L’Aquila due anni dopo

verba volant sisma manetSi sa, si sa bene che L’Aquila, a quasi due anni di distanza dal sisma che l’ha devastata, non fa più notizia o quasi. Tranne qualche articolo sparso, tranne alcuni blog che si occupano assiduamente dei problemi degli aquilani, ma sono blog gestiti da aquilani, il resto del paese ha cose più importanti a cui pensare, come il federalismo, qualsiasi cosa esso sia, visto che nessuno lo ha mai spiegato chiaramente, come le escort del premier, come la crisi che non ci fa arrivare a fine mese, ma soprattutto l’eterno ripetersi di cose mai fatte, che vengono costantemente ridette nei telegiornali, ormai ridotti a organi di regime: è dal 1994 che il nostro Presidente del Consiglio ci assicura che farà una “vera rivoluzione liberale” ecc…
Ecco, noi invece che un po’ di memoria ancora la conserviamo, preferiamo andare a vedere cosa succede a L’Aquila, perché quello che è successo lì era sintomatico, ma nessuno lo ha voluto capire, perché quello che è successo lì era l’apoteosi di un sistema di potere “gelatinoso”, ma nessuno lo ha voluto vedere, perché quello che è successo lì è l’attuale modello italiano di gestione del territorio, ottocentesco, fallimentare, distruttivo.
E così ritorniamo sul luogo del delitto, dopo aver già parlato in passato di L’Aquila e delle tante inchieste che sono nate dalla ricostruzione, e sentiamo cosa ha da dire, in una interessante intervista, Carlo Costantini che esprime la propria opinione su molti argomenti, dai costi del progetto C.A.S.E. al deturpamento del territorio, dai soldi inviati dagli italiani per l’emergenza Abruzzo ai soldi mai rendicontati, dai cantieri abusivi alle sanatorie successive, dalle deroghe alla legislazione nazionale all’oscuramento dei siti per gli aquilani, dalle promesse mancate alla ricostruzione che non c’è.
È un ottimo punto di partenza per cercare altre informazioni in merito, per non fermarsi alle verità ufficiali e pensare che a L’Aquila è già tutto ricostruito, è già tutto a posto!


Commenti
Sono stati scritti 2 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrez - 6 febbraio 2011

     

    Ognuno di noi ricorda i titolari delle aziende legate alla Protezione Civile di Bertolaso che ridevano alle  03.30 di quella notte.

    Sappiamo di come quella cricca abbia arraffato a man bassa sulla disgrazia dei cittadini de L’Aquila, sin dai primi interventi di soccorso e poi con il progetto C.A.S.E.

    Ma i nostri telegiornali non ci dicono nulla e solo la punta dell’iceberg appare.

    In realtà, il numero dei procedimenti per i reati contro la pubblica amministrazione aperti dalla Procura della Repubblica dell’Aquila riguardanti la ricostruzione dellla città, dopo il sisma del 6 aprile del 2009, sono 802: 456 aperti nel 2010 e 446 nel 2009.

    Lo si rileva dalla relazione sull’amministrazione della giustizia in Abruzzo del Presidente della Corte d’Appello, Giovanni Canzio.

    Un video che a suo tempo fecero sparire da youtube e che riappare da altra inquadratura: “come vorrei essere rianimato da lei”.

    E l’altro, con l’Assessore alla Solidarietà di Trento: “posso palpare un pò la signora?”

     

    E qualcuna comincia pure a schifarsi a toccargli la mano zozza…

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  2. avatarcarmengueye - 6 febbraio 2011

    Ragazzi, nella P.A io ci ho mezzo perso la salute, qualche motivo c’è . Per me, nulla di nuovo.

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