Silvio promise di cancellare le Province; ne crea 21 nuove!

In campagna elettorale per le Politiche del 2008 l’abolizione delle Province (costose ed inutili) fu promessa da tutti i candidati.

Fini ha dichiarato: “L’esistenza di queste istituzioni non ha nessun senso. La loro abolizione comporterebbe riduzione di costi che non sono quelli degli stipendi degli impiegati, ma quelli dei fondi stanziati per politiche che possono essere risolte a livello comunale o regionale”.

Assieme all’abbassamento delle tasse, fu uno dei pezzi forte del Cavalier BERLUSCONI, che il 12 dicembre 2008 ha ribadito: “l’abolizione delle province è parte del mio programma… Con i soldi risparmiati potremmo fare molte cose…”. E poi a Matrix:

(26 febbraio 2008) – fonte: Corriere di Como e Matrix (canale5) – «È necessario eliminare le Province». Un’ipotesi forte, da tempo in discussione, che potrebbe portare a un radicale riassetto dell’amministrazione pubblica. Visto che l’idea viene rilanciata in campagna elettorale dal leader del Pdl, Silvio Berlusconi, per «ridurre i costi della politica» l’annuncio del Cavaliere, arrivato nei giorni scorsi durante la trasmissione Matrix di Enrico Mentana, ha aperto e scatenato il dibattito.

La Banca D’Italia tramite il Sole 24 ore ci ha informato poche settimane fa che per quanto riguarda le tasse in realtà il Premier ce le ha aumentate, nonostante con annunci roboanti sostenga il contrario.

Per l’abolizione delle Province il balletto è lo stesso; Berlusconi fa esattamente il contrario di quanto promesso creando 21 nuove Province delle quali 19 con meno di 200 mila abitanti.

Il record in Sardegna con 8 nuovi Enti.

Ma una Provincia significa non solo cariche e stipendi, ma anche sottogoverno ed assistenti e l’insieme ci costa 14 miliardi di Euro; 250 €. a testa, bambini compresi. E con il debito pubblico in aumento di quasi mezzo miliardo al giorno.

E come da tempo tutti dichiarano … non servono assolutamente a nulla, creando addirittura confusioni e doppioni tra competenze dei Comuni e delle Regioni.

Come mai i politici di sinistra e di destra non fanno quanto promesso agli elettori e ora anzi difendono a spada tratta quegli Enti giudicati “inutili” in campagna elettorale? Quali sono gli interessi che girano attorno a questo giro vorticoso di finanziamenti e poltrone?

Il grande business è anzi in aumento con l’arrivo dei decreti attuativi del federalismo fiscale e il finanziamento di risorse adeguate. Vediamo alcuni esempi di come sono spesi oggi questi soldi pubblici:

  • a Trento  300 mila euro erogato dalla Provincia autonoma a beneficio della fondazione universitaria dei Focolarini di Firenze, “Sophia”.
  • 439 mila euro stanziati dalla medesima giunta, guidata dal rutelliano Lorenzo Dellai, per la ristrutturazione della sala stampa dell’ente (48.592 solo per l’incarico all’architetto).
  • Il 22 febbraio, il capogruppo Pd alla Provincia di Napoli, Pino Capasso, attacca: “L’amministrazione Cesaro (centrodestra, ndr) ha promesso agli elettori sobrietà nelle spese, ma ha portato l’importo per contributi ad associazioni amiche fino 3 milioni e 144.414 euro;  a “Cogli l’attimo”, euro 9.800, “C’è di più per te” o “Sognando di diventare campioni tirando la fune” euro 5.000. E Sant’Antimo, città di origine del presidente Cesaro, batte tutti con aiuti per euro 125.832″.
  • oltre 1 milione di €. per la spedizione di presidenti di province e assessori siciliani alla Bit di Milano. Roba che ha fatto gridare allo scandalo consiglieri regionali del Pdl. Alla prestigiosa Borsa del turismo si sono presentati, al seguito del governatore Raffaele Lombardo, e tre suoi assessori, tra gli altri i presidenti delle Province di Palermo (Giovanni Avanti), di Trapani (Girolamo Turano) e Ragusa (Francesco Antoci), tutti di centrodestra.

E va ricordato che anche il Pd si guarda bene dal proporre la soppressione delle Province, con Bersani che, solo con Bossi, si dichiara contrario.

…che tanto paghiamo noi.


Commenti
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  1. avatarZeitgeist - 5 marzo 2010

    Siamo alle solite, in campagna elettorale tutti promisero che se fossero andati al governo, avrebbero tolto le province, ma se ne guardano bene per le ragioni che sopracitavi.

    Io se fossi al governo, abolirei le province e riciclerei parte di quei lavoratori per creare organi di controllo in tutti i settori al fine di avere quello che veramente manca in Italia, e cioè il controllo del rispetto delle leggi.

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