I padani di domani

ITALY POLITICS Sempre più spesso mi fanno paura i giovani padani.

Bossi e chi con lui diede vita alla Lega, approfittando di un generalizzato vuoto di ideali e di progetti politici non fece altro che dare concretezza a quelle che fino ad allora erano state battute da bar;  “no al terùn” e  “ci vorrebbe un muro da Firenze in giù“.

Poi in tutti questi anni hanno soffiato sul fuoco esasperando ogni possibile concetto xenofobo e recentemente, aiutati in questa missione pure dalla più grave crisi economica della storia moderna, che è nella difficoltà che si acquiscono intolleranze e tensioni sociali.

Tuttavia gli uomini del Carroccio  come Maroni o Calderoli, o come i pragmatici ed equilibrati Cota e Zaia, sono nati e cresciuti in questa civiltà, sono stati educati con i nostri valori e pur esprimendo posizioni fortemente critiche,  su quei valori di civiltà basano la loro azione critica.

Altra cosa sono i giovani.

Chi ha meno di 20 anni ed è cresciuto nelle aree controllate dalla Lega, non ha nessun’altro riferimento civico oltre la xenofobia.

Giovani che raramente arrivano alla terza media e a scuola non scrivono la parola musulmani, ma mettono i puntini di sospensione perché non meritano di essere nominati. Vogliono la castrazione chimica e definiscono l’Unità d’Italia una “impresa di quattro briganti” come Irene, la più giovane dirigente politica del Carroccio.

Quando nel 21 si lasciò nascere il fascismo con le sue evidenti estremizzazioni antidemocratiche, chi gli diede spazio era convinto di poterlo sempre controllare.

Ma quando le menti cessano di pensare e, prive di cultura e conoscenza,  seguono ciecamente solo gli slogan enfatici sui quali si sono formati,  poi diviene arduo non solo il confronto ma anche immaginare che tipo di politica imporranno ai cittadini.

  1. Condivido le tue paure, sicuramente la Lega fu sottovalutata a suo tempo, ma la cosa ancor peggiore è che venga sottovalutata tutt’ora. Ancora oggi sentiamo parlare di “voti caduti in mano alla Lega”, quasi fosse un recipiente di raccolta dell’acqua piovana. Ma sono proprio quei ragazzini, espressione della loro stessa educazione (quindi dei genitori), che hanno formato negli anni l’humus leghista.  Il loro partito si è limitato a farsi portavoce dei loro pensieri, certamente enfatizzandoli, ma nemmeno troppo.
     
    Dobbiamo chiederci il perché questa gente la pensi in questo modo. Non mi interessa la Lega, mi interessano i leghisti. Mi interessa sapere come mai sono così, e sopratutto cosa fare per fargli cambiare idea. Ma per fare questo ci vuole una sinistra vera, che torni a parlare di ideali, anziché rinnegarli. E’ un caso che la Lega Nord sia nata due anni prima della morte del PCI? Forse quando alcuni dei tanto vituperati avversari politici della vecchia repubblica sostenevano che un forte partito comunista (pur non condividendone ovviamente gli ideali) fosse indispensabile per mantenere l’equilibrio sociale, avevano ragione?

  2. Mi sa di si;  un forte partito comunista, capace di offrire chiari obiettivi e valori alla parte eterodiretta della sinistra  era indispensabile al sistema per mantenere l’equilibrio sociale.  Cessata l’influenza di questa forza,  la fascia di elettori più malleabili e meno preparati (gli eterodiretti appunto) si è offerta al primo che ha indicato loro slogan, iniziative  ed obiettivi precisi.

    Il dramma attuale espresso da quei giovani è reso possibile (ed anzi enfatizzato)  non solo dalla propaganda dei genitori ma anche dal vuoto di valori generale e dalla cancellazione della conoscenza, della cultura e della scolarizzazione, determinante per il mantenimento del bacino elettorale sia berlusconiano che leghista.

    Vediamo questo specchietto sull’analisi dell’elettore PDL:

    ETA’:
    18-29 anni (17,1%)
    30-39 anni (13,5%)
    40-49 anni (17,8%)
    50-59 anni (15,8%)

    60 e oltre (35,8%)

    TITOLO DI STUDIO:
    Senza titolo/licenza elementare (52,9%)
    Licenza media inferiore (25,4%)
    Diploma di media superiore (18,5%)
    Laurea (3,2%)

    Oltre la metà è ultracinquantenne ed è semianalfabeta.

    Non ho i dati sull’elettore leghista, ma temo siano ancor più avvilenti.

     

  3. A me non interessano né la Lega né i leghisti. Irene avrà come mito Bossi, beh, non è la prima con quel nome, ricordiamo un’altra cortigiana del falso dottore Umberto, digrignava i denti salendo per Montecitorio, poi abbiamo saputo che era per forzata astinenza d’…amore. E’ bastato che qualcuno le sorridesse e addio alla Lega. Non dobbiamo occuparci a tutti i costi del vuoto pneumatico, ma semplicemente confutare le loro balle, perchè ne raccontano una al secondo. Se almeno uno di loro muove un neurone, è già un primo passo, perchè finora sono alla morte cerebrale. Guardatevi Italia 7, la mattina, il programma Aria Pulita:ormai è un botta e risposta, a ogni castroneria leghista qualcuno telefona per smentirla, dati alla mano. Si comincia ad averne abbastanza,  seghiamioli in otto, tanto a compiacerli come ha fatto qualche politico, nulla si guadagna.

  4. Hai ragione, il problema infatti non sono né la Lega, né i leghisti. Il problema è dare risposte concrete ai problemi del nord Italia, così come a quelli del Sud. E direi che, Vendola a parte, sia meglio non soffermarci troppo sui risultati ottenuti fino ad oggi.

  5. Il cosidetto leghista, non ha mai varcato i confini del SUO paesello, è ignorante ,  in senso lato, opportunista, ipocrita, egoista e per giunta cattolico.Vi basta. Se non è sufficiente , provate personalmente, con una piccola permanenza in veneto, dove è nato questo pseudo movimento omofobo, razzista e fascistode.

  6. Gente ignorante e gretta al potere. E’ per questo che spaventano.

    A riguardo è degno di nota un topic del forum GT che trattava l’argomento Lega:

    Caro Max, … i leghisti non leggono Orwell.

    In quell’area scrivono diversi leghisti d’assalto, ma nessuno di loro ha ribattuto, confermando che non leggono Orwell :mrgreen: