Il paradiso delle password

la foto è miaEsiste un paradiso delle password? C’è un posto dove possano riposare in pace? Milioni di password di aggirano nell’etere dimenticate, senza padroni, per accedere a chissà cosa.

Non mi dite che non avete mai perso una di queste parole magiche che in teoria dovrebbero servire alla sicurezza.
Ma vediamo quante sono: almeno 1 per il bancomat, poi la posta, l’home banking, poi l’accensione del telefonino, e gli account delle varie applicazioni del telefonino, una per la posta certificata, da mettere anche sul computer quando lo accendete, l’inps e l’accesso per una miriade si siti dove vi siete iscritti, telepass, pagine gialle, facebook, twitter, linkedin, per non parlare del lavoro se siete impiegati: centinaia.

Ad ascoltare questi artefici della sicurezza che sono gli informatici: “mi raccomando mai uguali, cambiatele spesso, il tuo nome e l’anno di nascita? troppo banale! te la cappellano subito!”; le hai scritte su un notes nel computer? Ma sei matto! Se gli hackers entrano nel tuo pc te le rubano tutte e allora addio dati! In tasca? Ma tu sei da ricoverare! Se perdi il portafoglio ti svuotano il conto!
LE DEVI IMPARARE A MEMORIA!
Ma santiddio, se le imparavo a memoria a cosa mi serviva un computer?

E così ore ed ore a cercare in un cervello saturo “amoMaria, no amomaria, mariaAmo”, o era “mariaèunatroia” quindi a comunicare desolati alla sicurezza che te la sei dimenticata, e loro cosa ti chiedono “di che colore sono gli occhi di tuo nonno materno?” – “aspetta che vado a vedere sul santino…” . Mai un c…zzo di persona al telefono che mi chieda “sei davvero tu?” – “te lo giuro sono io!”, solo comunicazioni e-mail, pieni di codici di sicurezza e link chilometrici.

Quello che mi stravolge è che sono sempre più complicate: devono essere Alfanumeriche e Numeriche con Maiuscole e minuscole e aggiungere un simbolo della tastiera; no è troppo corta, no l’hai già usata, l’indirizzo del provider è sbagliato, la password non corrisponde, qual’è il nome del server? Alla fine ti fanno vedere delle lettere che sembrano scritte da un’analfabeta con l’alzhaimer, e ti chiedono di riscriverle, e tu non ci hai capito una mazza.

E’ mai possibile che in un mondo di servizi sempre più all’avanguardia, con applicazioni sempre più utili e performanti non si sia trovato un modo più semplice? Che sò fotografati il colore della lingua che confrontiamo, no tutto complicatissimo.
Ed è così che milioni e milioni di password dimenticate si aggirano per l’europa, sono lo spettro della nuova frontiera infomatica.
“Che2maroni!” No, non è una parolaccia, è la mia password, secondo gli standard di Microsoft.


Commenti
Sono stati scritti 2 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 6 giugno 2013

    “E’ mai possibile che in un mondo di servizi sempre più all’avanguardia, con applicazioni sempre più utili e performanti non si sia trovato un modo più semplice?”

    Ebbene si, l’hanno trovato.

    Poi non so se è più semplice:

    >La password del futuro?
    La ingoieremo con una pillola

    Dalle impronte digitali alla scansione dell’iride passando per le nuove frontiere del tatuaggio o della compressa elettronica: presto parole e codici serviranno a poco, a identificarci non solo online ma nella vita di tutti i giorni, ci penserà il nostro corpo

     

     

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  2. avatarYari Deserti - 10 giugno 2013

    Da: “Una notte da leoni”:
    Chow non si ricorda la password e chiede ad Alan di leggerla sul foglietto. Phil ascolta.

    Chow: password?
    Alan: coglione1
    Phil: la tua password è coglione1 ???
    Chow: prima era solo coglione, adesso ti fanno aggiungere un numeretto… 

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