Io ti abbraccio caro Don Formenton

Voglio dire al parroco Formenton, da vecchio comunista quale io sono, che lo abbraccio così come i partigiani durante la resistenza abbracciavano i parroci che li aiutavano a nascondersi.

Ecco cos’è un pastore di Dio, mi sono detto leggendo la sua risposta ad una politicante che non si fa scrupolo per bieche questioni elettorali, di mischiare temi etici e sensibili alle miserie politiche di parte. Come se non fossero temi talmente importanti da da riguardare tutti noi e non un’arma contundente da schiantare sul nemico.

Io ti abbraccio caro Don Formenton e ti ringrazio per la tua lucidità e per il tuo insegnamento, ogni tanto un po’ di silenzio e di rispetto sarebbe opportuno.

Manifesto Persiceto Caffè

Ci siamo impegnati con questo blog a sostenere il centrosinistra alle elezioni del 2013, redigendo un nostro personale manifesto elettorale che su alcuni temi condividiamo con il programma dei cento giorni di Bersani e Vendola.

Chi ha partecipato alla sua redazione è schierato certamente a sinistra ma non ha una tessera di partito in tasca. Questo lo diciamo per essere chiari fin da subito che il nostro stare da questa parte della barricata non significa automaticamente rinunciare ad una posizione critica nei confronti del futuro governo. Stiamo da questa parte perché il cuore batte inevitabilmente per storie personali, per esperienze passate, per una convinzione dura a morire che gli uomini e le donne della sinistra hanno sempre avuto un comportamento civico all’altezza del loro impegno politico.

Non sempre e non spesso gli uomini e le donne che abbiamo mandato a Roma hanno contraccambiato la nostra fiducia. Riteniamo queste elezioni una svolta nella storia politica nel nostro Paese, sbagliare stavolta significherebbe mandare a fondo una Nazione stremata dalla crisi economica e soprattutto morale. Non saranno più possibili e accettabili comportamenti non rispondenti alle aspettative che un popolo intero si aspetta da noi. Il lavoro dovrà essere la rotta, e su quella dovranno inserirsi i diritti civili, le riforme istituzionali, il costo della politica, ma anche quello della produzione (manager) dovranno avere un tetto da non superare (dieci volte nella politica e venti volte nell’industria come comparazione a quello di un salariato a tempo indeterminato) poiché riteniamo non sia più possibile avere delle differenze economiche come quelle attuali tra chi lavora manualmente e di chi lavora di concetto.

Non si tratta di costruire una società comunista, si tratta al contrario di dare forma ad una società che stia sul mercato ma con un etica del lavoro improntata sull’equità sostenibile. Su questo tema non si dovranno escogitare furbizie implementando di volta in volta i riconoscimenti economici con benefit di vario genere. Noi come Persiceto Caffè speriamo vivamente, che il nostro appoggio, voglio ricordarlo a tutti non è poca cosa, vista l’alta partecipazione dei cittadini ai nostri interventi, non è gratuito e non sarà per sempre se non ci saranno risposte conseguenti ai temi sopra riportati.

Non ultimo dei quali è meglio ricordarlo per non darlo come scontato, come hanno fatto altri paesi del nord Europa dobbiamo sciogliere il contratto sugli F35. Non abbiamo bisogno di bombardieri che forse non funzionano nemmeno e che hanno come scopo primario quello di bombardare e non di difendere. Ricordo che la nostra Costituzione all’articolo 11, afferma “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.”  Forse questi bombardieri non rispettano nemmeno la Costituzione.

Quindi il 24 e il 25 Febbraio 2013 sosteniamo le liste del centrosinistra per un governo più vicino ai cittadini e per i cittadini.

Manifesto Persiceto Caffè

La decisione dell’ultimo comitato di redazione ha stabilito all’unanimità che questo blog si schiera apertamente nella campagna elettorale a favore del centrosinistra. Era inevitabile che ciò accadesse. Le altre formazioni in campo sono certamente lontane dal nostro sentire politico e non in grado di soddisfare le nostre richieste.

Persiceto Caffè non è mai molto tenero con la sinistra e i suoi rappresentanti e le critiche verso questa parte continueranno dopo le elezioni se vedremo disattese alcune nostre richieste.

Ci aspettiamo che Bersani e Vendola possano essere messi in condizione di governare con tutta l’autonomia necessaria definita dal voto popolare, quindi chiederemo soprattutto per il Senato di non disperdere il voto per formazioni che non avranno nessuna possibilità in quella camera di superare la soglia di sbarramento dell’8%.

Quello che chiediamo al centrosinistra si può riassumere in quattro o cinque punti:

1) Diritti civili, un tema che non può essere limitato o confuso con i diritti per gli omosessuali (anche per loro certo) ma che deve essere inserito in un contesto più ampio.

2) Modifica legge elettorale, uscire definitivamente dal Porcellum.

3) Divieto di collocamento nelle tabaccherie, bar, e altri luoghi pubblici di slot machine per il gioco d’azzardo. Questo eliminerebbe alla fonte i guadagni della criminalità organizzata (almeno una parte).

4) Legge seria sul conflitto d’interessi.

5) Rivedere molto al ribasso il il nostro impegno sui caccia bombardieri F35.

6) Non intraprendere nessun accordo internazionale per il coinvolgimento in azioni di guerra che non vorremmo si chiamassero più azioni di pace.

Queste possono essere alcune considerazioni che lascio al dibattito per la definizione del nostro manifesto elettorale.

La voce che corre

Sono stato tirato in ballo da Persiceto Caffè come partecipante al concorso della stazione di San giovanni in Persiceto e volentieri rispondo.

Leggo con molto interesse la domanda posta dal consigliere Maurizio Serra sul risultato finale del concorso per la stazione di San Giovanni in Persiceto al quale io e il mio gruppo abbiamo partecipato.

Prima questionecorre voce” da un Consigliere Comunale è un’affermazione alquanto disdicevole, dovrebbe casomai basarsi su fatti che abbiano una consistenza e non su voci da lavanderia.
Chi partecipa ad un concorso mette già nel conto che non verrà premiato il progetto in assoluto migliore ma il progetto che per la Commissione è il migliore.

Ho partecipato a questo concorso con uno sforzo economico importante e guardando gli altri lavori sono ancora convinto che non fosse un progetto da bocciare in modo così deciso. Ma noi ci sottoponiamo ad un giudizio e sappiamo sin dall’inizio che l’espressione di quel giudizio sta nella sensibilità e nell’idea che ogni commissione ha dell’architettura e delle soluzioni da adottare, e ci adeguiamo.

Seconda questione: “corre voce” fa parte di un patrimonio politico che contraddistingue alcune forze politiche che da anni la politica l’hanno sostituita con la polemica a tutti i costi.
Se sapessero costoro come funziona un concorso saprebbero che i nominativi dei concorrenti restano sconosciuti fino all’individuazione dell’eventuale vincitore.
L’unico modo per truccare un concorso e fare vincere un proprio protetto è quella di conoscere molto in anticipo le tavole progettuali di uno specifico progetto e a chi quelle tavole appartengano. Successivamente convincere la maggioranza dei Commissari che quello deve essere il progetto vincitore.
Se questo fosse accaduto sarebbe una cosa gravissima e da perseguire per legge.

Ora io conosco come tutti saprete la signora Paola Marani della quale ho una stima che sfiora la venerazione, per la qualità della persona e per la sua rettitudine una delle migliori amministratrici di questo territorio da sempre.
La gravità di quel “corre voce” coinvolgerebbe lei ed un’intera Commissione e i signori che l’hanno pronunciata non possono pensare di averla espressa con tale leggerezza. Se hanno questi signori qualche straccio di prova da mettere sul tavolo bisognerà necessariamente che lo facciano poiché in ballo ci sono interessi anche economici personali dei gruppi partecipanti.

Personalmente se la signora Paola Marani volesse intraprendere un’azione legale nei loro confronti io e il mio gruppo ci schiereremo al suo fianco come testimoni della regolarità del concorso.

Il crimine delle bombe su Gaza

Le bombe su Gaza, sono un crimine contro l’umanità che grida vendetta. Sono il volto tumefatto dei bambini palestinesi uccisi dalle esplosioni, i corpi smembrati e fatti a pezzi dalla chirurgia delle esplosioni che dovrebbero colpire solo gli obiettivi strategici. Un bombardamento su insediamenti civili è l’atto più vile che l’umanità abbia mai perpretato. Mi domando quando il consesso internazionale definirà criminale questa pratica militare che non distingue, che spara nel mucchio e soprattutto mi domando quando qualcuno si deciderà ad obbligare Israele ad accettare che in Palestina possa costituirsi uno stato palestinese.

Il moderno Stato d’Israele sorse il 14 maggio 1948, alla scadenza del Mandato britannico della Palestina, quando venne dichiarata unilateralmente la nascita dello Stato di Israele, un giorno prima che l’ONU stessa, come previsto, ne sancisse la creazione, approvata con risoluzione dell’Assemblea generale. Quindi, ma questo lo sappiamo tutti lo Stato d’Israele è un’invenzione del mondo occidentale che crea in territorio palestinese una propria enclave nel cuore del mondo arabo.

Bisognava dare cittadinanza e territori al popolo ebraico dopo la shoah operata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, una specie di risarcimento per quello che il popolo di Giuda aveva sofferto e per i milioni di morti che aveva sopportato. Tutto questo è sacrosanto anche se l’operazione politica che se ne fece andava oltre il risarcimento materiale, ma fondava molto più in profondità l’idea che la costituzione di quello stato fosse utile alla sfera d’influenza che l’occidente ha sempre cercato d’imporre al mondo arabo. Ciò che accadde successivamente è da imputare all’idea malsana che il cosiddetto mondo progredito ha del resto del pianeta. Noi siamo noi e voi non siete un cazzo, come avrebbe detto il marchese del Grillo. Ma qui non si tratta di una commediola cinematografica, quella che osserviamo da ormai sessant’anni è una tragedia che ha fatto migliaia di morti e lacerato un mondo (quello arabo) che non trova una via d’uscita.

Il sostegno incondizionato ad Israele per convenienza politica ed economica fino a quando in quell’area ci saranno guerre i paesi occidentali potranno continuare indisturbati a produrre e a vendere armi agli uni e agli altri indistintamente, con l’oculata attenzione che i missili di Hamas continuino ad essere al confronto dei bombardieri israeliani delle sottospecie di flatulenze inconcludenti.
Mi domando come mai non si appoggino le posizioni più moderate (Al-Fath) di Mammūd Abbās dandogli strumenti e appoggi necessari affinché una politica di ricostruzione e di relazione con Israele sia possibile. Mi domando ancora quanto la politica internazionale possa ancora tollerare atti di guerra come quello in corso da parte di un governo (Israeliano) molto più attento alle elezioni imminenti che non alle vite martoriate dei civili palestinesi. Cresce anche il disincanto di uno come me, che il popolo israeliano ha sempre difeso, nel vedere di quanto dolore innocente, esattamente come quello che ha dovuto subire durante il nazismo, sta procurando al popolo palestinese.