Ma se si tira troppo la corda?

Di Luigi Preti, colui che ha sparato stamane mentre i Ministri Giuravano sulla Costituzione, peraltro, giuramento sempre non rispettato, stanno dicendo che è un malato mentale, uno squilibrato, un terrorista e altro ancora.

Ma se invece fosse un Esodato? Un Disoccupato? Un Cassaintegrato? Un Licenziato senza giusta causa? Un piccolo Imprenditore che sovrastato dai crediti con lo Stato che non paga, non ce la fa più e invece di uccidersi ha pensato di fare casino per farsi sentire da questa classe politica sorda e incapace?

Certo, bisogna certamente condannare il gesto, oltretutto perchè ha ferito due Carabinieri che non centrano nulla.

Ma fatto ciò, e visti i risultati fallimentari di questi anni e gli ultimi atti fatti da questa classe politica, non credete che si sia tirata troppo la corda e che si possa spezzare?

Non credete che qualcuno invece di ammazzarsi, pensi di ammazzare qualcun’altro?

Non credete che si debba parlare allo stesso modo, e per lo stesso periodo di tempo, di chi ammazza o si ammazza per disperazione?

PERCHE’ QUESTO E’ IL PUNTO, MOLTI ITALIANI SONO ALLA DISPERAZIONE E LA POLITICA E LE ISTITUZIONI NON SE NE SE NE SONO NEANCHE ACCORTI…

  1. I fomentatori di odio? Eccone uno.

    Quest’uomo delle istituzioni, quest’uomo dello Stato, è uno dei carnefici, degli aguzzini, dei torturatori, dei persecutori di chi lavora e della parte più povera del Paese.

     
    Ed appare decisamente preoccupante l’osservazione di Vendola: 

  2. E gli istigatori di regime non sono mai soli.

    Vediamo il fascistello Ghiglia come esprime in modo tutto suo personalizzato i concetti di violenza e istigazione alla medesima:

    Senza dimenticare Alemanno, tra i più esagitati in questi giorni a strumentalizzare l’accaduto e nell’urlare a chi cerca ed istiga la violenza.

    Alemanno è poi quello che negli anni ’80, sul finire dei turbolenti “anni di piombo”, è stato arrestato più volte;  una prima volta a Roma il 20 novembre 1981, con l’accusa di aver partecipato, assieme ad altri quattro, all’aggressione di uno studente di 23 anni; la seconda volta nel 1982, con l’accusa di aver lanciato una molotov contro l’ambasciata dell’Unione Sovietica, che lo portò a scontare 8 mesi presso il carcere di Rebibbia, poi fu arrestato insieme a altri dodici missini con l’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, lesioni nei confronti di due poliziotti e tentato blocco di corteo ufficiale. Inoltre, durante la sua permanenza presso il Ministero delle Politiche agricole e forestali, Alemanno è stato coinvolto nello scandalo Parmalat.