Contro la privatizzazione di Geovest !

Ai sindaci dei Comuni di Anzola dell’Emilia, Calderara di Reno, Crevalcore, Sala Bolognese, San Giovanni in Persiceto, Sant’Agata Bolognese, Castel Maggiore, Nonantola, Ravarino, Argelato, Finale Emilia.

Siamo convinti che la dimensione pubblica nella gestione dei servizi di utilità collettiva a rilevanza economica sia quella più vicina alle esigenze del territorio e della cittadinanza e permetta un rapporto più semplice e diretto per le Amministrazioni Comunali.
GEOVEST S.r.l. come società pubblica, in house, ha sempre garantito negli anni la qualità del servizio erogato e tariffe sostenibili, a fronte di bilanci trasparenti che nel tempo hanno fotografato una società in buona salute.

Non essendoci vincoli legislativi che affermino il contrario, crediamo che il servizio di GEOVEST possa proseguire attraverso un nuovo affidamento anche come società in house, totalmente pubblica.
Pensiamo, infatti, che la trasformazione della società con la sua parziale privatizzazione abbia degli elementi di forte criticità che rischiano seriamente di condizionarne la governance snaturandone l’attuale mission, ad esempio per quanto riguarda la necessità di realizzare utili dalla raccolta e dallo smaltimento dei rifiuti.

Siamo consapevoli dei limiti e delle problematiche che GEOVEST incontra nel suo percorso e per stare sul mercato (dal blocco delle assunzioni all’accesso al credito), ma secondo noi quella di privatizzare un pezzo della società non deve essere l’unica soluzione possibile.
Non può esserlo anche solo per il fatto che questa decisione andrebbe a contrapporsi all’esito di un referendum e ad una volontà popolare diffusa che nel 2011 ha visto i nostri territori esprimersi chiaramente a favore dell’opzione pubblica per quanto riguarda i servizi essenziali.

Secondo noi, un’operazione che ha un impatto così significativo su un servizio essenziale come quello della raccolta dei rifiuti, e su un territorio di circa 145.000 abitanti, deve necessariamente trovare i tempi, le forme e i luoghi giusti perché si sviluppi una piena e vera discussione, a partire dalla maggior parte dei Comuni in cui non è stata ancora votata la delibera in oggetto. Ecco perché riteniamo prematuro proseguire i percorsi nei Consigli Comunali già nel corso dell’estate.

Oltre ad una doverosa e necessaria riflessione politica più approfondita, pensiamo sia necessario avviare anche un contraddittorio pubblico su questi temi, per invertire le attuali politiche nazionali e riportarle verso la cultura del bene comune.


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