Papa Francesco 1°

Alle dimissioni di Ratzinger avevamo auspicato un nuovo Papa che accettasse il nome di Francesco;  mai era avvenuto prima che un Papa accettasse di essere espressione di fraternità umiltà e povertà.

Almeno nel nome siamo stati accontentati.  :)

E con questo Papa Francesco 1°, come Don Gallo anche noi auspichiamo:

 ”… UNA SPERANZA CHE LA CHIESA POSSA CAMBIARE, APRIRE AL CELIBATO, CONDANNARE E PUNIRE LA PEDOFILIA, APRIRE E ACCOGLIERE LE COPPIE GAY, I DIVORZIATI E IL TESTAMENTO BIOLOGICO….’

Difatti ora è a lui che toccherà affrontare, risolvere o … peggiorare la complicatissima e critica situazione attuale della Chiesa che sia con Wojtyla sia con Ratzinger  ha visto la sua popolarità tra i fedeli crollare al 30% ( il 70% dei fedeli non apprezza nè il Papa nè la Chiesa!)

Vediamone dunque alcuni degli aspetti più critici ed urgenti da affrontare:

1. La carenza di preti, il calo di Vocazioni e gli abbandoni tra i fedeli, con aumento vertiginoso di sbattezzati e crollo dei matrimoni religiosi (al nord superati dai matrimoni “civili”);

2. il ruolo delle donne nella Chiesa;

3. un nuovo e più umano approccio alla sessualità;

4. l’irrigidimento delle posizioni sugli anticonzezionali, preservativo innanzitutto. In Africa, Ratzinger affermò che il preservativo “peggiora la diffusione dell’Aids”… di fronte alla comunità scientifica e al buon senso di tante suore e missionari, che lo distribuiscono per frenare la pandemia;

5. non aver saputo (o meglio voluto) dialogare con l’Islam, arrivando persino ad offendere Maometto (Ratzinger a Regensburg nel 2006);

6. il rifiuto di affrontare il problema del’ecumenismo e di riavvicinare e riunire tutti i fedeli cristiani e quelli delle diverse Chiese;

7. non aver risolto (ma anzi irrigidito) la questione della Comunione per i divorziati, (pronto però a “contestualizzarla” ai potenti);

8. le continue ed insistenti ingerenze nello Stato Italiano, con pressioni costanti ai politici cattolici affinchè legiferassero secondo la fede, acutizzando così conflitti sociali già esasperati da politicanti irresponsabili quanto fanatici.

9. ufficialmente dichiarato contro la pedofilia tra i preti, nè Wojtyla nè Ratzinger hanno mai emanato un decreto per rendere obbligatorio che i vescovi denuncino i colpevoli, nè ha aperto agli insabbiamenti negli archivi diocesiani  (decine di migliaia);

10. sulla già pessima reputazione della finanza vaticana, lo IOR, il Papa ha offerto pieni poteri a Bertone che l’ha devasta completamente, arrivando ad essere inserito dalle istituzioni bancarie internazionali tra le “Banche canaglia” per il comprovato riciclaggio di denaro sporco di provenienza criminale. (è recente la cancellazione d’uso delle Carte di Credito in Vaticano);

11. all’udienza generale Ratzinger benedice la presidente del Parlamento ugandese Rebecca Kadag, che ha imposto la pena di morte ai gay,  e subito monta nelle strade di Roma l’odio anti-gay;

12. l’annullamento della scomunica del vescovo lefebvriano Williamson,  fanatico negatore dell’Olocausto, imposta da Papa Giovanni Paolo II ma cancellata da Ratzinger;

13.  il Papa dimissionario ha amareggiato gli ebrei con la riedizione della preghiera del Venerdì Santo nella messa di Pio V, in cui si affaccia nuovamente il tema di una loro cecità rispetto alla venuta di Cristo e pure con la mancata condanna dei tedeschi ad Auschwitz;

14. ha inoltre amareggiato i cattolici con la sua decisione di reintrodurre a tutti i livelli la messa preconciliare;

15.  ha poi ferito  la maggioranza dei cattolici con le sue concessioni ai lefebvriani, usando la retta interpretazione dei testi più importanti del Concilio Vaticano II  come oggetto di negoziato con i nemici più fanatici del Concilio tra i quali ha sempre militato;

16. e poi la questione della Collegialità o “democrazia”, cioè di un governo della Chiesa universale a cui partecipano i Vescovi.  L’aveva richiesta lui stesso quando da Cardinale poche settimane prima dell’elezione disse che “la Chiesa non può più essere governata in modo monarchico”. Per otto anni ha invece deciso da solo la strategia fondamentale del suo pontificato, in maniera solitaria e autoritaria;

17. e l’atavico problema del secolarismo (dall’Umanesimo all’illuminismo), mai realmente affrontato. La sua imposizione ossessiva dei “principi non negoziabili” ha provocato una lacerazione sotterranea, silenziosa ma profonda, all’interno del Popolo di Dio.

Ora è urgente reggere con mano ferma questa Curia spaccata e dilaniata dai forti conflitti interni;  andare a fondo alle denunce di corruzione di monsignor Viganò e fare pulizia finalmente all’interno dello IOR, facendolo cancellare dalla lista delle “banche canaglia” riciclatori cioè di denaro sporco di provenienza criminale .

 

  1. Andrea se ripenso a quanto scrissi nel mio articolo dell’11 febbraio e successivi , se ripenso allo scetticismo e a tutte le critiche fatte alle dimissioni di Benedetto XVI, scetticismo e critiche che non apprezzai , se ripenso alle speranze che condividemmo fra me laicamente credente e tu laicamente agnostico ( e non dimentico le “incursioni ” di Gabriele ) bè oggi è un bel giorno.
    Ma attenzione non facciaomo errori di aspettativa , comandare è l’arte del compromesso e compromesso è anche rinunciare a tante di quello che si vorrebbe fare
    Obama ad esempio , che a mio avviso è l’unico STATISTA oggi al comando : quanto è inevitabilmente diversa la sua azione da quello che lui vorrebbe !
    Inoltre non dimentichiamo che Il Papa è ( anzi in tanti desideremmo che fosse) un capo religioso ,non un leader politico, un ideologo e questo non è un elemento secondario nel giudicare la sua azione
    Quindi applausi ragionati , critiche ragionate!
    Un pensiero : chissà quale sarà ilò rapporto tra un FRANCESCO degno di tanto nome con le bassezze della misera politica nostrana .
    Se ripenso ad un modello ovviamente da adattare ai tempi nostri penso a DOZZA – LERCARO ,ma altri uomini oggi abbiamo Bersani, Grillo, Berlusconi : sic transit gloria mundi !

  2. Credo di poter condividere caro Paolo il tuo pensiero quando dici di “non dimenticare che Il Papa è (anzi in tanti desidereremmo che fosse) un capo religioso, non un leader politico, un ideologo e questo non è un elemento secondario nel giudicare la sua azione. Quindi applausi ragionati, critiche ragionate!”

    Ricordando il suo non essersi mai opposto al regime Argentino che causò 30.000 morti tra gli oppositori, qualcuno ha già definito questo Papa “un “conservatore popolare, un esponente tipico –e dichiarato- della destra peronista. Sinceramente attento alla povertà, umile a sua volta, ha già rinnovato con successo la chiesa argentina senza modificarne il segno politico conservatore.”

    Auspico come te che sappia dare risposte ai dubbi del suo passato ma soprattutto che sappia fare bene il suo mestiere prossimo di Papa, di religioso insomma e non di politico, possibilmente con la fraternità, umiltà e povertà che si è prefisso.