La crisi è finita. O no?

Tremonti__Il_ritorno– “La crisi non è finita”.

Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti alla Conferenza ‘Nuovo mondo, nuovo capitalismo‘ riferendosi complessivamente alla situazione internazionale.

“E’ come vivere in un videogame, compare un mostro, lo combatti, lo vinci, ti rilassi e subito spunta un altro mostro più forte del primo”.

Insomma: “si dice che va tutto bene, ma ne siamo proprio sicuri?”, si è chiesto il ministro.

Ma siamo tutti deficienti?

15 marzo 2009
Brunetta: “Basta allarmismi la ripresa è vicina”

19 aprile 2009
Tremonti: finito l’incubo Borse. Il ministro dell’Economia: «Si ferma la caduta, la paura è passata. Nessuna nuova tassa per il sisma»  Il ministro del Welfare: «Riflettere su moratoria ai licenziamenti».  Crisi, Sacconi alle imprese: non licenziate!

26 marzo 2010
Crisi economica, Tremonti: “Siamo messi bene, come Francia e Germania”

04/settembre/2010
Tremonti: “L’emergenza crisi per l’Italia è finita”.  Lo ha dichiarato il Ministro dell’Economia che esclude la necessità di una manovra correttiva; “I titoli sono stati collocati bene”.

18 settembre 2010
Tremonti: “Crisi, niente rischi”

18-novembre-2010
Tremonti : ” Non c’é nessun allarme mercati per l’Italia e nessun rischio legato al caso irlandese.”  Parola di Giulio, certo che la crisi dei debiti sovrani che sta scuotendo alcuni Paesi dell’Eurozona – vedi Irlanda, Portogallo e Grecia – non interesserà in alcun modo il nostro Paese.

06 gennaio 2011
Tremonti: «Salvate banche e speculatori». Il ministro dell’Economia: «Crisi non è finita, siamo al punto di partenza». Euro a picco.

Evviva, la crisi è finita! … o no?

ImpunityIeri Obama ha espresso un cauto ottimismo per il prossimo futuro dell’economia (e dell’occupazione) USA.

“Andiamo verso giorni migliori” dice il Presidente, valutando i dati positivi del mese scorso che mostrano un tasso di disoccupazione stabile al 9,6%, ma con il settore privato che ha aumentato gli occupati di 67.000 unità.  E il Presidente annuncia per la prossima settimana un nuovo pacchetto di stimoli. “La priorità adesso è dare un impulso alle piccole imprese”, ha detto il presidente, “in cui l’anno scorso si è verificato il 60% delle perdite di posti di lavoro”.

Visto l’annuncio di Obama, ecco che Tremonti, spinto anche dall’aria di elezioni anticipate che tira, non resiste e subito annuncia euforico che “L’emergenza è finita“, senonchè sarebbe almeno un paio d’anni che lui ed il nano lo dichiarano, dopo aver detto per un anno che la crisi non c’era, solo sensazioni psicologiche, quindi non è che appaia tanto credibile la cosa.

Sarebbe da ridere l’intervista di Tremonti pubblicata oggi su Repubblica, se non fosse per il fatto che rappresenta una tragica fotografia dell’assoluta incapacità ed incoscienza di questo governo.

E’ di fatto solo una gag, l’ennesima, a conferma del fatto che Tremonti e Berlusconi da 20 anni, stordiscono gli italiani con dosi massicce di frottole.  Nella puntata odierna del varietà del governo, Tremonti ci racconta, ancora una volta, che la crisi economica è finita, che i sacrifici più duri sono acqua passata, che l’Italia è più forte e gode di salute più degli altri paesi.

Ma aldilà dei proclami elettorali, come stanno veramente le cose qui in Italia?

Vediamo alcuni dati.

L’economista inglese Charles Young, in un suo libro pubblicato recentemente, Inpunity, dedica un intero capitolo sulla macroeconomia degli anni del governo Berlusconi.

Le statistiche sono chiare, e non possono essere scartate o attribuite a fattori internazionali fuori dal controllo di Berlusconi in quanto sono statistiche comparative e la conclusione è evidente: per quanto riguarda la crescita del PIL e gli altri parametri, l’economia italiana va peggio di qualsiasi paese nella zona europea.

Dice Charles:

Nei cinque anni precedenti il 2009 la crescita in Italia è stata di segno negativo – l’economia nel 2009 è stata più contratta rispetto al 2004 – mentre nel resto dell’Eurozona si è registrata una crescita positiva. Entrambe le cifre – il calo in Italia e la crescita nel resto dell’Eurozona – sono molto basse, e non va attribuito un eccessivo significato al picco negativo del grafico relativo all’ultimo anno.

Non vi è dubbio che basterebbero questi grafici a dimostrare l’inadeguatezza della gestione economica durante gli anni dei governi Berlusconi. Questo è dimostrato, in modo forse ancora più immediato, dai grafici che seguono.

Il primo grafico mostra l’Italia agli ultimi posti della tabella dei paesi del mondo per crescita del PIL pro capite dal 2001 al 2009 (otto anni durante i quali Berlusconi è stato per lo più al governo). Negli otto anni precedenti il primo duraturo governo Berlusconi, questo valore era stato molto più vicino alla media OCSE.  Al contrario, nel periodo caratterizzato dai governi di Berlusconi, l’economia italiana è stata l’unica importante economia al mondo a subire negli ultimi otto anni un consistente calo (fino al 6%)  del reddito reale pro capite. Ad alcuni piccoli paesi è andata ancora peggio – il crollo di un terzo del reddito pro capite nello Zimbabwe di Mugabe fa passare in secondo piano anche l’Italia di Berlusconi. Haiti e la Costa d’Avorio hanno subito rispettivamente una diminuzione del 7% e del 9%. Comunque, a parte questi tre paesi, a nessun altro paese al mondo è andata peggio che all’Italia.

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Oltre ai problemi giudiziari, alle escort e alle corruzioni, alle spaccature nel suo partito, alle tangenti ed alla perdita della piena leadership, questo è il vero scheletro nell’armadio di Berlusconi ben più imbarazzante e dannoso;   l’andamento drammatico dell’economia italiana sotto la sua gestione che prima o poi verrà a galla e della quale dovrà fornire spiegazioni credibili agli italiani che hanno perso casa e lavoro, fabbrica e servizi sociali.

Evasione causa della macelleria sociale

10-berlusconiAll’Assemblea ordinaria dei Partecipanti il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, pur ritenendola indispensabile, esprime un giudizio molto severo sulla manovra: “evasione causa della macelleria sociale”:

“La caduta del prodotto accresce l’onere per il finanziamento dell’amministrazione pubblica; i costi dell’evasione fiscale e della corruzione divengono ancora più insopportabili; la stagnazione distrugge capitale umano, soprattutto tra i giovani”.

Il valore aggiunto sommerso, secondo stime dell’Istat,  ammonta al 16 per cento del Pil.

Tra il 2005 e il 2008 è stato evaso il 30 per cento della base imponibile dell’Iva: in termini di gettito, sono oltre tre miliardi l’anno, 2 punti di Pil. Tanto che se l’Iva fosse stata pagata il nostro rapporto tra il debito e il Pil sarebbe tra i più bassi dell’Unione Europea.  Combattere l’evasione, a giudizio della Banca d’Italia, “deve essere una leva di sviluppo”, anche attraverso la riduzione delle aliquote: “il nesso tra le due azioni va reso visibile ai contribuenti“.

Un Popolo obnubilato il nostro, che non sa e se sa dimentica.

Una realtà Kafkiana la nostra assurda ed incredibile se non ridicola.

Un Presidente del Consiglio che porta il suo Paese alla rovina in questo modo, potrà mai essere realmente giudicato?

Finanziaria con "sacrifici molto duri e pesanti"

berlusca-tremontiPassa la manovra finanziaria che colpirà i dipendenti statali e i lavoratori in genere, i pensionati e gli invalidi “veri”, gli Enti Locali (che saranno costretti a scaricare i costi sui cittadini, prendendosi loro la colpa),  oltre naturalmente l’Italia tutta che dovrà subire l’ennesimo condono edilizio.

Ma Tremonti dopo un aspro scontro nel Governo ritiene di essere “ad un tornante storico”.

E Berlusconi scompare, che quando si tratta di dare cattive notizie sta a casa, perchè fa brutta impressione e cala nei sondaggi. Manda Letta a dichiarare i “duri sacrifici per non finire come la Grecia”.

Una manovra economica dunque da 24 miliardi di euro in due anni.
In sostanza, la manovra che Tremonti ha di fatto imposto, ripristina molti dei provvedimenti fiscali di Visco e del Governo Prodi soppressi da Berlusconi al suo insediamento.

Alla fine della giornata Silvio Berlusconi è comunque esausto, esasperato per il braccio di ferro sostenuto con Tremonti. “In questi giorni Giulio mi ha creato un sacco di problemi, si è imputato su tutto, non ha voluto sentire ragioni. Ha minacciato le dimissioni ogni due per tre, ha litigato con tutti dando l’impressione di pensare solo ai cavoli suoi”.

Ed ora il Presidente del Consiglio si prepara a farci credere, a reti unificate, che i sacrifici non ci saranno, che la manovra sarà indolore e che intende “mettere a dieta lo Stato” che quindi costerà di meno ai cittadini.

Cominci intanto il teleimbonitore (ad esempio) a spiegarci cosa intende fare per le 650.000 auto blu concesse alla Casta, (e pagate da noi) contro le 50-60.000 di Francia, Germania, Inghilterra ecc., oppure, sempre ad esempio, ci dica il pifferaio magico se intende ancora trasportare con gli aerei di Stato (spese quadruplicate dal Governo Prodi) le sue puttane e menestrelli per le sue orge in Sardegna.
Per ora apprendiamo solo che il Cavaliere ha preteso e ottenuto da Tremonti l’eliminazione dei tagli ai fondi per palazzo Chigi e sul controllo preventivo sulla Protezione civile. Due misure che avrebbero di fatto trasformato Berlusconi in un premier senza portafoglio. “Sia chiaro – ha tuonato il Cavaliere – che io non mi faccio commissariare da nessuno”.

LUI, è quindi esentato da ogni forma di sacrificio. Altro che storie.

La “gente” inconscia (ed ipnotizzata) continua a danzare sul Titanic Italia che affonda

Mentre il Titanic affondava lentamente ma inesorabilmente, parte dei viaggiatori continuava a danzare e brindare, incapaci di comprendere l’immane tragedia che stava realmente accadendo.

Temo che sia tempo di prepararci, noi disillusi, che rimane poco tempo.

Ampie fasce di popolazione continuano inconscie a ballare su questo Titanic oramai semiaffondato. Un popolo alla deriva come orsi polari su lastre di ghiaccio sempre più piccole in inesorabile scioglimento. Non comprende cosa l’abbia sbattuto in mezzo a questo buio oceano, ma vagheggia illuso che finché c’è ghiaccio c’è speranza.

Silvio Berlusconi è oramai finito.
Anche se la sua agonia politica sarà lunga e lacerante.
La sua volontà sovrumana di sopravvivenza alla decadenza fisica ed alla Giustizia ha mantenuto in vita artificiale le illusioni di un Paese che non esiste più, di un’economia che non c’è più.
Il dopo Berlusconi è già partito ed i suoi ex collaboratori Casini e Fini si preparano alla successione.
Persino Bersani stà abbandonando la nave Berlusconiana, così come fanno i topi quando essa sta per affondare.

L’Italia è un lastrone di ghiaccio alla deriva che si sta sciogliendo.
Come il topo ipnotizzato dal pitone, il suo popolo resta paralizzato e non distogliere gli occhi da un vecchio suonatore di piffero psicolabile, mentre tutto attorno le cose e lo Stato stesso vanno a pezzi.

In troppi continuano illusi e lobotomizzati a danzare fantasticando e sognando su questo Titanic Italia.

La nostra è l’economia di uno Stato in fallimento.
I giornalisti prezzolati che oggi scrivono dei nostri inesistenti successi, completamente asserviti al sistema, solo il giorno dopo ci avvertiranno ufficialmente e ci racconteranno che era imprevedibile, così come è invece chiarissimo e noto per chiunque voglia vedere.
Forse solo la Grecia in Europa ha una situazione drammatica come la nostra, ma il presidente greco Papandreou ne è consapevole, così come il suo popolo.
Temono la bancarotta e la perdita di sovranità nazionale, il commissariamento dello Stato e l’impossibilità di procedere con una politica economica autonoma in quanto esiste il forte rischio che i titoli di Stato greci diventino carta straccia come i Tango bond argentini.

Ma la Grecia ha 300 miliardi di euro di debito pubblico, l’Italia 1.800, in aumento di quasi un miliardo al giorno.
Chi oggi compra i nostri Titoli di Stato, ministeri del Tesoro ed istituzioni finanziarie mondiali, per proteggersi dal rischio bancarotta di stato contrae polizze assicurative e l’Italia è prima nel mondo per polizze contratte contro il rischio di una sua bancarotta.

Che altro deve succedere per disilludere questa “gente” ipnotizzata, per fargli comprendere che il Titanic sta affondando?

Quando l’economia ci presenterà un conto che, noi ignari, non sapremo come pagare, implacabilmente lo stesso farà la Storia.

In una situazione di default generale, la Lega che da sempre esige la secessione del Nord avrà tutte le condizioni per ottenerla, in quanto nel pieno di una crisi economica e politica nulla potranno i nazionalisti del PDL per l’unità d’Italia.
E lo stesso faranno le mafie al sud, che in Sicilia hanno lo stesso obiettivo fin da Salvatore Giuliano.

Non finirà come in Jugoslavia perchè noi italiani tutto sommato ci frequentiamo da migliaia di anni e non bombarderemo le nostre Sarajevo.

Ma siamo realisti; un Paese che ha un Napolitano presidente della Repubblica, il mafioso Schifani presidente del Senato ed il ricco pifferaio Presidente del Consiglio è un Paese morto. Economicamente e politicamente.

Siamo zombie che camminano.
Leonardo DiCaprio e Kate Winslet sognanti sulla prua di un Titanic dalle ore contate.