militanti settantenni e dal vasto sottobosco delle clientele locali, dalle cooperative alle associazioni, legate alle amministrazioni regionali, realizzando un PD che finirebbe per ottenere un 15- 20% di consensi.

La sensazione è che a loro tutto sommato vada bene così;  in fin dei conti Craxi riuscì ad arraffare  di tutto per anni con un partito di mascalzoni che non arrivava al 15%.

Gli errori del Berlusca (mi avevano detto che erano solo 4 gatti!)

berluscaSorprendono ed ora paiono persino clamorosi gli errori che Berlusconi ha commesso nella vicenda Fini.

Il primo, che poi ha innescato tutti gli altri, è successo durante la famosa Direzione di Partito dove, di fronte ad una platea di inquisiti, è avvenuta la scomunica di Fini, colpevole di aver chiesto un minimo di riscontro e … legalità.  Berlusconi ha preteso a tutti i costi di restare leader unico del PDL, arrivando anzi a denigrare di fronte alla Direzione l’immagine di Fini e precludendogli ogni possibile futura posizione di leader.

Se avesse mediato con Fini, riconoscendogli un minimo di autorevolezza nel partito ed accettando di condividerne la leadership con lui, tutto si sarebbe risolto ed avrebbero potuto proseguire ancora per anni. Invece il Premier si è impuntato, sicuro di vincere ha imposto il suo comando e preteso la leadership solo per sè, aprendo lo scontro in modo lacerante, rifiutando ogni mediazione e bollando come traditore il Presidente della Camera.  Al quale a quel punto, isolato nel partito, non restava nessun’altra scelta che andare fino in fondo.

Il secondo errore Berlusconi l’ha commesso decidendo di mantenere nel partito e nel governo gli inquisiti oramai bruciati. Di fronte all’incalzare delle prove evidenti e delle intercettazioni il Premier ha pensato di poter tirare avanti, tenere Brancher Ministro, Verdini coordinatore del partito ecc.  E quando Fini ha calendarizzato la richiesta di sfiducia presentata dalle minoranze, costringendo Brancher alle dimissioni,  il Cavaliere ha fatto la figura del perdente, dopo aver fatto quella di chi è colluso e succube degli inquisiti.  Anche in questo caso, se avesse accettato di chiedere le dimissioni di Brancher, Verdini & Co. avrebbe evitato le pessime e devastanti figure successive.

Il terzo errore l’ha fatto due giorni fa. Furioso per essere stato messo nell’angolo da Fini (in realtà ci si è messo da solo) ha pensato bene di convocare i Probiviri (!!) e buttare fuori i finiani dal partito.  Non sopportava il Premier l’idea che ora ogni scelta del partito potesse essergli contestata “dall’interno” dai finiani; rinquorato dai suoi spin doctor (tanto sono solo 4 gatti) e convinto di poter acquistare voti senza problemi, ha deciso per la cacciata. Errore nell’errore, i suoi esperti consiglieri hanno sbagliato conti e previsioni (come invece a noi poveri buzzurri del popolino appariva chiaro) e si sono ritrovati con 43 gatti (invece dei 4 previsti) che hanno lasciato il partito e costituito subito Gruppi Autonomi a Camera e Senato, dichiarando che sosterranno il Governo solo per le azioni previste nel Programma, ma lo osteggieranno in caso di iniziative contrarie agli interessi dei cittadini e della legalità.  Se prima aveva il disturbo interno dei finiani che “discutevano” le sue scelte, ora nulla più passerà senza il voto dei finiani, non più 4 gatti ma oramai gruppo consolidato.

Il quarto errore lo sta facendo oggi e lo realizzerà nei prossimi giorni. Compreso che la situazione è drammatica, (in contemporanea la Corte Costituzionale ha calendarizzato tra pochi mesi l’esame del Legittimo Impedimento, e se come molto probabile lo riterranno incostituzionale, Berlusconi apparirà privo di scudi di fronti alla Magistratura) Berlusconi con l’aiuto di Dell’Utri stà contattando nel tentativo di comprarli i deputati più sputtanati della Legislatura come Cuffaro, nella speranza di tentare il tutto per tutto e trovare i voti per far passare immediatamente la legge sul Processo Breve, precedentemente accantonata.  E’ evidente come in questo modo offrirà sempre più a Fini (e al Paese) l’occasione per mostrare sè stesso come un gaglioffo truffatore e il Presidente della Camera come il salvatore della destra e pure delle Istituzioni.