La scuola deve morire

A Ballarò la sceneggiata è stata pietosa.

La Ministra non sapeva nulla dei conti del suo ministero. Nel panico, con il vice segretario del Pd Enrico Letta che le sbandierava sotto al naso la tabella, da lei (e Tremonti) firmata,  con 13 miliardi di tagli all’istruzione in 3 anni, e lei che balbettava “non può essere vero, … me l’avrebbe detto“.

Subito soccorsa dai fidi presenti, la situazione si peggiora ancor di più, in quanto i suggeritori, sbeffeggiando e sghignazzando, avvertono che non si tratta assolutamente di tagli ma … di minori spese.

Solo apparentemente dilettanti allo sbaraglio, ma in realtà professionisti della distruzione della scuola pubblica.

Circola in rete un’ipotetica lettera riservata, ma intercettata, che il Ministro Tremonti avrebbe inviato alla Ministra Gelmini e nella quale si fa il punto sulla situazione dello smantellamento della scuola pubblica e delle relative strategie governative in tale operazione in uno stimolante decalogo.

Più che una burla è senz’altro un’interessante riflessione su quanto sin’ora compiuto dal Governo e quanto questi buontemponi si apprestano a compiere.

Gustiamocela assieme e assieme valutiamone gli eclatanti aspetti.  :mrgreen:

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Al Ministro dell’Istruzione, dottoressa Mariastella Gelmini

Viale trastevere 76, 00153, Roma, Italy

– Istruzioni dettagliate su come far morire un’istituzione pubblica –

1. E’ indispensabile un lungo e silenzioso lavoro preparatorio che, per anni, trovando anchi larghi accordi da destra a sinistra passando anche per le ali più estreme, TAGLI passo dopo passo tutte le risorse e le possibilità di miglioramento alle scuole pubbliche.

2. L’operazione va fatta inizialmente senza clamore, che oltre ai soliti noti nessun’altro possa accorgersene. Tagliare centesimo dopo centesimo in modo costante e continuativo, senza mai eccedere nè mollare la presa. Abituati al primo livello di taglio, poi mantenendo costante quello la popolazione più ingenua nulla più avvertirà.

3. Non concedere la possibilità di iniziativa alle organizzazioni scolastiche, mascherando la strisciante riverticalizzazione amministrativa con nomi nobili e altisonanti come “autonomia scolastica”.

4. Aggiornare costantemente il nome alle cose, inducendo spaesamento tra coloro che  lavorano nell’educazione pubblica da anni: in questo modo il Preside diverrà magicamente il Dirigente scolastico, la programmazione si trasforma in POF e si riorganizza in portfolio (tagliandolo), i bidelli si ristrutturano in collaboratori scolastici, i tradizionali voti si evolgono in crediti, e tocco finale, così da concludere nel migliore dei modi l’operazione, gli studenti diverranno finalmente utenti.

5. Saranno necessari alcuni anni di intenso lavoro sotterraneo di logoramento di ogni voce di dissenso, dopo i quali si potrà partire con l’attacco frontale. TAGLI massicci e generalizzati, presentati e anzi sbandierati come impellente necessità per contenere gli sprechi e dunque per il bene comune, e poi la distruzione capillare di qualsiasi idea che non sia strettamente la lezione di classe: fine di gite e corsi di lingua, laboratori e attività extrascolastiche; nulla più di tutto questo deve succedere. La scuola deve apparire il più possibile un luogo inutile, pesante e noioso da cui fuggire il prima possibile, oltrechè un luogo di umiliante frustrazione per chi ci lavora e ipotizza di continuare a lavorarci, così da far fuggire pure questi, o perlomeno i più preparati. In questo modo solo gli incapaci e gli stupidi resteranno, azzerando così la possibilità dell’insegnamento reale.

6. Va assolutamente eliminata ogni forma di partecipazione alla vita scolastica. A tal fine motivare l’operazione definendo dette forme partecipative inutili residui del ’68.  Aggravare il tutto rimarcando le colpe dei professori di sinistra che non permettono una normale collaborazione docente-discente, ma solo l’indottrinamento marxista.

7. Ridurre massicciamente i tempi di docenza; la scuola il pomeriggio deve restare chiusa. Basta concedere locali ed ambienti ai covi per potenziali terroristi, tossici, sporchi e strafatti, e carichi di zecche. Pulizia e ordine!

8. Raggiunti gli obiettivi elencati ci si rivolge direttamente ai cittadini-spettatori, possibilmente a reti unificate, allarmandoli sul futuro dei loro figli e, in modo suggestivo specialmente per le MAMME, si potrà loro offrire un messaggio di questo tipo:    – “Care mamme,  oramai consapevoli che le scuole pubbliche sono in mano ai comunisti e non offrono una adeguata formazione e istruzione ai vostri figli, anzi inculcando loro concetti marxisti come la pedofilia, la droga e l’omosessualità, è ora il momento di salvare la nostra gioventù  investendo nell’educazione e quindi nelle scuole private, dove voi mamme potrete decidere direttamente cosa verrà insegnato ai vostri figli, e soprattutto non rischieranno di finire in classi con bambini poco dediti allo studio, come figli di operai,  immigrati o addirittura rom.

9. A questo punto faremo dipendere direttamente il Ministero dell’Istruzione (che nel frattempo avremo tolto il “Pubblica”) dal Ministero dell’Economia, così potrò finalmente decidere senza discussioni cosa fare con quei quattro spiccioli rimasti nelle casse delle scuole. Soprattutto avrò in mano un immenso patrimonio immobiliare da cartolarizzare.

10. Mantenere attiva e ben divulgata una massiccia opera di sputtanamento di professori e studenti, precari e personale ATA,  ex insegnanti e presidi, insegnanti di sostegno e ricercatori: nessuno di loro deve poter mettere bocca sulla scuola pubblica, la scuola di tutti deve via via rimanere di nessuno.

Cara Mariastella, mi raccomando di continuare a tagliare qui e là come se nulla fosse anche dopo questo scoppiettante inizio, e ricominciate costantemente dal punto 1. senza nessun senso della misura, così che alla fine solo i morti di fame rimangano nelle scuole pubbliche, mentre ceti medi e mediamente ricchi si sposteranno sistematicamente nelle scuole private, ben influenzabili e controllabili per via dei finanziamenti.  I benestanti, ricchi e vivamente ricchi invieranno invece i pargoli direttamente all’estero.  Con questo efficace insieme di tecniche Voi avrete fatto un grande favore a Voi stessi, ai Vostri amici e al capitale finanziario tutto.

Grazie per l’attenzione,  vivi ossequi

Giulio Tremonti.

PS:  si potrebbero verificare piccoli problemi di rigetto durante il percorso del tipo: tumulti e manifestazioni o insorgenze come le recenti di Roma, Atene e anche Londra, ma non vi preoccupate Voi andate avanti, con l’aiuto della Polizia di Maroni in fase di speciale addestramento vedrete che alla fine avremo senza dubbio la meglio.


Commenti
C'è solo un commento per ora, perchè non farne un secondo?
  1. avatarcarmengueye - 22 aprile 2011

    Il fatto è che è vero, questo stanno facendo, in tutti i settori pubblici..

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