Concussione e sfruttamento prostituzione minorile

ilda_boccassinill 13  gennaio la Corte Costituzionale ha in parte riscritto e in buona parte cancellato la Legge Alfano sullo Scudo Anti Processi.

Via libera ai processi dunque, almeno fino alla loro prescrizione.

In ogni caso il verdetto è chiarissimo: Silvio Berlusconi ha perso anche il nuovo scudo anti-processi e saranno i Giudici a decidere sui suoi probabili legittimi impedimenti.

Ieri 14 gennaio, apprendiamo che il premier è iscritto nel registro degli indagati dal 21 dicembre con l’accusa di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile.

Apprendiamo inoltre che gli è stato notificato l’invito a comparire di fronte ai magistrati, tra il 21 e il 23 gennaio prossimi, venerdì, sabato o domenica, giorni che normalmente il premier passa nella residenza di Arcore, per cui gli sarà difficile addurre legittimi impedimenti.

La concussione è contestata all’utilizzatore finale per la telefonata con cui costrinse la questura a liberare la minorenne marocchina Ruby per poi darla in affido a Nicole Minetti.

Nicole Minetti, ex igienista dentale del nano e promossa a Consigliere Regionale, è accusata di violazione della legge Merlin per aver indotto la giovane marocchina e altre ragazze alla prostituzione. Sono indagati per induzione alla prostituzione anche Lele Mora e Emilio Fede.

Le prove, i riscontri e le testimonianze raccolte sono tante e tali da consentire al pubblico ministero di chiedere il giudizio immediato per Silvio Berlusconi in base all’articolo 453 del codice di procedura penale, come confermato in una nota del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati.

I Pubblici Ministeri titolari dell’inchiesta milanese sul caso Ruby che vede indagato il premier Silvio Berlusconi per prostituzione minorile e concussione sono  3 magistrati milanesi:

  1. Ilda Boccassini, che ha già scritto parte della storia dell’antimafia in Italia
  2. Pietro Forno, che ha inventato il “pool fasce deboli” per indagare sui reati sessuali
  3. Antonio Sangermano, il più giovane dei tre, che recentemente ha risolto un complicato caso di scomparsa di un imprenditore milanese.

Al procuratore aggiunto Ilda Boccassini, napoletana, 60 anni, a capo della Direzione distrettuale antimafia di Milano dal maggio 2009, è stata affidata l’inchiesta.

Ilda la Rossa”, appellativo legato al colore dei suoi capelli, è usato anche dai detrattori perchè si è già “occupata” di Silvio Berlusconi nei processi Sme e lodo Imi-Sir. Dalle prime inchieste sulle infiltrazioni mafiose a Milano e in Lombardia (Duomo Connection), al trasferimento a Caltanissetta, fortemente da lei voluto per individuare gli autori delle stragi di Capaci, dove perse la vita il suo grande amico Giovanni Falcone, e di via D’Amelio, fino alla cattura di Totò Riina.

Questo il percorso di Ilda Boccassini, poi proseguito con il ritorno a Milano nel pool Mani Pulite nel ’94, dopo l’uscita di Antonio Di Pietro, fino alle ultime recenti inchieste in chiave antiterrorismo, con la condanna degli appartenenti alle ‘nuove br’, e contro la ‘ndrangheta: vedi il duro colpo inferto all’infiltrazione delle cosche con l’operazione Infinito (175 arresti nella sola Lombardia).

Berlusconi – 2004 Processo SME 3 – Bocassini chiede condanna 9 anni

Enzo Biagi intervista Ilda Boccassini (Il Fatto) 20-2-1998


Commenti
Sono stati scritti 20 commenti sin'ora »
  1. avatarcarmengueye - 15 gennaio 2011

    Non vedo altra soluzione che una fuga alla Ben Alì. In Italia e all’estero frega niente a nessuno di mandarlo via, per questo dovrebbe pensarci qualche altro potere e resta solo la magistratura.
    Più o meno, prenderlo per il braccino molle e dirgli, caro signore, lei può scegliere: imbarcarsi sul suo aereo personale e andarsene ad Antigua a godersi i suoi soldi marci, per mai più farsi rivedere; o galera, subito.
    Sennò ricomincia il supplizio, che sta prendendo aspetti deliranti: Bertolaso prosindaco di Roma (senza elezioni, alla  faccia della volontò popolare); Scajola organizzatore del nuovo partito di B; e il nano presidente della repubblica, con la Lega che si amministra il nord est come se fosse uno stato indipendente.
    Poiché io chiamo questo “colpo di stato” chiedo la legge marziale e, nel caso, anche l’intervento delle forze armate.

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  2. avatarAndrez - 15 gennaio 2011

    …prenderlo per il braccino molle

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  3. avatarTweets that mention Blog di Andrez » Blog Archive » Concussione e sfruttamento prostituzione minorile -- Topsy.com - 15 gennaio 2011

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  4. avatarCotti Fausto - 15 gennaio 2011

    A volte cerco di mettermi nei suoi panni..(non ridete) e mi rendo conto di quanto sia distante anni luce da me…come se fosse un alieno, col DNA  completamente diverso dal mio. (non ho il braccino molle) :-)
    Purtroppo vale anche per tutti gli italiani che lo ammirano. E mi chiedo, possibile che sia io l’anomalo?
    Ormai sembra che non freghi più niente a nessuno. Anche se l’Italia va a puttane chi se ne frega….
    Quando sarà marcia putrefatta andremo a spargere la nostra marzana da un’altra parte.
    E quando sarà marcio il pianeta andremo a corrompere giudici e a puttane minorenni su marte….

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  5. avatarAndrez - 15 gennaio 2011

    Seee  … lo so io cos’è che hai molle te.  :mrgreen:

     

    Bando alle ciance, forse vale la pena riportare qui tale e quale un’indagine di Giuseppe d’Avanzo su Repubblica:

    Le sei notti di Ruby in villa
    e le testimoni sfuggite a Ghedini

    Le prove che incastrano Berlusconi. L’avvocato del premier ha tentato di blindare le verità scomode delle ospiti delle feste a Villa San Martino. Quei bunga bunga con le ragazze vestite da poliziotte

    di GIUSEPPE D’AVANZO

    L’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, è stato molto giudizioso tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, ma non ha preso in considerazione che al mondo esistono anche donne normali.

    Testimoni che non mentono. Che rispondono con lealtà alle domande della magistratura. Torna comodo muovere dai suoi passi per sbrogliare una matassa che, in capo a non più di sei settimane (21/26 febbraio), potrebbe condurre il presidente del Consiglio dinanzi al giudice con l’accusa di concussione e soprattutto di “favoreggiamento della prostituzione minorile” (un reato punito con la reclusione da sei a dodici anni). Bisogna seguire Ghedini perché è lui  –  l’avvocato  –  che, nonostante le risorse, l’impegno e la tenacia, manca clamorosamente il colpo. Si lascia sfuggire qualche testimone risolutivo. Sottovaluta quali prodigi investigativi si possono accumulare analizzando con pazienza il traffico telefonico, scrutinando la localizzazione cell-based con metodi capaci di definire la cellula che “ospita” un telefono mobile e quindi, con un margine di errore di cinquanta metri, il luogo in cui è attivo (o inattivo) quel “terminale”. Le tracce che si lascia dietro un cellulare possono “raccontare” la vita, gli incontri, le relazioni, i movimenti, i tempi di una persona. di un gruppo di persone.

    Occorre comunque, per capire, ricordare qual è lo stato di allarme di Berlusconi in primavera. Già il 27 maggio il capo del governo ha tra le mani tutte

    le ragioni per sentirsi molto preoccupato. Ruby  –  minorenne  –  è in questura, quella notte. Quando Michelle Conceicao de Oliveira, una prostituta brasiliana, lo chiama a Parigi, il Cavaliere ha ben chiaro che è finito in un guaio grosso. Quella Ruby, che il Sovrano presenta come “la nipote di Mubarak” agli amici, ha la lingua lunga. Spesso è fuori controllo. È facile all’ira, se trascurata. Il Cavaliere nemmeno osa pensare, quella notte, quale calamitosa frittata può venire fuori se la ragazza va “fuori di testa” e racconta ai funzionari della questura di Milano che lei, Ruby  –  Karima el Mahroug, 17 anni e sei mesi  –  è da tre mesi “la favorita” del Sultano. Lo sappiamo. Quella notte, il capo del governo gioca abusivamente tutta la sua autorità per “liberare” Ruby. Convince i funzionari della questura a qualche mossa “indebita” (nasce qui l’accusa di concussione): Karima può allontanarsi lungo via Fatebenefratelli con accanto Nicole Minetti.

    La storia, come l’angoscia del Cavaliere, è soltanto all’inizio. Dopo qualche tempo, Lele Mora, definiamolo il direttore del carosello notturno che gira ad Arcore per l’esclusivo diletto del Sovrano, sa che la ragazza è stata più volte interrogata dalla procura di Milano in luglio e ancora in agosto. Che cosa ha detto? Quel che ha detto ora, più o meno, lo sappiamo. Ruby svela che il 14 febbraio, giorno di San Valentino (ha 17 anni e novantacinque giorni) la chiama Emilio Fede e le dice: ti porto fuori. Non dice dove, non dice con chi o da chi. Il giornalista (ottantenne) passa a prenderla con un auto blu. Ruby sale e filano via scortati da un gazzella dei carabinieri verso Arcore. Non entrano dal cancello principale, dove ci sono i carabinieri, ma da un varco laterale. Dice Ruby ai pubblici ministeri: “Vengo presentata a Silvio. È molto cortese. Ci sono una ventina di ragazze e  –  uomini  –  soltanto loro due, Silvio ed Emilio. Cenammo, ma non rimasi a dormire. Dopo cena, andai via. Alle due e mezza ero già a casa. Con un abito bianco e nero di Valentino, con cristalli Swarovski, me l’aveva regalato Silvio. La seconda volta vado ad Arcore il mese successivo. Andai con una limousine sino a Milano due, da Emilio Fede, e da lì, con un’Audi, raggiungemmo Villa San Martino. Silvio mi dice subito che gli sarebbe piaciuto se fossi rimasta lì per la notte. Lele Mora mi aveva anticipato che me lo avrebbe chiesto. Mi aveva anche rassicurato: non ti preoccupare, non avrai avance sessuali, nessuno ti metterà in imbarazzo. E così fu. Cenammo e dopo partecipai per la prima volta al “bunga bunga”. (Ruby descrive agli stupefatti pubblici ministeri milanesi la cerimonia con molta vivezza). Io ero la sola vestita. Guardavo mentre servivo da bere (un Sanbìtter) a Silvio, l’unico uomo. Dopo, tutte fecero il bagno nella piscina coperta, io indossai pantaloncino e top bianchi che Silvio mi cercò, e mi immersi nella vasca dell’idromassaggio. La terza volta che andai ad Arcore fu per una cena, una cosa molto ma molto più tranquilla. Quando arrivai Silvio mi disse che mi avrebbe presentata come la nipote di Mubarak. A tavola c’erano Daniela Santanché, George Clooney, Elisabetta Canalis”.

    Non è il racconto che Ruby riferisce subito a Mora. Minimizza all’inizio. Confonde i suoi ricordi. Non rivela tutto. Mora comprende che la ragazza non dice tutto, dopo aver detto troppo in procura e avverte il premier. Berlusconi che deve fare? Affida a Nicolò Ghedini il contrattacco difensivo. Una segretaria di Palazzo Chigi convoca le puttane del premier nello studio legale Vassalli in via Visconti di Modrone a Milano per affrontare la questione delle “serate del presidente”.

    Ghedini ha dunque l’incarico di proteggere “le serate” di Silvio Berlusconi. Deve raccogliere da quelle giovani donne (stelle, stelline, aspiranti stelline, prostitute giovani, giovanissime, italiane, latine, slave, caraibiche) dichiarazioni giurate che confermino quel che il Cavaliere va dicendo: si rilassa a volte, come è giusto che sia, ma in celebrazioni che non hanno nulla di scandaloso o perverso. Sono “testimonianze” necessarie per evitare al premier altro discredito. La procura di Milano indaga per favoreggiamento della prostituzione Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Berlusconi teme che la prostituzione, ipoteticamente favorita dai suoi tre amici, abbia il teatro proprio a Villa San Martino nelle “serate rilassanti” che il Cavaliere organizza. Anche nell’ipotesi peggiore, dice Ghedini, egli sarebbe l'”utilizzatore finale”. Anche se si scoprisse che le sue ospiti sono minorenni, nessun problema penale: l’utilizzatore non è tenuto a conoscere l’età della sua ospite. È fuori di dubbio, però, che sarebbe meglio “documentare” che in quelle allegre serate il sesso non c’è. Ecco la missione di Ghedini.
    Interrogare le ragazze, raccoglierne i ricordi e lasciarle dire con buon anticipo dell’innocenza di quelle occasioni. Ghedini può farlo. La sua iniziativa è ineccepibile perché l’art. 391-nonies del codice di procedura penale regola “l’attività investigativa preventiva” del difensore “che ha ricevuto apposito mandato per l’eventualità che si instauri un procedimento penale”. Nell’eventualità che Berlusconi sia indagato, Ghedini già prepara le prove non solo dell’estraneità del Cavaliere, ma dell’insussistenza del “fatto”. Lasciamo in un canto qui l’abuso di potere che si intravede: decine di ragazzine, ragazze, giovani donne, che hanno partecipato ai “bunga bunga” presidenziali, sono convocate  –  addirittura a Villa san Martino  –  e trovano Ghedini. L’avvocato chiede: mi racconta che cosa accade nelle serate del presidente? Sono appuntamenti innocenti o peccaminosi? Si fa sesso? Lei ha fatto sesso con il presidente? Quelle poverette non hanno né arte né parte. Hanno una sola ambizione: fare televisione, apparirvi. Sono addirittura in casa del grande tycoon, a un metro dal cielo. Arrivate a quel punto, potrebbero mai dire una parola storta contro o sul conto del presidente del consiglio? Ripeto, lasciamo da parte questo aspetto dell’affaire perché ora conta l’abbaglio in cui incappa Ghedini. L’avvocato colleziona le testimonianze delle “ragazze”, diciamo così dello spettacolo o le giovani e giovanissime professioniste del sesso e pensa di aver un buon lavoro. Trascura (o, poverino, nessuno glielo dice) che ad Arcore ci sono state anche donne che non hanno nulla a che fare né con lo spettacolo né con la prostituzione.

    Come la testimone A, ad esempio. È un’amica di Nicole Minetti. Le cose stanno così. La Minetti, a Rimini, ha tre amiche del cuore al liceo. Anche quando Nicole, all’esame di maturità viene bocciata, non si perdono di vista. Una di loro  –  “assomiglia come tipo alla Carfagna”, dicono  –  si laurea in giurisprudenza e ora è prossima alla laurea in economia. Minetti la invita a casa del presidente domenica 19 settembre 2010. Il 20 la giovane donna (A) chiama le altre due amiche. Alla prima, che chiameremo B, racconta tutto al telefono in una lunga conversazione. Alla seconda, che chiameremo C, dice invece che gliene parlerà da vicino della sua serata ad Arcore.

    A sarà interrogata (la prelevano all’università alla fine di un esame) e conferma l'”imbarazzante serata”, parole sue. B non sarà interrogata (quel che può sapere lo si è già ascoltato nell’intercettazione dalla viva voce dell’amica che le racconta la sua notte dal presidente). C sarà convocata da Bologna. Frequenta un corso di specializzazione post-laurea in attesa di affrontare il concorso in magistratura. È seria, motivata, estranea all’ambiente del presidente. Dalla convergenza delle due testimonianze e del documento sonoro, si può ricostruire che cosa accade quella notte.

    È dunque il 19 settembre 2010. A arriva a Milano. Va a casa della Minetti a Segrate, Milano 2. Si cambia. Raggiungono due stelline dello spettacolo televisivo (A ne conosce una, ne indica il nome) e poi tutte insieme via verso Villa san Martino. All’ingresso è sufficiente il nome  –  “Minetti”  –  per superare i controlli di polizia. A cena 20/25 ragazze, più della metà straniere, e tre uomini: il Cavaliere, l’immancabile Emilio Fede, Carlo Rossella, presidente di Medusa. Cena un po’ noiosa. Parla sempre il presidente. Racconta barzellette, canta. Tutti sono chiamati soltanto a ridere e a cantare in coro. È soltanto un preludio. Dopo cena, si scende in quella che tutti chiamano  –  dicono A e B  –  “la sala del bunga bunga”. È più o meno una discoteca, un banco con l’asta per la pole dance, divani, divanetti, “camerini” dove le ragazze si travestono da infermiere, da poliziotte, tutte con il seno nudo e poi improvvisano uno striptease (stripper anche la Minetti), mimano scene di sesso. Devono essere “convincenti”, “spregiudicate”, disinvolte e molto disinibite ché le performance migliori saranno premiare con un invito a restare per la notte (allo spettacolino sono presenti Rossella e Fede).

    Dopo il “bunga bunga”, si risale in un’altra sala dove Berlusconi sceglie e comunica chi rimarrà per la notte. A racconta che qui l’atmosfera si fa elettrica, competitiva, carica di adrenalina e addirittura di odio. E’ il momento clou della serata. Chi sarà la favorita? Chi resterà? Chi avrà l’opportunità di “guadagnare” di più? Non è che chi ritorna a casa va via con le mani vuote. Il premier  –  ancora in un’altra stanza  –  congeda chi va via. E’ qui che accoglie la giovane A. C’è anche la Minetti. Berlusconi le chiede se si è divertita.

    A dice: “No!”.

    Il Sovrano, alquanto risentito, chiede: “Perché?”.

    A rincara: “Mi sono sentita imbarazzata” (Dirà meglio alle amiche: “Quello è malato, si vede che è un malato!”).
    B. le chiede un bacetto e le dà due cd di Apicella e tra i cd una busta con quattro fogli da 500 euro. In auto sarà rimproverata dalla Minetti: “Sei stata troppo dura, ricordati che potrà esserti di aiuto”.

    Queste testimonianze, sfuggite all’occhiuto Ghedini, non dicono soltanto delle “serate rilassanti” del presidente. Chiudono un cerchio. Le intercettazioni raccontano che è Emilio Fede a muovere la giostra. Chiama Lele Mora e gli dà il via: “Stasera bunga bunga”. Mora si muove. Convoca stelline e prostitute. Sono consapevoli del “mestiere” di quelle giovani donne, come è consapevole Berlusconi che le riceve e le trattiene per la notte. Quando varcano il cancello di Villa san Martino, nelle serate del “bunga bunga”, l’amministratore personale del presidente, Giuseppe Spinelli, ha già preparato e lasciato nella “stanza dedicata” il numero necessario di buste con un vasto spettro di retribuzioni, dai cinquecento euro per la presenza ai diecimila euro “per la notte”. E non sempre finisce così. Spinelli riceve anche dopo, le telefonate della “ragazze”. Si sono affannate a capire chi ha avuto quanto e perché più delle altre e come ha fatto, che cosa ha fatto, che cosa ha detto. Ci provano tutte con Spinelli, il giorno dopo. Il segretario non è mai infastidito o impaziente. Ascolta con pazienza. La risposta sempre uguale: “Ho bisogno di essere autorizzato, richiamerò”. E richiama, richiama sempre o per dire che “no, non ha ottenuto l’autorizzazione” o “va bene, la busta è pronta”. Queste scene devono avere ancora dimostrare due questioni essenziali: Ruby si prostituisce? Ha fatto sesso con Berlusconi? Sono quadri che la procura di Milano ricostruisce con altri testimoni (amici di Ruby, “clienti” di Ruby prima e dopo i mesi del “capriccio” del Sovrano) e soprattutto con l’ascolto telefonico della ragazza. In una conversazione, un amico la prende in giro: “E così, Ruby, hai preso il posto di Noemi Letizia”. “No, caro mio  –  risponde la “nipote di Mubarak”  –  Noemi per lui era un angelo, io per lui sono…” È ancora il telefono di Ruby a rivelare le menzogne e le omissioni e a svelare quante volte e per quanto la minorenne marocchina si è intrattenuta a Villa san Martino. I giorni in cui il cellulare della ragazza è presente nella cella di Arcore, notte e giorno, sono sei.24, 25 (quella notte dormì ad Arcore anche Vladimir Putin) e 26 aprile 2010. E ancora il 1 maggio. Infine nei giorni di Pasqua e Pasquetta, 4 e 5 aprile 2010 (oltre che il 14 febbraio, San Valentino, quando però la ragazza  –  non ha mentito  –  torna a casa intorno alle 3 del mattino).

    Dunque, ricapitoliamo. Ruby è una prostituta. La ingaggia Lele Mora. Fede l’accompagna dal presidente del consiglio. Il presidente del consiglio la paga per la sua presenza notturna in sei occasioni. È sufficiente per contestare al capo del governo il favoreggiamento della prostituzione minorile alla luce del secondo comma dell’art. 600-bis?
    Bisogna farsi aiutare dalla lettura del codice penale. Se Lele Mora, Emilio Fede, Nicole Minetti risponderanno del primo comma (“Chiunque induce alla prostituzione una persona di età inferiore agli anni diciotto ovvero ne favorisce o sfrutta la prostituzione è punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da 15.493 a 154.937), Berlusconi dovrà rispondere del secondo comma: “Salvo il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di denaro o di altra utilità economica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a 5.164”. Qui si deve dire quanto malaccorto sia stato Ghedini a confessare l’abitudine del Cavaliere a farsi “utilizzatore finale” della prostituzione. Perché, è vero, che questi non è imputabile, ma nel caso in cui la prostituta sia minorenne è imputabile, eccome. Anche se non c’è stato “atto sessuale” in quanto, per giurisprudenza costante della Cassazione, è configurabile come “atto sessuale”, in soldoni, anche una “palpazione concupiscente”.

     

     

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  6. avatarCotti Fausto - 15 gennaio 2011

    Ha appena detto in TV che tu sei invidioso e che gli fai i dispetti.

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  7. avatarAndrez - 15 gennaio 2011

    Io ?  😯

     

     

    …. ah, l’han già detto per radio ?!    :mrgreen:

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  8. avatarcarmengueye - 15 gennaio 2011

    Yawn Yawn, sempre le solite serate, lassù.
    Dunque , vediamo: c’è la prostituzione, ma mica solo. Vorrei sapere se ha rinviato impegni importanti per fare queste festicciole; se in effetti si tratta di  innocente intrattenimento, dovrebbe dire se si fa la ritenuta d’acconto e si pagano le tasse; se i suoi avvocati vengono pagati solo da lui o attingendo a fondi pubblici (già l’incarico parlamentare di Ghedini e la signora Fede, più l’irregolarita di TG4 che occupa nostre frequenze lo configurerebbero).

    Raga, io torno a bomba. Molti italiani sono così. Il potente, il ricco, ma anche solo quello che ti gratifica di un euro in più o ti permette di pavoneggiarti,  sono idolatrati. Gli italiani hanno scarso senso morale. Peggio per noi che ci siamo trovati in questa situazione. Come dite, eccetto i presenti? E infatti, siamo clandestini.

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  9. avatarLorenzoGT - 15 gennaio 2011

    Purtroppo vale anche per tutti gli italiani che lo ammirano. E mi chiedo, possibile che sia io l’anomalo?

    Ciao Fausto,
    il problema è proprio questo; molti italiani vorrebbero ritrovarsi nei panni di Berlusconi (ricco, uomo di successo, figlio di ***, puttaniere, ecc).
    Molti, anzi secondo me troppi, italiani si credono più furbi degli altri, cercano di fregare il prossimo in tutti i modi (evasione fiscale, truffe alle assicurazioni, furti… anche di una semplice penna o di un pacco di carta per fotocopie all’interno del proprio ufficio ministeriale, ecc). Quindi lo status del Berlusca per loro non può non rappresentare che un sogno, un esempio da emulare. …”””In fin dei conti lui va a mignotte, mica a froci”””…
    Per questo credo poco, non me ne voglia male Andrea :-) , alla tesi sulla “lobotomizzazione” di massa; è vero, ci sono molti italiani che si lasciano incantare dai programmi tv di berlusconi, ma ci sono altrettanti italiani, e forse anche di più, che sono dei figli di una buona donna e che quindi votano chi è a loro immagine e somiglianza.
    A me personalmente tutta questa situazione da un profondo senso di schifo. Non ho nulla in contrario a che il Presidente del Consiglio si goda la vita, ma nel rispetto del ruolo istituzionale che ricopre, nel rispetto dei cittadini e soprattutto nel rispetto delle leggi e dell’etica comune. Come si fa a portarsi a letto una minorenne… se non erro ciò si chiama “pedofilia”! Solo questa cosa dovrebbe suscitare le proteste e l’indignazione di massa, ed invece………………………….
     
     

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  10. avatarAndrez - 15 gennaio 2011

    LorenzoGT:

    …  credo poco, non me ne voglia male Andrea :-) , alla tesi sulla “lobotomizzazione” di massa;

    Ciao Lorenzo … [come andiamo con la fiaschetta, trovata una facente? :) ]

    Si, in effetti quando se ne parla en passant si finisce con l’usare questa definizione, “lobotomizzazione di massa”, ma e’ sbagliata.

    Si dovrebbero perlomeno scindere i due termini; lobotomizzazione e di massa, accostandoli ad altri aggettivi come abbiamo fatto qui ad esempio, dove piu’ correttamente si intende lobotomizzata [o lobotomizzabile] una fascia di elettori-spettatori di circa l’ 8-9% di un  80% di eterodiretti.

    Una massa di cittadini e’ invece [ad esempio] coinvolta nella berlusconizzazione del sistema Italia, in qualche misura piu’ o meno consapevolmente anche noi stessi, come scriviamo qui.

    … questo cari amici e’ il berlusconismo. Il consentire che tutti possano arraffare-evadere, aggirare-approfittare… finendo col divenire tutti furbetti,  calpestare la propria dignita’ e poi quella dello Stato.

    Un popolo che alla fine si sente sia complice che beneficiato dal regime, e quindi sua parte integrante.

    Ma NOI NON SIAMO PARTE DI QUESTO REGIME E NON VOGLIAMO ESSERLO – [diciamolo forte]

    Noi vogliamo un’Italia migliore e ci battiamo per essa.

    Fatto il doveroso distinguo, avanti con feroce e spietata schiettezza ad elencare i nostri quotidiani complici asservimenti al marciume, piu’ o meno consapevoli, :mrgreen: …  e senza vergognarcene troppo, che come ci ha detto spesso Bruno, il dovere dei cittadini non e’ di trovare soluzioni, [che questo spetta ai politici, pagati per questo) ma di esprimere opinioni, denunciare problemi e formulare richieste.

     

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  11. avatarCotti Fausto - 15 gennaio 2011

    Infatti anche io credo che solo una piccola parte lo vota perchè lo ammira o perchè anestetizzata dalla TV.
    La maggior parte sono truffaldini evasori delinquenti ( Dal boss mafioso a chi non fa lo scontrino fiscale)  a cui fa capire che possono continuare a fare  i loro affari impunemente.

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  12. avatarLorenzoGT - 15 gennaio 2011

    Ok Andrea, condivido,
    a proposito… Fraschetta, se scrive  cò la ere 😀   (si, tutto ok)
     
    Purtroppo oltre al boss mafioso e a chi non fa lo scontrino fiscale ci sono anche gli aspiranti tali che non possono fare più di tanto ma nel loro piccolo concordano ed assecondano tali dinamiche e se potessero farebbero anche peggio.
    Per fortuna che ci sono altrettanti italiani che sono dotati ancora di un alto senso della morale e del rispetto degli altri. Ma purtroppo non costituiscono la maggioranza. :(

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  13. avatarAndrez - 15 gennaio 2011

    «Art. 600-bis. – (Prostituzione minorile).
    – È punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 15.000 a euro 150.000 chiunque:
    a) recluta o induce alla prostituzione una persona di età inferiore agli anni diciotto;
    b) favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla la prostituzione di una persona di età inferiore agli anni diciotto, ovvero altrimenti ne trae profitto.

    Concussione:
    il reato è disciplinato dall’articolo 317 del codice penale il quale recita: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni”.

    ;Z

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  14. avatarCotti Fausto - 15 gennaio 2011

    Ma insomma basta con queste menate io devo governare il paese! Come farebbe l’ Italia senza di me?
    -e se le viene la febbre?
    -io non mi ammalo!
    -e se va sotto un camion?
    -io non muoio….si rompe il camion

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  15. avatarLorenzoGT - 15 gennaio 2011

    E tu credi veramente che lo mandano in galera?
    Se le cose si metteranno male si inventeranno un decreto per il legittimo soddisfacimento delle voglie sessuali del presidente del consiglio. Un provvedimento “ad personam”, anzi “ad braccinum”.

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  16. avatarSilvior Berlusconi - 15 gennaio 2011

     MI CONSENTA CARO IL NOSTRO BEL COTTIFAUSTO, MA A LEI LE SEMBRA DI ESSERE SIMPATICO, …CRIBIO?
    E, UNA VOLTA PER TUTTE, IL VOSTRO BENEAMATO PRESIDENTE HA UN 42 DI BICIPIDE.
    ALTRO CHE BRACCINO
    GRAZIE COMUNQUE PER LA PROPOSTA DEL LEGITTIMO SODDISFACIMENTO AD PERSONAM, … BUONA IDEA.
    ORA CHIAMO MADAAIII E GLI FACCIO BUTTARE GIU’ UNA LEGGINA  😛

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  17. avatarZeitgeist - 15 gennaio 2011

    Carissimi, ho letto tutti i vostri interventi, splendidi profondi e ben calibrati, ma io voglio essere ancora più pacato e benevolo verso questo santo Silvio e per lui riserverei solamente tutto ciò, così, pacatamente:
    AL MIO BENEAMATO PRESIDENTE GLI SPEZZEREI I BRACCINI E IL PISELLINO POI GLI METTEREI LE PALLE RINSECCHITE SOTTO AI PIEDI COSI’ CHE A OGNI PASSO IL DOLORE GLI PENETRI IN QUEL PO DI CERVELLO CHE SI RITROVA.  😈

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  18. avatarCotti Fausto - 15 gennaio 2011

    Caro Silvior Belusconi, stia tranquillo, perchè Zeitgeist dice cosi’ solo per alzare il prezzo…. Se lei gli fa nasare un po’ di ” farfallina ruby” vede , come diventa buono subito…….

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  19. avatarAndrez - 16 gennaio 2011

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  20. avatarAndrez - 16 gennaio 2011

    Caso Ruby e residenza in via Olgettina, il decreto di perquisizione.

    Ecco il testo (clicca qui per leggere) del decreto di perquisizione per il “cassiere” di Berlusconi Giuseppe Spinelli, in merito agli appartamenti concessi in comodato d’uso alle ragazze (“gestite”, secondo i pm, da Nicole Minetti) in via Olgettina a Milano.

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