Richiesta di assemblea sulle biomasse

Credo che sia giunto il momento di pubblicare il documento redatto dai quattro Comitati più i liberi cittadini del Blog “Persiceto caffè”.

Il documento è datato 6 Maggio 2012 e siamo ancora in attesa di una risposta da parte del Presidente dell’Unine dei Comuni di “Terred’acqua” e dei Sindaci.

Siamo consapevoli che in mezzo c’è stato il triste terremoto che ha visti coinvolti almeno la metà dei Sindaci, in un impegnativo quanto emblematico interessamento personale del quale non possiamo altro che ringraziarli.

Infatti, fino ad oggi non abbiamo assolutamente pensato di fare pressioni e richiedere iniziative ed interventi sulla questione biomasse, ma ora è giunto il momento che qualcuno ci risponda e dia la possibilità ai cittadini che manifestano il loro dissenso sulle scelte politiche della Regione, della Provincia e del Comune, sulle autorizzazioni di ben quattro biomasse sul territorio persicetano.

Credo che il documento esprima molto bene le problematiche e gli interrogativi dei cittadini e per questo dobbiamo essere ascoltati al più presto nell’assemblea pubblica che da tempo abbiamo chiesto di indire.

Alla c.a. PRESIDENTE dell’Unione dei Comuni di “Terred’acqua”

e Sindaco di Crevalcore, Sig. Claudio Broglia

Ai Sindaci dei Comuni di,

-San Giovanni in Persiceto Sig. Renato Mazzuca

-Sant’Agata Bolognese Sig,ra Daniela Occhiali

-Sala Bolognese Sig. Valerio Toselli

-Anzola dell’Emilia Sig. Loris Ropa

-Calderara di Reno Sig.ra Irene Priolo

 

  • Ai Sig.ri Capigruppo Consiliari di maggioranza e di minoranza

e. p.c.

-Al Presidente della Regione Sig. Vasco Errani,

-Al Presidente della Provincia Sig.ra Beatrice Draghetti

-Al Consigliere Regionale Sig.ra Paola Marani

Oggetto: Installazione impianti biomassa nei comuni di Terred’acqua

NOI scriventi Comitati e i liberi Cittadini residenti nei comuni dell’Unione Terred’acqua, ci rivolgiamo a Lei ed ai Sindaci da noi eletti, per denunciare e far pervenire la nostra protesta a fronte di un fenomeno che investe e colpisce sempre più i nostri territori: ci riferiamo al proliferare di impianti a biogas-biomassa.

 Rilevato che si tratta di impianti di elevata potenza per la produzione di energia elettrica, ma concepiti con la logica di ottenere il massimo degli incentivi (i soliti 0,999 MW) e concentrazioni in un unica centrale,pur essendo noi responsabilmente consapevoli della necessità di produrre energia da fonti rinnovabili, riteniamo che il tutto non possa prescindere dalla difesa del benessere dei cittadini, sia fisico che psicologico, che è esigenza assolutamente prioritaria.

Siamo certi che condividerete queste ragioni.

 Dato che nel territorio del Comune di San Giovanni vi è già in funzione (e mal-funzionante!) un impianto in Biancolina, che un altro è in fase di ultimazione nella località Le Budrie, altri due in realizzazione ad Amola e Decima (attualmente in iter autorizzativo), ed inoltre esiste una dichiarazione di Hera per la costruzione di un impianto in area Nuova Geovis, non possiamo nè intendiamo assistere in silenzio al degrado del nostro habitat naturale, della nostra salute, dei prodotti altamente qualificati della nostra agricoltura, nonchè al deprezzamento delle nostre abitazioni.

Il dibattito inerente è ormai vasto, nel nostro Paese e nella nostra Regione, sia a livello tecnico-scientifico, sia medico, che agronomico.

Tanti Comitati di liberi cittadini si sono costituiti ovunque, con l’unico impegno di salvaguardare la propria qualità di vita.

 Al riguardo, riteniamo opportuno sintetizzare, qui di seguito, gli aspetti negativi della proliferazione incontrollata di centrali a biogas, di proporzioni e natura non certo “agricole”; lamentele che andiamo a meglio esplicitare:

  L’uso di alte percentuali di terreno agricolo, esclusivamente per colture “dedicate” all’alimentazione delle centrali (mais, sorgo,..) peraltro senza nessun recupero del calore prodotto.

La sottrazione di terreno agricolo destinato a produrre cibo per l’uomo e per gli animali.

La conseguente forte riduzione della coltivazione dei prodotti “di qualità” regionali.

Il mercato “drogato” dall’affitto dei terreni a scapito del futuro dell’agricoltura regionale.

Le migliaia di ettari di terreno fertile, oggetto di speculazione e mero profitto.

L’inquinamento atmosferico per consistente aumento del traffico da e per gli impianti, spesso su strade secondarie inadatte, e per emissioni di gas, in una atmosfera che fa dellanostra pianura Padana, una delle zone più inquinate sulla Terra. Inoltre, da recenti documenti regionali si evince che quasi tutti i comuni delle Terred’acqua sono classificati zona di attenzione hot spot per quanto riguarda ilsuperamento da PM10, ad eccezione di Anzola che viene classificata zona di superamento per il PM10 e NO2, in barba all’ art.32-Costituzione ” La Repubblica tutela la salute fondamentale come diritto dell’individuo e della collettività “.

Lamonocoltura intensiva del mais o altri insilati, deleteria per i terreni in quanto necessita di largo uso di concimi chimici, nonchè rilevante consumo d’acqua, prelevata da falde acquifere sempre più povere ed inquinate: è prevedibile chela completa desertificazione delle aree utilizzate per la coltivazione intensiva, possa essere un risultato verosimile.

Il forte impatto ambientale, costituito da ettari di terreno che vengono cementificati, talvolta a ridosso di aree di particolare valore naturalistico, vedi caso Budrie, ( art.9-Costituzione “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) e in prossimità di singole abitazioni o centri abitati residenziali.

La speculazione per accedere agli incentivi statali (pagati datutti noi cittadini nella bolletta) da parte di chi spesso nulla ha a che fare con il mondo agricolo, ma riesce ad aggirarne leggi e regolamentazioni.

 I punti sopraelencati denotano un processo che si è sviluppato in modo anomalo e preoccupante rispetto alle politiche della Comunità Europea, facilitato dalla inadeguatezza delle Linee Guida Regionali; una domanda sorge perciò spontanea: tutto ciò è solo Biogas o Bioinganno?

 E’ assolutamente legittimo tale quesito, poichè non abbiamo pregiudizi verso tali impianti, ma ritieniamo che essi debbano avere precise caratteristiche di sicurezza: se le centrali non fossero così ravvicinate, se avessero potenza limitata e utilizzassero solo il sistema chiuso dell’azienda agricola, utilizzandone gli scarti di produzione, se non fossero alimentate esclusivamente da colture “dedicate”, ed infine non creassero effetti collaterali alla salute, tali impianti potrebbero rappresentare un positivo aiuto all’agricoltura in difficoltà, nonchè un proficuo modo di produrre gas, come nelle tante esperienze esistenti di biomasse virtuose. In caso contrario diventano occasione di una speculazione economica e grave ed ingiustificata penalizzazione dei cittadini.

 Tutto ciò premesso, per i motivi di aspetto generale e per altri strettamente locali esposti, poniamo le seguenti domande:

 Perchè l’Unione dei Comuni non ha ritenuto di dotarsi di un piano energetico locale sulle fonti rinnovabili, riguardo un tema così importante che ha un forte impatto sulla vita quotidiana dei residenti?Il risultato è una sperequazione di comportamenti e di concentrazione di impianti: ben cinque biomasse nel solo comune di San Giovanni in Persiceto, una o due a Crevalcore e nessuna ad Anzola, Sala, S. Agata e Calderara, senza motivare con quale criterio si sono individuate dette località di stoccaggio.

Perchè a San Giovanni in Persiceto, zona di attenzione per lo sforamento da PM10, si prevede di realizzare ben 5 impianti? Tale concentramento può avere solo effettinegativi per la popolazione!

Perchè i Sindaci, che hanno pienipoteri in materia di salute, igiene pubblica e viabilità, e possono quindi condizionare le delibere della Provincia(come è accaduto a Pavone, Trino, Bastia Umbra, Occhiò di S.Giuliano Milanese, Mirano, Formignana,dove i primi cittadini, semplicemente applicando le leggi vigenti, hanno dato loro parere ostativo all’installazione di impianti) pare non esercitino questo diritto e che quindi le attuino passivamente, come se non avessero voce in capitolo?

Perchè in merito ai problemi denunciati dai cittadini, come capita alla biomassa della Biancolina, e nonostante le reiterate segnalazioni, non sono ancora state fatte azioni efficaci, pur a distanza di anni?

 Vorremmo che i Sindaci, quali Massime Autorità Cittadine in fatto di salute pubblica, ci garantissero di intervenire con proprie azioni positive in fatto di:

 Definizione e monitoraggio degli “sforamenti” rispetto ai parametri, in materia di emissioni odorigene, inquinanti e acustiche, con l’impegno ad emettere apposite ordinanze di fermo impianto fino alla ristabilizzazione dei parametri.

Impegno a tenere monitorati eventuali passaggi di proprietà in corso di costruzione o attività degli impianti, prestando particolare attenzione ai rischi di“infiltrazioni” di capitali, adottando le azioni che si ritengono più opportune;

Massima trasparenza nei confronti dei cittadini,rendendo noti i contenuti delle autorizzazioni, leprescrizioni, i contenutidei progetti, ed anche quanto riguardi i dettagli su viabilità, sicurezza, acustica ed emissioni ;

Rigida applicazione delle Linee Guida Regionali in merito alle distanze minime dai centri abitati e dalle case singole;

Rispetto della Direttiva comunitaria sul “20-20-20”, tanto spesso nominata, per giustificare la produzione di energia da fonti rinnovabili, rivolgendo attenzione anche alla riduzione dell’emissione di CO2 (gas serra) e efficentamento energetico.

Istituire una sezione dell’URP dove tutti i cittadini possanosegnalare disagi o sospetti relativi a comportamenti non idonei, sia in fase di realizzazione che di attività degli impianti.

Pertanto, noi sottoscritti

CHIEDIAMO

che l’Unione Terred’acqua

indica una Assemblea pubblica dei residenti dei sei Comuni

da tenersi auspicabilmente entro il mese di Maggio 2012.

  In tale occasione i Sindaci potranno dare, ai Comitati e ai Cittadini, risposte chiare e rassicuranti e nel contempo dimostrare di meritare quel consenso che ha permesso loro di assumere la responsabilità della gestione del bene della collettività.

 Concludendo, è chiaro che qualora questa nostra esortazione non trovi accoglimento, saremo noi stessi ad organizzare una Assemblea Pubblica, riservandoci ogni altra iniziativa che riterremo necessaria.

 Forti della forza delle nostri ragioni,siamo comunque ottimisti ed attendiamo fiduciosi una risposta, ringraziando della cortese attenzione.

S.Giovanni in Persiceto li 6 maggio 2012

Sottoscrivono questo documento:

I Comitati di Amola, Avatar S.Giacomo, Budrie, Biancolina, Ambiente e Salute Sala Bolognese, l’Associazione Ambientiamoci di Anzola, i Liberi Cittadini di Crevalcore, S.Agata, Anzola, del Blog Persiceto caffè, e gli oltre 500 cittadini che hanno aderito ad una raccolta firme, spontaneamente organizzata contro la realizzazione delle biomasse nel territorio di San Giovanni in Persiceto.

Alleghiamo copia del volantino informativo in distribuzione nel territorio.

Per comunicare direttamente con gli estensori di questo documento:

Gabriele Tesini e-mail gabrieletesini@alice.it cell. 338-8708873

Marco Felicani e-mail felicobiz@gmail.com cell. 335-245209

Luca Guarnieri e-mail Luca.Guarnieri@quintiles.com cell. 335-1483363

Corrado Crepuscoli e-mail star.crep@gmail.com star.crep@gmail.com cell. 340-9148852

Roncarati Leonildo tel. 051-826640


Commenti
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  1. avatarPersiceto caffè » Blog Archive » Biomasse: la riscossa del Comitato “Avatar” - 26 luglio 2012

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