MafiaCapitale e dintorni

mafiapdCredo, che il caso mafiacapitale, sia molto complesso; spostare i voti da una parte o da un altra cambia poco, poichè ad essere corrotta e marcia non è solo la politica, ma l’intero sistema nel suo complesso.

Anche delle persone oneste, come, forse, potrebbe essere Marino, sono funzionali al sistema, visto che il Pd lo usa, per identificarsi in lui, e dare un immagine al partito di onestà e verginità… anche se, poi, molti dirigenti del Pd ne chiedono (come anche i grillini) la testa.

Stesso discorso per Civati, che comunque è servito al grande partito della nazione per catturare l’elettorato di sinistra e dare un immagine del Pd ancora legato alla sinistra.  Quando si parla di sistema, non possiamo non farci anche qualche domanda, poi; sul ruolo della Magistratura, sulle modalità e sulla tempestività di molte inchieste, sul sistema dell’informazione, sull’impatto nell’opinione pubblica, come questa sia facilmente manipolabile.

Prima la Panda di Marino, poi mafiacapitale, una coincidenza? Nelle segrete stanze, ma anche in quelle meno segrete, i cosiddetti poteri forti, non si fermano mai di tessere la tela del potere che gli permette di controllare, tenere politici, giudici, burocrati ecc. in mano come pupazzi… la loro abilità sta proprio nel fare delle concessioni di democrazia, la dittatura sarebbe riprovevole e sopratutto non frutterebbe, in termini economici quanto un sistema fintodemocratico.

Tangentopoli, dovrebbe averci insegnato qualcosa, dopo la cosiddetta prima Repubblica, ne arrivò una seconda, passando per Berlusconi, per arrivare alle grande intese, e quindi al grande partito della nazione; si cambia affinché tutto resti come prima, anzi dopo tangentopoli si è assistito ad un arretramento dal punto di vista dei diritti, della democrazia, alla scomparsa della sinistra.

Non può esservi sfuggito, nemmeno, che Napolitano, uno dei protagonisti di questi cambiamenti gattopardeschi della Repubblica, abbia lasciato intendere che a fine anno o inizio del nuovo, intende andare in pensione (un altro baby pensionato) aprendo ufficialmente i giochi per la sua successione. Veltroni, per esempio, poteva essere un successore, ma il caso Odevaine, ex vice capo di gabinetto della sua giunta, sbarra la strada al giovane Walter che si dice, infatti, sotto shock.  Il programma di rottamazione della vecchia guardia, ormai desueta e obsoleta, del giovane restauratore, procede secondo i piani, nel prossimo futuro, ci scommetterei ci saranno nuovi impallinamenti.

Nel caso di mafiacapitale, poi, risulta essere chiaro il coinvolgimento ed il ruolo delle cooperative, e quando si parla di coop viene subito in mente l’Emilia Romagna, e che l’Impero di mafiopoli, con capitale Roma, si estende dalla Sicilia alle Alpi.
Dove c’è una grande opera, un terremoto, un alluvione la più grande impresa italiana, c’è, non conosce crisi, crea e da lavoro. In Emilia Romagna ad esempio: “L’infiltrazione è silenziosa ma devastante. Qui le cosche non conquistano, seducono. Puntano alla «conquista delle menti dei cittadini emiliani», come ha scritto la Procura Nazionale Antimafia nell’ultima relazione.

La sintesi perfetta del quadro disegnato dalle inchieste penali, che proprio per questo procedono a fatica. «Trovo maggiore difficoltà a fare indagini in Emilia Romagna che in Sicilia perché è più difficile distinguere il buono dal cattivo che qui si intrecciano», ha detto due anni fa il procuratore di Bologna Roberto Alfonso. Un’estesa zona grigia dove lecito e illecito convivono pacificamente. Il minimo comune denominatore di questa metamorfosi è il denaro. Ne hanno tanto: in pochi mesi carabinieri e Dia hanno sequestrato 13 milioni.

La fitta trama di relazioni serve ai clan per incassare di più e per consolidare le fondamenta dell’impero. Le complicità con gli imprenditori locali permettono ai padrini di entrare nel mercato e ai loro nuovi soci di non affogare nei debiti. Ma come accade al Sud, il tavolo della spartizione richiede un terzo interlocutore: gli appoggi politici per accaparrarsi appalti e subappalti.   A Bologna e in Emilia il sistema delle coop e delle multyservice come Hera é tentacolare, presto ne vedremo delle belle.

Ma, piú in generale, io credo che l’obiettivo finale, sia quello di svendere il Paese: sanità, istruzione, beni comuni ecc… i pesci piú grossi, cioé le multinazionali, mangeranno i pesci piccoli (Hera e Coop compresi), che hanno creato questo sistema e portato il Paese a raschiare il barile, e già da un bel pezzo !!!


Commenti
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  1. avatarPiergiorgio Chinaglia - 9 dicembre 2014

    Bravo Carmelo. Non c’è niente da aggiungere al concetto che vuoi esprimere perchè se cominciassi ad integrare ciò che hai scritto finirei venerdì pomeriggio. Dico solo che a Bologna siamo messi più o meno coma a Roma. Solo che come riporti tu……”L’infiltrazione è silenziosa ma devastante. Qui le cosche non conquistano, seducono. Puntano alla «conquista delle menti dei cittadini emiliani”. Conquistano sfruttando l’ignoranza e seducono sfruttando l’omertà del “popolo” che non si accorge di nulla o non vuole accorgersi di nulla. :-(

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