Comunismo e fascismo

Oggi tanta gente tende ad accumunare comunismo e fascismo.
Per quel poco che ne so, credo che anche se sommariamente, senza fare trattati storico-filosofico-politico-sociali, sia importante fare chiarezza.
Personalmente credo che non si possano mettere a confronto sullo stesso piano comunismo e fascismo.
Prima di tutto è necessario distinguere i due ideali dalle esperienze di coloro che hanno cercato di metterle in pratica o che comunque si sono definiti o che si autodefiniscono tali.

Forse l’unica cosa che li accomuna, è il fatto che ambedue gli ideali nascono come alternativi, in contrapposizione e avversione al capitalismo.
Il fascismo nasce da Mussolini e imitato in seguito da Hitler. Ma ambedue non hanno inventato niente. Infatti si ispirarono ai dittatori e all’impero dell’antica Roma.
Di fatto il fascismo si prefigge una nazione governata da un Duce che ha pieni poteri e che non è necessariamente eletto dal popolo.
Non è molto diverso dalla monarchia se non dal fatto che la monarchia riconosce in pieno il capitalismo come sistema economico, mentre il fascismo, ( e anche il comunismo) nella sua teorizzazione, lo considera fallimentare e da superare.

Cosa che sia Mussolini che Hitler, si sono ben guardati da mettere in pratica.
Fu invece il contrario, in quanto sia la borghesia tedesca che quella italiana, sovvenzionarono e promossero il fascismo ed il nazismo per combattere l’ideale comunista nato dalla rivoluzione russa d’Ottobre che si stava propagando in tutta Europa.
Tutti sanno l’esito dei fatti. Come gli antichi romani che portarono la “civiltà” in giro per il mondo nel nome dell'”impero”, a modo loro questi due signori hanno agito sterminando milioni di persone nella guerra più terribile della storia.

Il comunismo ha origini diverse. Prima di esso, il socialismo e l’anarchia erano gli ideali a cui si ispirava chi avversava i sistemi di potere conosciuti.
L’anarchia è un dogma praticamente impossibile da realizzare in quanto prevede un mondo dove l’individuo è talmente evoluto che non ha bisogno di sistemi di potere. Un mondo senza religione capi e governanti.
L’ideale socialista invece, si prefigge di migliorare la condizione economica e sociale dei lavoratori, dando loro più potere decisionale all’interno della società pur rimanendo nel contesto capitalistico.

Al contrario il comunismo, nasce come evoluzione teorica del socialismo, perchè vede nella distruzione del capitale l’unica soluzione per dare giustizia ed uguaglianza ai popoli.
Infatti secondo la teoria comunista di Marx e di Lenin, La monarchia, il capitalismo e la religione che avevano governato il mondo, erano la causa dei grandi divari sociali di ricchezza e povertà, di ingiustizia sociale e di tutte le guerre succedute fino a quel tempo.
Il comunismo, in quasi tutte le sue esperienze storiche, va al potere grazie a condizioni estreme di guerra e carestia tramite una spontanea rivoluzione armata per mano del popolo.
Secondo l’ideale comunista è il popolo a governare la nazione secondo il suo volere bandendo per sempre il capitalismo, la monarchia, la guerra, l’ignoranza e la povertà.

Come il fascismo anche in questo caso, molto raramente questi propositi sono stati messi in pratica da coloro che si sono autodefiniti comunisti.
Se dopo la rivoluzione bolscevica Lenin tenta di realizzare questi buoni propositi, uscendo dalla guerra (15-18), dando in gestione le fabbriche agli operai e regalando le terre ai contadini, dopo la sua morte tutto crollerà con l’avvento di Stalin che trasformerà la Russia per decine di anni in una feroce dittatura, sterminando gli avversari politici, reprimendo la libertà di pensiero e opinione, statalizzando terreni e fabbriche e facendo la guerra con gli stati confinanti nel nome del “socialismo internazionale”.

Ancora oggi, credo che nessuno dei pochi paesi che si autodefiniscono comunisti, metta veramente in pratica i principi Marxisti-Leninisti. La Corea del nord è governata come fu la Russia di Stalin, mentre la Cina pur definendosi comunista, utilizza il capitalismo in maniera smodata aumentando il divario delle classi sociali molto di più dei paesi storicamente più capitalistici.

Se dopo la rivoluzione francese che sconfisse la monarchia, il capitalismo sembrava il miglior sistema per governare una nazione, oggi dopo più di due secoli, è indispensabile andare oltre.

Oggi i movimenti ecologisti dicono che il pianeta è in pericolo e che l’uomo deve cambiare le proprie abitudini alimentari e di vita se non vuole estinguersi.
Ma credo che sia il capitalismo stesso la causa principale. Esso domina il mondo. Nel nome del danaro, del profitto e del consumismo, sta mungendo il nostro pianeta ormai agonizzante.

Nessuno è riuscito a sconfiggerlo e credo che nessuno lo farà.
E quando sulla terra l’uomo si estinguerà insieme alla maggior parte delle forme di vita, rimarranno le alghe, gli insetti e il capitalismo.


Commenti
Sono stati scritti 10 commenti sin'ora »
  1. avatarAndrea Cotti - 14 febbraio 2013

    Lo premetto … che lo sapete che a volte amo portare al limite concetti e pensieri al fine di suscitare dibattito e confronto … :mrgreen:

    La dicotomia fascismo/comunismo che come dice Fausto si ripropone sempre più spesso, mi ricorda un vecchio topic del 2006 dove si trattava della bestia umana e di come l’orrore di cui può essere capace a volte sembra davvero senza limiti.

    Il quesito suggerito era se il comunismo possa essere peggio del fascismo. [il verbo al presente NON è casuale]

    Toccherebbe compiere un’analisi il più obiettiva e tecnica possibile, possibilmente partendo da Marx e Nietzche per poter affrontare l’argomento, accennando alle differenti realtà socio economiche e politiche che hanno caratterizzato l’avvento dell’uno o dell’altro nei vari Stati che hanno subito quelle piaghe.
    Marx nel suo Manifesto 1848 dichiara:

    – Uno spettro si aggira per l’europa; lo spettro del Comunismo!
    – La rivoluzione è l’azione violenta di una classe che si abbatte sull’altra distruggendola.
    – La borghesia stessa ha creato le armi che le recheranno la morte ed anche gli uomini che le useranno; il proletariato.
    -Tremino pure le classe dominanti davanti ai comunisti perchè i comunisti sapranno distruggerli violentemente, che hanno da perdere solo le loro catene.

    Concetti che andrebbero interpretati nell’ottica della rivolta, cosa ben diversa dallo sterminio.

    In effetti l’intento a priori appare quello; una classe sociale oppressa e schiavizzata, che non ha nulla da perdere se non le proprie catene, sembra possa essere autorizzata alla rivolta per ottenere condizioni di vita umane.

    Si indica quindi la rivolta come strumento di emancipazione sociale, senonchè esprimendo il concetto di “azione violenta di una classe che si abbatte sull’altra distruggendola” si va oltre l’emancipazione ma si indica il controllo, il potere.

    E quello han fatto, … senza porsi tanti limiti.

    Quindi, questo mi porta a mettere in discussione l’indicazione iniziale; ma si voleva l’emancipazione, una società più giusta o era solo populismo ?  (Lenin, [e poi Trotsky e ancor di più Stalin], non diede la terra ai contadini Fausto, ma la strappò ai Kulaki massacrandoli, (durante il periodo sovietico, per essere classificati come kulaki bastava “l’utilizzo di un operaio agricolo per una parte dell’anno, il possesso di macchine agricole un po’ più perfezionate del semplice aratro, di due cavalli e quattro mucche”-) , statalizzandola e poi facendola lavorare ai contadini, che tali rimasero)

    E l’obiettivo reale era dunque il potere ottenuto con la strumentalizzazione del proletariato.

    Al pari, i regimi fascisti che abbiamo conosciuto sono apparsi come degenerazione reazionaria di società democratiche [o pseudo tali].

    In effetti il sinonimo reazionario è legato appunto alla destra più dura.
    Perchè dunque reazionaria e nei confronti di cosa si esprimeva una reazione?

    L’Italia d’inizio secolo era una democrazia tutto sommato accettabile, per quei tempi, nella quale si agitavano le varie classi sociali cercando di migliorare le une e contenere le altre i vari livelli rappresentativi ed i rapporti di forza.

    Il proletariato ed il sottoproletariato vivevano in condizioni letteralmente disumane, come d’altra parte nel resto d’Europa.

    Nel periodo subito precedente la prima guerra mondiale, durante e subito dopo essa, le lotte proletarie stavano ottenendo insperati successi per quei tempi.

    Senonchè dopo la guerra, [la prima] le lotte operaie cominciarono ad inserire nei loro obiettivi non solo rivendicazioni salariali e normative, (peraltro ritenute accettabili dai governi dell’epoca) ma anche evidenti intenti di controllo delle fabbriche stesse [e del resto – biennio rosso] suggerendo di “fare come in Russia”, che tradotto significava sbudelliamoli tutti e prendiamogli “la proprietà”. E questo veniva un tantino meno accettato.

    Ora, se qualcuno di voi fosse stato il proprietario di una fabbrichetta o di un fondo, e fosse pure stato disponibile a trattare non solo salari e trattamenti più umani, ma anche rappresentative politiche e sindacali e tutto il resto, ma si fosse sentito rispondere che … era la vostra proprietà che volevano, con conseguente sbudellamento generalizzato, vostro e della famiglia … come l’avreste presa?

    Avreste reagito, suppongo.
    Io l’avrei fatto.

    E quindi, qualcuno ha iniziato a trovare e foraggiare qualche scalmanato per cominciare a dare lezioni e bruciare Case del Popolo, Camere del Lavoro e così via reagendo.

    E poi;

    • visto che il terrore dei rossi è presto dilagato, grazie alle notizie delle mattanze prodotte in Russia dall’azione violenta di quella classe operaia che si abbatteva sull’altra distruggendola accuratamente;
    • visto che la tendenza del Partito Socialista Italiano, comprendendo il pericolo della degenerazione incombente, tendeva a cercare un ampio e positivo accordo con i liberali e con il Governo Giolitti, disponibili a riconoscere e concedere forti miglioramenti salariali e normativi se si fosse rinunciato all’idea di cancellare la proprietà privata, … nel 1921 l’ala oltranzista di quel Partito al congresso di Livorno provocò una scissione e fondò il PCI, perchè alla rivoluzione ed all’abbattimento della proprietà privata non rinunciava – secondo molti storici un accordo tra liberali di Giolitti e socialisti moderati avrebbe potuto risparmiare il fascismo all’Italia nel 1922 – ;
    • visto tutto questo, il movimento reazionario si radicò e si diede un’organizzazione politica, trovando anche i vari intellettuali e filosofi del caso, poi trovarono un Mussolini a caso da qualche parte convinti di poterlo manovrare a piacere… e così via, che il resto lo conosciamo.

    Questo processo politico come sappiamo bene è succeso a livelli diversi in parecchi degli Stati Occidentali, con effetti a volte simili ma altre ben diversi dal caso italiano.

    E’ andata così

    I fascismi sono stati quindi la risposta reazionaria delle società capitaliste al tentativo del proletariato di sovvertire l’ordinamento dello Stato, abolire la proprietà privata con … conseguente sbudellamento generalizzato, loro e delle famiglie.

    Queste risposte reazionarie e le relative organizzazioni politico-filosofiche che si sono date per governare gli Stati, sono presto sfuggite dall’iniziale controllo del padronato e degenerate in pericolose e fanatiche dittature i cui guasti ed il conseguente drammatico epilogo sono a tutti noi ben noti.

    Il concetto stesso di dittatura [ogni dittatura] richiede una base incolta ed ignorante alla quale dare in pasto l’esasperazione dei fanatismi ideologici, e storicamente vediamo come questo abbia ovunque ben presto degenerato in situazioni grottesche e tragiche.

    ____________________________

    Ed il Comunismo?

    Chi è stato [o è] comunista in Italia, associa questo termine alla libertà, all’uguaglianza ed alla giustizia sociale, alla fratellanza dei popoli ed al progresso civile.
    E che c’azzecca [direbbe Di Pietro] tutto questo con strapparvi la vostra proprietà con conseguente sbudellamento generalizzato, vostro e della vostra famiglia… ?

    E’ evidente come i comunisti italiani in questi ultimi 60 anni abbiano partecipato a costruire ed a confermare la Democrazia in Italia, assieme alla DC ed agli altri partiti.

    Sin dai primi anni ’70 hanno compiuto lo storico “strappo da Mosca” ufficializzando cioè quelle posizioni di dissenso che da tempo erano alla base della loro politica. E da allora Mosca cessò di inviare… “gli aiuti al Partito Fratello”.

    Dobbiamo quindi prendere atto che quei partiti politici che si ispiravano, o si ispirano tutt’ora al Marxismo, hanno creato tutta la loro ideologia su di un colossale equivoco – voluto o meno – in quanto democrazia, libertà e via dicendo, non c’entrano assolutamente nulla col comunismo.

    Il comunismo, mi appare dunque solo una colossale truffa, un inganno populista ai danni innanzitutto della disgraziata Classe Operaia di quei tempi, messo drammaticamente in scena al solo fine di consentire ad una elite di intellettuali di raggiungere ed ottenere il Potere.

    Difatti, storicamente il potere poteva essere preso per diritto nobiliare, per l’uso accorto del controllo sulla forza militare o per il potere derivante dalla forza economica. Non era mai stata prevista la presa del potere da parte delle “masse proletarie” e da sempre le sommosse popolari spontanee sono state facilmente domate e represse nel sangue.

    Per questo e per tutto quanto descritto sopra, ritengo a mio avviso, decisamente peggiore il comunismo del fascismo, indipendentemente dal mostruoso totalizzatore di vittime innocenti che hanno provocato.

     

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  2. avatarFausto Cotti - 14 febbraio 2013

    Nonostante ciò, io rimango comunista e persevero nel nutrimento a base di bambini.

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  3. avatarAndrea Cotti - 14 febbraio 2013

    Andava scritto in dialetto ferrarese Fausto:

     … l’è listèss,  l’è listèss mì sòn comunista !!!   :mrgreen:

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  4. avatarGabriele Tesini - 14 febbraio 2013

    Hai dimenticato “MAIALL”!

    Io sto con Fausto, e rimango “Comunista Italiano”, che è diverso da quello Russo, infatti noi i bambini li mangiamo senza fargli male… 😈

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  5. avatarFausto Cotti - 14 febbraio 2013

    Ma… i “kulaki”, non sono i seguaci di Vendola?

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  6. avatarAndrea Cotti - 14 febbraio 2013

    gnurànt.   👿

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  7. avatarFausto Cotti - 14 febbraio 2013

     Eppoi tu hai letto male su wikipedia.

    Lenin requisiva ai kulaki solo il grano perchè era una misura in tempo di guerra.

    Fu stalin in seguito a massacrarli:

     

    “Il comunismo di guerra – varato da Lenin dopo la presa di potere dei bolscevichi nell’ottobre del 1917 – comportava, tra le altre misure, la requisizione forzata di tutto il grano eccedente le necessità di sopravvivenza e di semina del contadino. Il provvedimento colpì in particolare la classe dei kulaki.”

     

    “Nel 1927, in occasione di una crisi agricola Stalin ripristinò le misure sulla requisizione di cereali tipiche del comunismo di guerra, ed inoltre intraprese una dura campagna propagandistica contro i kulaki. Abbandonate totalmente le tesi di Bucharin, anzi entrato in contrasto con lui, Stalin introdusse una pianificazione integrale dell’economia. Questo portò alla collettivizzazione forzata delle terre, utilizzata come metodo per trasferire ricchezza dall’agricoltura all’industria: le terre vennero unificate in cooperative agricole (Kolchoz) o in aziende di stato (Sovchoz), che avevano l’obbligo di consegnare i prodotti al prezzo fissato dallo stato.

    I contadini, compresi i kulaki, si opposero fermamente alla collettivizzazione, nascondendo le derrate alimentari, macellando il bestiame ed anche utilizzando le armi. Stalin reagì ordinando eliminazioni fisiche e deportazioni di massa nei campi di lavoro; questi provvedimenti colpirono milioni di contadini in maggioranza kulaki.

    …aiò rasòn mè. Mò là! 

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  8. avatarAndrea Cotti - 14 febbraio 2013

    Allora … a parte il fatto che sei stato te il primo a dire che i kulaki erani poi i seguaci di Vendola …
     
    Sei poi te che dici:

     ” Se dopo la rivoluzione bolscevica Lenin tenta di realizzare questi buoni propositi, uscendo dalla guerra (15-18), dando in gestione le fabbriche agli operai e regalando le terre ai contadini,…”

    E allora, io ti controbatto che rosso che Lenin aveva regalato le fabbriche agli operai e le terre ai contadini… ma altro gioco … 

    Poi posso magari convenire sul fatto che non abbia cominciato lui a massacrare i seguaci di Vendola.

    … ma giusto perchè non ha fatto in tempo.   :mrgreen:

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  9. avatarGabriele Tesini - 15 febbraio 2013

    I “Kulaki”? Non so chi sono e seguaci di chi, voi andate troppo indietro nel tempo, “Antigh”.

    Io so chi sono i “Gayki” e quelli sì che sono seguaci di Vendola, e allora?  😈

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  10. avatarAndrea Cotti - 10 aprile 2013
    Gilberto CanuDall’architetto che non partecipa mai alle discussioni:

    …quindi da ciò che capisco il fascismo fu un movimento di reazione allo scompiglio politico dell’italietta di allora. Meno grave del comunismo, strumento ideologico al servizio della presa del
    potere da parte di alcuni intellettuali russi.
    Può essere vero, anche se obiettivamente non mi pare un fatto da sottolineare. Tutte le rivoluzioni per quel che ne so, naquero e nascono, dal fastidio di una classe agiata ma illuminata che prende posizione in contrasto con la propria classe di appartenenza, per il trattamento che quelle che venivano considerate classi inferiori subivano e subiscono dal potere dominante. A partire dalla Rivoluzione francese, amico mio. Robespierre, Danton, La Fayette non erano certo manovali o contadini. Perché si fa una rivoluzione? Per sovvertire, un potere consolidato, oppressivo e corrotto sbudellando tutto ciò che lo rappresenta.

    Diceva Mao che non si fa una rivoluzione con i guanti di velluto. Una rivoluzione è sempre merda e sangue.

    Prova a dire ad un francese che la loro rivoluzione fu una carneficina e che la ghigliottina decapitò centinaia di migliaia di notabili del regime. Ti risponderanno che è vero ma che quella rivoluzione portava in embrione molti dei diritti conquistati successivamente dai popoli occidentali.

    E la rivoluzione russa non portò secondo te una consapevolezza nuova, pur nella devastazione che provocò, dei diritti sacrosanti degli ultimi?


    Il fascismo: come sempre accade in questo Paese fu una pantomima. Una commedia partita in sordina e finita in tragedia. Ma ciò non lo rende meno grave di qualunque altra dittatura, compresa quelle comuniste che abbiamo conosciuto.

    Potresti chiedere ai barcellonesi se ritengono il fascismo meno grave del comunismo, soprattutto a coloro che morirono sotto i bombardamenti dei nostri Savoia Marchetti. O a coloro che caddero a Guernica, uno sterminio procurato dalle bombe italo tedesche. Oppure potresti chiederlo a tuo padre vecchio partigiano che si è battuto contro il fascismo se riteneva la reazione fascista meno grave della presa del potere comunista.

    Lenin fu uno dei tanti studenti che a partire dal 1886 quindi ben prima della rivoluzione si battè contro la corruzione zarista nel partito socialdemocratico clandestino. Se ne va due volte in carcere, ed è allora uno dei tanti studenti che prende coscienza della situazione insostenibile della società russa. Se lo zar Nicola fosse stato minimamente consapevole e un tantino intelligente non sarebbe entrato in guerra facendo morire sei milioni e oltre di ragazzi (la Russia ha sempre pagato un prezzo molto salato in vite umane nei conflitti) e avesse promulgato un minimo di riforme a favore della popolazione, forse oggi mancherebbe qualche pagina di storia e la rivoluzione non ci sarebbe stata.


    No caro amico non sono assolutamente d’accordo che il comunismo fu peggiore del fascismo.
    Dal fascismo non abbiamo tratto nulla, se non qualche città nell’Agro Pontino e poco altro. Dal Comunismo abbiamo ricevuto in eredità una serie di consapevolezze che ogni uomo ha diritti e dignità, quanto meno nella elaborazione teorica. Ciò che è avvenuto con la sua applicazione lo abbiamo criticato e condannato da tempo.

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