Piazzetta degli inganni

La piazzetta degli inganni è una notissima piazza (Piazza – Via Betlemme) presente in paese e affrescata in trompe l’oeil dallo scenografo cinematografico Gino Pellegrini.

Se avete immagini delle varie fasi di realizzazione e di momenti delle manifestazioni cinematografiche speditecele! E saremo lieti di pubblicarle.

_________________

A Persiceto fantasia ed eccentricità non sono mai mancate, spesso legate a filo doppio alla cultura. In questa ottica, è a fine degli anni ’70 che si cercò di realizzare qualcosa di diverso ed originale come scenario alle manifestazioni estive dedicate al cinema comico.

Venne così l’idea di operare in una parte degradata del Paese che offriva le caratteristiche per consentire la partecipazione dei cittadini: la piazzetta Betlemme.
Superata l’idea iniziale di quinte e fondali,  ci si orientò a dipingere le facciate delle case, col consenso dei proprietari, che apparivano tutte a due piani e generalmente povere, con gli intonaci stinti e i muri in disordine.
Per l’intervento fu chiamato Gino Pellegrini, noto scenografo che aveva lavorato a Hollywood in film di grande successo come West side story, 2001 Odissea nello spazio, Gli ammutinati del Bounty  e Indovina chi viene a cena.

Visto l’utilizzo che si intendeva fare della piazzetta, lo scenografo suggerì aspetti decorativi che riproponessero un omaggio al Cinema, realizzando un mondo western-rurale in tromp l’oeil;  l’illusione cinematografica che offriva l’illusione della realtà.

Nel 1982 ci fu la “prima” rassegna estiva chiamata “Il Cinema, la gente, la fantasia e una piazza”, seguita nel 1983 da “Varietà in piazza”.  Difatti non era più solo cinema, ma si stava andando ben oltre in quanto prima del film, nell’intervallo e dopo il film si esibivano suonatori e illusionisti, intrattenitori e cantanti in un palchetto sotto allo schermo. Nella piazzetta-platea, fitta di sedie e tavolini cafè-chantant style era possibile mangiare e bere,  che uno degli edifici decorati era stato attrezzato a bar – cucina.

L’ingresso alla piazzetta era rigorosamente  libero.

Pubblico e oggetti, piazza e case dell‘inganno erano così un’allargata parte integrante dell’illusione del Cinema. I cittadini lì non erano solo al cinema, ma erano attori in un palcoscenico essi stessi, protagonisti nel teatro dell’illusione seguendo una logica di sogno.  Finite le manifestazioni, la Piazzetta è rimasta la nostra scenografia del cinema e del teatro di strada, entrando lentamente nella nostra consuetudine quotidiana come un inganno naturale, il nostro gioco dell’illusione e la nostra ambiguità rituale, visione popolare sospesa tra Cinema, Sogno e Poesia.

Alcune immagini hanno una descrizione. Per vederle cliccare  la  i   presente nell’angolo in alto a destra [Click here to see the description]. 
E’ possibile ingandire le immagini a tutta pagina usando il tasto in basso a destra [Fullscreen].  E’ poi possibile il cambio immagine automatico cliccando [Slideshow], sempre in basso a destra. – Buona visione!

Piazzetta degli inganni

La Piazza – Via Betlemme affrescata in trompe l’oeil dallo scenografo cinematografico Gino Pellegrini.

Negli anni ’50 la parte di via V. S. Apollinare che sfociava sulla riva di V. Rocca, e la fine di Via Betlemme su Via S. Apollinare era il Tigrai. Una delle aree più particolari, povere e ad alta densità abitativa di Persiceto.

Ci arrivai nel ’56 dopo aver abbandonato le mie amate campagne del Locatello, dove passavo giornate intere in giro per i campi, con ogni stagione, e dove i contadini non mancavano mai di offrirmi pane, ciccioli e clinto.

[Maurizio Soverini – Andrea Cotti – Vincenzina Soverini – Locatello – 1953]

Il Tigrai mi apparve da subito un luogo incredibile e da vivere con prudenza. Lasciata la parte più “civile” vicino a Corso Italia, dove Tugnèn friggeva i gnocchini ogni giorno nella sua osteria di fronte all’antica chiesa diroccata, e arrivati all’incrocio con V. Betlemme, dove c’era il magazzino della Cooperativa di Consumo del Popolo con attiguo doposcuola popolare, si era subito circondati da fiotte di bambini vocianti-urlanti che tra fitte sassaiole si rincorrevano ad oltranza fino alla riva, l’ampio spazio vuoto tra V.Rocca ed il canale di circonavallazione.

 

Le case erano poverissime e ospitavano decine di famiglie in spazi angusti privi di servizi. Tra tutte mi rimase impressa una di queste casone-catapecchia sulla riva, (V. Rocca) a destra di V. S. Apollinare guardando dalla circonvallazione (alla sinistra c’era il Clùb coi nonni). C’era un portonazzo sfatto e un piccolissimo cortile dove salivano alcune scale in legno esterne che collegavano ballatoi a più piani sempre in legno in un incredibile effetto labirintico. E tante porte sempre aperte con un sostenuto e continuo vociare-urlare tra le tante abitazioni ed un viavai di persone e sopratutto bambini che continuamente salivano e scendevano per queste scale fatiscenti.

Vi rimasi poco più di un anno, poi traslocammo in V. Cretini (G. C. Croce). Ed è tutto un dire, ma questa è un’altra storia.  😀

Sarebbe bello recuparare immagini di quei momenti di vita scomparsi già a metà degli anni ’60.    

 

  • Splendida è? “La piazzetta degli inganni”, ma splendida anche tutta Persiceto, vecchia e nuova e le immagini che stiamo pubblicando lo testimoniano.

    Quando parli del “Tigrai” e della tua infanzia, mi viene in mente che oltre al Tigrai, c’era anche il “Borletto, al Burlat” dove io abitavo e precisamente in Via Guardia Nazionale, davanti al famoso “Bar Pasticceria Mimì” che vendeva i famosi “Africanetti” che mandavano in tutto il mondo e ogni anno venivano omaggiati al Presidente della Repubblica e credo anche al Papa.

    Ricordo anche che spesso in inverno la “Banda” del Tigrai e quella dal Burlat, si scontravano, non si sa bene per che cosa, lungo le vie dei rioni tirandosi pallate di neve oppure in estate, scontrandosi con le “Cerbottane” usando rigorosamente i quaderni di scuola per fabbricare le munizioni “Cartucce a forma di cono” che era la carta migliore.

    Che belle cose … :mrgreen:

    Bene, adesso ti offro un bell’africanetto magari bagnando la gola con un bicchiere di Fragolino Bianco che al Clinto al va ben con al Taiadel. 😉  
     

  • Vorrei porre una domanda ai frequentatori del caffe’: anni fa’ esisteva un’associazione mi pare degli “amici della piazzetta”, o qualcosa del genere? Esiste ancora oggi? Se si’ quali obiettivi si prefigge attualmente?
    Questo e’ il mio primo intervento e colgo l’occasione per salutare tutte le frequentratrici e frequentatori del caffe’.
    A Presto.

  • Ringraziando per gli indirizzi, colgo l’occasione per una chiacchierata sul “Palazzaccio”.
    A mio avviso sarebbe utile sapere se esistono progetti per rimetterlo in sesto, oppure rimarra’ cosi’ ancora a lungo. Sicuramente per sistemarlo occorrono ingenti fondi, ma dal punto di vista tecnico credo che la cosa sia fattibile.
    Dato che i monumenti di Persiceto non sono poi cosi’ tanti sarebbe un peccato lasciare andare in malora uno dei piu’ belli. Qualcuno sa’ perche’ fu donato alla partecipanza?