La Giunta per le Autorizzazioni a Procedere: niente arresto per Nicola Cosentino

Nicola Cosentino non deve essere arrestato.
Così ha deciso la Giunta per le Autorizzazioni a Procedere del Parlamento italiano.

La richiesta d’arresto inviata dal Gip Raffaele Piccirillo contiene 350 pagine di verbali ma la Giunta ha deciso in 1 ora e 48 minuti, sentenziando col leghista Luca Rodolfo Paolini, che si tratti di “metodi da inquisizione spagnola” e di accuse “senza il benché minimo elemento fattuale”.

Alla faccia del processo breve.

D’altra parte si sapeva che sarebbe finita così.
Vogliono reintrodurre l’autorizzazione a procedere (cancellata dai cittadini) capace di bloccare le inchieste oltre agli arresti, ed i politici italiani (di ogni colore) continuano ad avvalersi ed abusare di questi privilegi di casta.

Politici di ogni colore, perchè pure un membro della Giunta del PD, Maurizio Turco (ex radicale) ha sostenuto a lungo le tesi della maggioranza ed alla fine si è astenuto.

Dobbiamo ricordare che i nostri parlamentari non hanno mai concesso l’autorizzazione all’arresto dei loro colleghi, nemmeno in quei casi dove la loro colpevolezza era palese e scontata, altro che fumus persecutionis.

Il PD Turco prima si dichiara d’accordo “con le tesi del collega Paolini” della Lega ed assolve l’imputato, poi Turco passa all’attacco ed addita come i veri colpevoli la legge e i magistrati:
– “Il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è un assurdo logico” e scagliandosi contro questi pm napoletani, Turco esprime i suoi “dubbi sulla professionalità dei magistrati che hanno condotto l’inchiesta”.

Prima o poi dovremo smettere di dare il nostro voto a questa gente.

O no?


Commenti
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  1. avatarbrunosaetta - 28 novembre 2009

    Mi pare che tra i politici nostrani serpeggi una partiolare concordanza di opinioni, quando si parla di cose tipo: immunità, privacy (per i politici), autorizzazione a procedere (sempre per i politici).
    La sponda al PDL, ormai in evidente affanno, l'ha dato Violante, quello che ha la memoria corta sui fatti del '93, e si ricorda le cose solo oggi, quello che ha sempre obliquamente difeso il Cavaliere.
    Violante non è uno qualunque, è l'uomo delle riforme nel PD. Quindi quando parla di essere favorevole alla reintroduzione dell'immunità, non come era nella carta costituzionale (limitata a fatti relativi all'attività del politico) ma molto più estesa (a tutti i possibili reati), parla a nome del PD.
    Quindi, tra PDL e PD c'è l'ennesima concordanza di opinioni. Il punto è uno solo, il PD per non perdere quel poco di faccia che gli rimane, deve comunque fare finta di ascoltare la gente, e finchè la gente dice di no, la cosa non la appoggeranno. Ma alla prima distrazione (a Natale ?), la cosa passerà.
    Purtroppo!

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