Fine della democrazia

L’Avvocato Pietro Palau Giovannetti, Presidente dell’Associazione Movimento per la giustizia ‘Robin Hood’, ha contestato i sostenitori dell’imputato Berlusconi che urlavano slogan contro la Magistratura.

E’ stato subito afferrato e portato via in malo modo da agenti della Digos con la scusa di doverlo identificare.

Di fatto gli è stato impedito di esprimere il suo parere di fronte a chi manifestava contro i Giudici.

Ora è palese, la libertà di parola non esiste più; è  la fine della democrazia ragazzi.

Avvocato_PalauOgni giorno ce ne viene scippata una fetta ed ora il limite è superato.

E’ un Avvocato che lavora, è anziano ed è la Giornata della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi e lì a palazzo giustizia ci sono le gigantografie di 3 giudici caduti nell’adempimento del loro dovere, uccisi dal terrorismo.

Non ce la fa a sentire gli slogan contro i Magistrati delle comparse dell’imputato Berlusconi e li contesta.  E viene strapazzato come un volgare teppista, per consentire alle comparse pagate di continuare indistrurbati il loro lavoro di sputtanamento della Magistratura.

Siamo al fascismo; il prossimo step sarà l’imposizione di “viva il duce” sotto minaccia di olio di ricino e manganello.


Commenti
Sono stati scritti 7 commenti sin'ora »
  1. avatarcarmengueye - 9 maggio 2011

    Leggevo delle tasse aumentate da questo governo. Vedo per l’ennesima volta che se ne fottono della sentenza della Corte Costituzionale che impone di abolire l’Iva dalla bolletta dei rifiuti e di restituire gli ultimi dieci anni. Quindi non ci concedono nemmeno più le sentenze a favore. E’ la fine. 

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  2. avatarNess - 10 maggio 2011

    Cosa ti aspetti da “loro”, degni rappresentanti della nazione?
    Un conoscente “bocconiano” (non un truzzo televisivo, eh!, ma un trentenne col Master a Chicago e col porscettino, figlio unico ma con 3 “fidanzate”) dice spesso, per filosofeggiare tra simili, che «la vita è bella, si! Ma la bella vita ci piace di più! AH AH AH AH!!». E i gay sono invertiti e non capiscono un cazzo della vita!
    Lo chiamerò Carcarlo.
    Carcarlo ha 130 App iPhone, l’iPad appena importato dagli Steitz e ben quasi 4000 “amici”su FB. Ne parla. Anche del suo mito Bloomberg. Tanto. E di soldi. Di come si fanno e si usano. Dopo 4 mojito parla del party in Downtown e di una “escort argentina con gli occhi di ghiaccio e il sorriso caldo” conosciuta per caso mentre era la banco aperitivi del Lounge
    Senza la risata ma qualcosa comunque assai simile circa il valore-obiettivo della “bella vita” usata come un’esorcismo la dice un altro “ragazzo” di 39 anni. Ex operaio manutentore, contento di avere cambiato passando al “progetto” del contratto da 1250 Euri/mese  come operaio standista fieristico e “non campa” – come dice – 3 figli e una moglie. Capisce soltanto che alla figlia undicenne “non si può ormai” non comprargli l’iPhone al compleanno, le Crocs, lo zainetto di Hello Kitty come la “borza” della mamma (!). Altrimenti sembrerà figlia di poveracci di fronte alle amichette, figlie del “ragioniere della banca”. Vuoi mettere la figura di merda! E a Natale la mamma vuole la borza nuova, Prada.
    Lo chiamerò Ugo.
    Ugo deve cambiare l’auto che cade a pezzi, vorrebbe vendere la sua raccolta di Zagor e ha quasi 200 vecchi VHS “belli forti” a casa, nascosti in garage. Parla solo dell’auto, di moglie, del Natale di merda passato con i figli e la loro pertosse, del lavoro, dei padroni. E di soldi. Di come si spendano tutti già prima della rata dell’asilo. Ma alla 3a pinta inizia con i VHS. Solo di quelli. E del suo mito Rocco Siffredi e delle imprese olimpiche sue preferite. E di Belen negli spot.
    Cosa ti aspetti quindi dagli “eletti”, dai degni rappresentanti di una nazione che ha in taluni cerebrolesi e talaltri disgraziati la loro futura classe dirigente, industriale, imprenditoriale, amministrativa, produttiva, elettrice e consumatrice, perfino operaia, perfino intellettuale? La “speranza” per il futuro?
    Anche Carcarlo e Ugo dell’IVA se ne fottono. Probabilmente la bolletta della monnezza la pagano i genitori (industriale degli infissi e panettiere) come pure la bolletta del gas. Oppure quello dell’IVA è il problema minore di fronte alla tremenda frustrazione esistenziale (?) che vivono. Loro sanno che non è a quel rimborso che puntano ma a “ben altro” che c’è nella testa. Nemmeno ci provano. Se ne fottono anche di saperlo.
    Uno parla già di volere un figlio per mandarlo a scuola a Zurigo, poi negli Steitz, quindi Broker, che “il denaro degli altri c’è sempre”.
    L’altro sogna già la figlia dalla De Filippi tra i tronisti o tra le Pupe (“che è giusto si facci spazio da sola nella vita e solo quelli là sono i posti che cambiano la vita”).
    Entrambi probabilmente non sanno nemmeno che Caligola avesse un cavallo e che significato avesse avuto il nominarlo senatore. Non ne hanno bisogno. Sanno però che “tutti i romani ricchi diventarono mezzi ricchioni, che infatti Attila li bastonava a sangue”. E se ne fottono se il cavallo fu nominato senatore, Consigliere regionale oppure sottosegretario. Non gliene inporta nulla del disprezzo di Caligola per il Senato, nulla del disprezzo nuovo come dell’antico. Per loro è tutta una faccenda noiosa da capire, per un motivo o per un altro.
    Tutti e due capiscono benissimo che nessuno ci crede e ci ha mai creduto che Cesare Napoleone credesse realmente che Ruby fosse parente di un faraone, altrimenti dovrebbe essere necessariamente un tale cretino totale che questo sarebbe ed è impossibile.
    Impossibile perché è ricco, quindi intelligente, cioè furbo, si è fatto da sé, è invidiato e quindi odiato solo perché è ricco, ha potere, è affascinante, parla dicendo cose facili da capire, è simpatico, spiritoso, burlone, allegro, sorride, sorride sempre, è alla mano ma sa ben essere cattivo per difendersi, può permettersi tante belle donne, se non sempre buono è certamente però almeno molto generoso verso chi lo apprezza perché lo ama. Per tutto questo è perseguitato. E’ anche un lavoratore instancabile. Come noi tutti vorremmo essere. E’ migliore di noi. Un modello. Per Carcarlo, per Ugo. Forse un po’ per noi tutti.
    Carcarlo e Ugo sanno tutto ciò. Ma sanno davvero tutto ciò, quel che è e quel che non è.
    Sanno quel che succede. Ma sono cose noiose moleste da capire, su cui dovere discernere, cimentarsi.
    Quindi sai che fanno? Se ne fottono! Alla grande!
    Dell’IVA e del rimborso dell’amministrazione al cittadino-utente  (il cui termine suscita anche qualche ilarità suppongo) loro se ne fottono, come se ne fottono del resto.
    Anch’essi hanno talvolta il barlume di capire a sufficienza cosa può significare la disperazione di andare ad annegare per la speranza di un’altra vita. E sanno non confondere tra terrorista e terrorizzato dalla morte, dalla fame.
    Solo che non hanno quel problema sulla propria pelle. E se ne fottono.
    Forse non capiscono tutto. Ma sanno e capiscono quanto basta. A fottersene. Anch’essi come ed insieme a quelli.
    Forse saranno solo due contro otto altre persone diverse da loro.
    Beh, a quanto pare è sufficiente. Forse anche le otto altre di ciò un po’ se ne fottono.
    Perché somiglianze ce ne sono.
    Quale delle due diversità farà prima ad accostarsi maggiormente all’altra operando un cambiamento?
    Nè un punto medio equidistante risolverà il problema sostanziale del fottimento generale.
    Dirai: ma che anche Laura e c’è Marco, ci sono tanti volenterosi che sono giovani e hanno migliore cultura, idee più intelligenti, profonde, meno ciniche, che si danno da fare, si mobilitano, si organizzano per le attività, per l’informazione, la sensibilizzazione…
    Si certo. Loro ci sono infatti. Ottima cosa.
    Carcarlo e Ugo li osservano infatti.
    E indovina cosa fanno?
     
     

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  3. avatarFine della democrazia | Informare per Resistere - 10 maggio 2011

    […] Fonte: http://www.andrez.cotti.biz/fine-della-democrazia-6346.html […]

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  4. avatarAndrez - 11 maggio 2011

    Mio padre, (il tizio in braghe corte nella foto in bianco e nero lì a destra) è nato nel ’21 e mi ha sempre raccontato due eventi che, nonostante la ferrea educazione fascista che ricevesse a scuola, fecero di lui un antifascista già a 7 anni.

    Entrambe avvennero in piazza a Persiceto; lui tornava da scuola e vide una parata di gerarchi fascisti per il corso che con i loro gagliardetti marciavano impettiti cantando i loro inni. La folla di tanti Carlcarlo e Ugo salutava diligentemente con il saluto romano, ma tra loro un vecchio contadino non salutò. Dai manifestanti uscì di corsa un gruppetto di scalmanati che gli imposero di salutare romanamente e di gridare “Viva il Duce” e canta ‘giovinezza‘, ma il contadino si rifiutò. Allora il gruppetto lo bloccò, gli legarono i calzoni con lo spago all’altezza della caviglia e, deridendolo, gli fecero bere con la forza un litro di olio di ricino. In breve il contadino se la fece nei calzoni ed i presenti presero a canzonarlo per la puzza. Alchè il contadino disse: ‘ecco, solo conciati in questo stato, pieni di merda puzzolente, si può cantare “giovinezza” ‘ . E la cantò.

    La seconda era molto simile e solo il finale cambiò, com’erano cambiati i tempi in poco più di un anno; gerarchi tronfi in parata in piazza ed un operaio che non saluta romanamente. Lo aggredirono con i manganelli in 5 o 6 e lo lasciarono al suolo coperto di sangue e privo di conoscenza.

    Aveva 7 anni mio padre e si chiese ‘ma perchè?‘ che in fin dei conti quei poveretti non avevano fatto nulla.

    Ecco, la faccia del poliziotto della Digos che strattona l’Avvocato Palau colpevole di dissenso  mi ricorda quei racconti di  quelle antiche violenze, al momento già così intuibili  in questo stato di cose che stà così rapidamente degenerando.

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  5. avatarBsaett - 11 maggio 2011

    L’episodio mi appare di una gravità inaudita. Alcuni hanno sentenziato che in fondo è normale, in fondo le scorte servono a quello, a tenere i leader lontani dai pericoli di attentati.
    Ebbene mi è parso tutto più chiaro, dire la propria opinione liberamente in Italia, adesso, è un attentato, di più, una rivoluzione.

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  6. avatarAndrez - 13 maggio 2011

    E se mai qualcuno avesse avuto il dubbio che l’evento sia stato solo un caso isolato, ecco subito pronta la smentita: al Palasharp viene malmenato e buttato fuori (su ordine specifico dell’utilizzatore finale) un anziano pensionato settantenne militante del Pdl  reo di discutere.

     

    Allo stesso modo sono brutalmente buttati fuori alcuni cronisti accorsi, tra i quali quello della 7,  così da evitare che la cosa fosse resa nota. Sfortunatamente per loro esiste la rete ed i telefonini ed ancora non hanno capito che è oramai impossibile evitare che le loro scempiaggini non vengano diffuse.

    Signori, questa è la Casa delle Libertà.

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  7. avatarAndrez - 14 maggio 2011

    Storia di tutti i giorni ormai che  si ripete troppo spesso: i contestatori del nano vengono portati via di peso mentre il sultano insulta dal palco.

    http://video.corriere.it/urla-contestatrice/f72c77a8-7d98-11e0-9624-242b96a6d52e

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