Il dopo terremoto

Ieri 23 Agosto il Carlino pubblicava un articolo intitolato “Il dopo terremoto” riportando l’ammontare dei soldi che occorreranno per rimettere in sesto o ricostruire le strutture private, pubbliche ed eclesiastiche del nostro Comune e di altri Comuni della Provincia di Bologna.

Le cifre erano così articolate per il nostro Comune:

Scuole Elementari Quaquarelli e Chiostro di S. Francesco  euro  1.500.000

Scuole Garagnani delle Budrie                                                          euro  500.000

200 case inagibili, lavori di di ristrutturazione                         euro  1.000.000

Piscina Intercomunale                                                                         euro  200.000

Per un totale di                                                                                        euro  3.200.000

Poi vengono le spese dei danni alle Chiese:

10 Chiese danneggiate di cui 5 inagibili                                        euro  4.000.000

Prima di fare domande, informo che negli altri Comuni le spese per le Chiese ammontano:

Crevalcore                 euro  12.000.000

Pieve di Cento           euro  7.155.000

Galliera                      euro  3.000.000

Castello d’Argile       euro  100.000

S. Pietro in Casale   euro  600.000

Per un ammontare complessivo di euro 26.855.000 di spese preventivate per le strutture eclesiastiche.

Ora mi chiedo e vi chiedo:

– Perchè quando ci sono le calamità naturali, e non solo, le Chiese vengono sempre messe nel conto come se la comunità tutta debba pagare i danni?

– Perchè lo Stato del Vaticano e il Clero, proprietari di dette Chiese, non mettono soldi per aggiustarle e non fanno la raccolta soldi tra gli adepti e finalizzarli alla ricostruzione?

-Perchè un non credente deve pagare per strutture che non sono pubbliche, che non utilizza e che ritiene che l’utilizzo delle stesse non sia poi così importante come una scuola, un municipio, un ospedale, case e capannoni dove ci si vive e si lavora?

I quattro milioni preventivati per il nostro Comune e i ventisette milioni per tutti gli altri, qualcuno mi sa dire chi pagherà e in che tempi?Infatti spesso le chiese vengono messe in funzione prima delle strutture di prima necessità.

La bella notizia…

A Persiceto sono iniziati i lavori per far ripartire le scuole e altre strutture pubbliche e forse verranno rimessi in sesto, in tempi ragionevoli, gli splendidi vecchi edifici lesionati e spero anche per le case e le fabbriche lesionate arrivino i fondi.

Se le cose andranno così, un plauso anche all’Amministrazione e al Sindaco per il suo darsi da fare, ma se dovesse riaprire con i soldi della comunità, una Chiesa prima di ogni altra cosa, non lo perdonerei mai. 😈


Commenti
Sono stati scritti 2 commenti sin'ora »
  1. avatarFausto Cotti - 25 agosto 2012

    La risposta Gabriele la sai anche tu: fin dai tempi di Marco Cacco, in Italia comanda la chiesa. L’unico nostro vero eroe della storia fu Garibaldi, che arrivato a Roma coi mille, voleva fare “chiarezza”….ma fu messo a tacere.

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  2. avatarAndrea Cotti - 25 agosto 2012

    ” Se le cose andranno così, un plauso anche all’Amministrazione e al Sindaco per il suo darsi da fare, ma se dovesse riaprire con i soldi della comunità, una Chiesa prima di ogni altra cosa, non lo perdonerei mai.”

    Condivido senza alcun dubbio.

    I luoghi di culto non mi sembra affatto che debbano avere la precedenza su quelli pubblici come le scuole, e nemmeno su quelli privati, come le tante abitazioni danneggiate dal sisma.  

    Tuttavia, da non credente, ritengo che i luoghi di culto storici siano patrimonio artistico e culturale di tutti e come tali debbano essere tutelati e salvaguardati; abbiamo l’assoluto dovere di metterli a disposizione e consegnarli ai nostri nipoti assolutamente integri, come hanno saputo fare sin’ora i nostri nonni con noi.

    Nella nostra area e specialmente a Persiceto un enorme quantità di monumenti storico-architettonici non di culto sono stati lasciati deperire in varie epoche, anche recentemente, e quindi distrutti e sostituiti da “costruzioni moderne”, perdendo così per sempre innanzitutto una grossa parte delle nostre radici culturali, e poi vere e proprie opere d’arte del passato.

    Solo alcuni siti di culto sono stati preservati e oggi possono ancora mostrarci l’arte, la tecnica costruttiva e la cultura dei nostri avi, e credo che la comunità tutta debba fare tutto il possibile per ricostruire oggi e quindi mantenere e preservare questo prezioso patrimonio certo non solo a disposizione dei fedeli. 

     

    A Sala Bolognese sorge l’antica Pieve di S. Maria Annunziata e San Biagio, uno dei più insigni monumenti di stile romanico lombardo che vanta la provincia di Bologna. Fu ricostruita nel 1096 su di una chiesa paleocristiana del quarto secolo, edificata sui resti di un tempio pagano.

     

     L’altare, da ara pagana è costituito da una lastra di marmo dove è scolpita una testa di divinità pagana con corna di ariete, Giove Ammone, sulla quale, scalpellando l’effigie, è stata ricavata la croce. Questa ara pagana, diventa altare cristiano con l’esorcismo della croce, documentata da fine del periodo pagano e il passaggio al cristianesimo dell’antica popolazione salese.

     

    L’antica chiesa romanica di S. Apollinare, oggi sconsacrata, è di proprietà del Comune. Realizzata dal 1214, fu ricostruita nelle forme attuali nel 1436-1437.

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