Legge bavaglio; come aggirarla

legge-bavaglioCome scriviamo da tempo, se la legge bavaglio dovesse essere approvata, come tanti altri strumenti di informazione anche noi non potremo più continuare questa esperienza.

Almeno non come abbiamo fatto sino ad ora.

Navigando in rete abbiamo trovato un Blog sul quale è possibile inserire informazioni liberamente, in quanto non è sembra essere soggetto alla censura italiana: http://www.grande-fratello.biz/

Vi invito a iscrivervi e partecipare a quella esperienza con qualsiasi mezzo abbiate a disposizione.

Commenti
Sono stati scritti 10 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrez - 18 giugno 2010

    Mentre il Parlamento Italiano si prepara a varare il controverso disegno di legge sulle intercettazioni, dall’Islanda arriva un provvedimento che va in tutt’altra direzione. E che è stato già battezzato “legge sbavaglio”.
    Nella notte di ieri, il Parlamento di Reykjavík ha infatti approvato all’unanimità (50 voti a favore, 0 contrari, 1 solo astenuto) un’innovativa iniziativa legislativa che intende trasformare l’isola vulcanica nel paradiso della libertà di espressione.

    L’Icelandic Modern Media Initiative (IMMI) prende a modello il meglio dei provvedimenti che tutelano la libertà di espressione nel resto del mondo: dalla protezione totale per gli informatori (Belgio) ad un segreto professionale rafforzato per i giornalisti (sull’esempio della Svezia); ma anche maggiori garanzie per i fornitori di connettività che non si vedranno costretti a rivelare l’identità dei propri utenti dietro richiesta della magistratura (fermo restando che la legge islandese protegge solo la libertà di espressione, tutti gli altri reati online continueranno ad essere perseguibili).

    Ci sono poi misure che invitano i cittadini a denunciare reati della pubblica amministrazione (sull’esempio degli Usa) e altre che impongono la completa trasparenza degli atti governativi (come in Norvegia).
    Insomma, l’obiettivo della legge è trasformare il paese in una sorta di “paradiso offshore per la libertà di informazione”, come è stato definito da più fonti. L’IMMI intende così attirare gli investimenti di chi opera nel settore dei media digitali: dal momento in cui i server e i data center vengono ospitati sul suolo islandese, i responsabili dovranno rispondere solo alla ultra-protettiva legge del paese.

    Un invito a nozze per tanti siti web e servizi online che, a seconda del paese in cui operano, devono fare i conti con un quadro legislativo frammentato e spesso oscurantista. Tra i sostenitori (e gli ispiratori) più convinti dell’IMMI c’è anche Wikileaks, il sito di soffiate online che dopo i recenti, clamorosi scoop è finito nel mirino del Pentagono statunitense: il Dipartimento della Difesa teme infatti per la pubblicazione di nuovi, scottanti documenti riservati.

    Inutile sottolineare come, in seguito all’approvazione dell’Icelandic Modern Media Initiative, la nostra “legge bavaglio” nascerebbe già depotenziata: a una testata o ad un blog in italiano basterebbe trasferire la propria sede legale in Islanda per continuare a pubblicare le intercettazioni telefoniche con tutte le garanzie previste dall’IMMI.

    Più controversa invece la situazione di una società italiana che trasferisce solo i propri server in Islanda e mantiene la sede operativa in Italia: potrebbe ancora essere soggetta alle limitazioni del ddl intercettazioni.
    Non si conoscono ancora i tempi per l’entrata in vigore del provvedimento islandese. L’iter legislativo del paese è infatti piuttosto complesso: ora il Governo è stato invitato (attraverso una sorta di legge delega) a specificare come, dal punto di vista tecnico e burocratico, le linee-guida del Parlamento dovranno entrare in vigore. Ci potrebbe volere un anno, o forse anche più.

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  2. avatarZeitgeist - 18 giugno 2010

    Dai che in un modo o nell’altro, potremo ancora esternare e vomitare sulle leggi capestro per l’Italia che questi immondi oggetti:”Vedi Governo e Governanti Italiani attualmente in carica con a capo uno PsicoLabileNano”.
    “W LA RIVOLUZIONE SIEMPRE”!  

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  3. avatarfabbietto - 18 giugno 2010

    salve ho appena letto il tutto…soprattutto il commento di Andrez,infatti mi rivolgo proprio a lei,la mia domanda è :
    io ho un blog su piattaforma webnode e ha sede legale a Brno,Repubblica Checa,praticamente come starei messo nei confronti di questa legge bavaglio ? posso pubblicare dall’Italia ?
    Se qualcuno oltre Andrez sapesse rispondermi gli sarei davvero grato.
    Grazie a tutti e complimenti per il blog.

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  4. avatarAndrez - 18 giugno 2010

    Ciao Fabbietto.  :)

    Meglio di me ti potrà rispondere Bsaett, che è avvocato.

    A grandi linee potrei anticiparti che:

    1. se viene pubblicato qualcosa non compatibile con la normativa vigente sul tuo blog (se cioè alcuni dati consentono di arrivare alla tua persona), tu ne devi rispondere di fronte alla legge italiana

    2. questo vale anche se il tuo sito è  ostato all’estero

    3. per non essere perseguito tu, occorre che i tuoi dati non appaiano, sia nel tuo blog che nel pagamento dell’hosting e del Dominio

    4.  il sito tenuto da un hosting Checo non può essere perseguito (e quindi oscurato) in Italy

    5. al massimo un Regime italiano potrebbe chiedere un filtro ai motori di ricerca per non mostrare certi siti, ma questo è facilmente aggirabile come è spiegato nel sito http://www.grande-fratello.biz/ :mrgreen:

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  5. avatarfabbietto - 18 giugno 2010

    Ciao Andrez,andiamo in sequenza 😉
    Come posso contattare l’Avvocato Bsaett ?
    Per quanto riguarda i restanti punti da lei indicati, dovrei “modificare” i campi dei miei nominativi di :
    E-mail e Blog per non far sì che risalgano a me giusto ?
    Continuando a leggere la sua risposta avevo letto anche il post situato sul sito da lei inserito…
    Intanto le lascio i miei contatti :
    E-mail : *********** (non è quella del blog :p)
    Skype : ***********
    Fb. : http://www.facebook.com/fabio.gargiulo.84
    Grazie mille per le info, spero di risentirla presto.. un abbraccio Fabio.

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  6. avatarfabbietto - 18 giugno 2010

    Ps. questo è il mio blog : http://ilpuntorosso.webnode.com

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  7. avatarAndrez - 19 giugno 2010

    Ho cancellato i tuoi dati sensibili Fabbietto, al fine di salvaguardare la tua privacy. (la tua email è già nel DB del Blog 😉 )

    Per quanto riguarda Bsaett, lo hai già contattato, che periodicamente passa e legge queste pagine.

    Se dai un’occhiata in giro per il blog potrai anzi leggere alcune sue osservazioni che rispondono in buona parte ai tuoi quesiti.

    Forse “modificare” i tuoi dati potrebbe non essere sufficiente, in quanto in rete esistono tools che fotografano e registrano tutte le pagine web di tutti i siti esistenti, compresi i dati dei gestori,  come ad esempio http://www.archive.org/web/web.php , e risulta che questi tools siano stati usati un più cause civili e penali come prove.

     

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  8. avatarBsaett - 19 giugno 2010

     
    La direttiva ecommerce europea prevede che la giurisdizione sia legata alla residenza dell’editore, cioè, nel caso dei blog, alla residenza del titolare del blog e/o dell’intestatario del nome a dominio. Quindi, se il titolare del blog o l’intestatario del dominio ha residenza in Italia è assoggettato alla legislazione italiana. Solo un sito intestato ad uno con residenza all’estero e con dominio estero non può essere assoggettato alla normativa di cui si discute, ma sarà, ovviamente, assoggettato alla normativa del paese di residenza.
    E’ chiaro poi che si pongono altre questioni secondarie, come la possibilità di agire in Italia verso un articolista con residenza in Italia che però scrive su un blog estero. In teoria ciò è possibile (per reati penali), anche se non è proprio tecnicamente semplice.
    In merito all’oscuramento dei siti esteri, in teoria ciò è possibile solo per alcuni reati, in particolare per pedo-pornografia e gioco d’azzardo, anche se si deve dire che si è avuto l’oscuramento anche di siti per ragioni diverse (tipo diritto d’autore).
     
    P.S. per la wayback machine indicata da Andrez (su archive.org) a me pare che si possa bloccare col file robots. Non sono un tecnico però.

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  9. avatarBsaett - 19 giugno 2010

    Chiedo scusa, ho incollato direttamente da Word ed è uscito il casino di sopra, che non so come correggere. Se qualcuno toglie la parte di codice…. grazie.
    Ne approfitto per indicare una proposta di abrogazione del comma 29 (quello dell’obbligo di rettifica per i blog), su lavoro dell’ex magistrato Felice Casson, portata avanti da Pippo Civati e Paolo Gentiloni:
    http://www.mobilitanti.it/dettaglio/110443/nessuno_tocchi_i_blog

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  10. avatarAndrez - 20 giugno 2010

    Per quanto riguarda archive.org confermo il PS di Bsaett:

    To remove your site from the Wayback Machine, place a robots.txt xfile at the top level of your site (e.g. http://www.yourdomain.com/robots.txt) and then submit your site below.

    The robots.txt file will do two things:

    1. It will remove all documents from your domain from the Wayback Machine.
    2. It will tell us not to crawl your site in the future.

    To exclude the Internet Archive’s crawler (and remove documents from the Wayback Machine) while allowing all other robots to crawl your site, your robots.txt file should say:

    User-agent: ia_archiver
    Disallow: /

    Riterrei tuttavia che la Polizia Postale abbia diversi tool di questo tipo a disposizione.

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